“Le decisioni prese dal governo non permetteranno alla Val Gardena di salvare, neppure parzialmente, il turismo invernale”. È sconsolato Christoph Vinatzer nella chiacchierata davanti al caminetto. La Val Gardena aveva fatto l’impossibile, così come Dolomiti Superski, per provare a dare il via alla stagione invernale in sicurezza.
“Speravamo di poter aprire la stagione in concomitanza con la Coppa del Mondo, il fine settimana del 15 dicembre. Poi è arrivata la doccia fredda che ha annunciato l’impossibilità di avviare gli impianti prima del 7 gennaio. Oggi ogni paese della Val Gardena ha qualche hotel aperto ma, con la chiusura delle regioni, dal 21 dicembre le nostre strutture potranno ospitare solamente altoatesini. Così non potremo fare turismo” È un fiume in piena Christoph Vinatzer, Presidente Dolomites Val Gardena che però più che rabbia pare deluso.
Val Gardena e le misura anti COVID per il turismo sicuro
In fondo le misure per prevenire la diffusione del virus sono state talmente complete e innovative che sperare di poter accogliere i turisti era tutt’altro che utopico. Nella vallata altoatesina hanno pensato persino di istituire centri-covid dove accompagnano i turisti per un test rapid, prima dell’accesso agli hotel. Gli impianti di risalita presentano in zona partenza, transenne studiate apposta per garantire il distanziamento. Questo e molto altro, come già comunicato 15 giorni fa.
Iniziative inascoltate
Le iniziative mirate alla sicurezza di collaboratori, abitanti e turisti erano state del massimo livello e ora lo scoramento è visibile. “Abbiamo scritto spiegando tutte le iniziative intraprese ma abbiamo ricevuto risposte tardive e superficiali, come se la seconda ondata fosse nata dalla montagna estiva. Invece la nostra esperienza questa estate è stata più che positiva e ci avrebbe permesso di offrire un soggiorno sicuro. Noi abbiamo fatto il massimo ma il nostro impegno non è stato percepito.