La Val Gardena si prepara alla stagione invernale nel rispetto dei turisti che da sempre la frequentano e la amano. Certamente non sarà un inverno come gli altri ma comunque l’inverno ci sarà.
Lo hanno spiegato ieri sera gli operatori della stazione gardenese in un live su facebook. Hanno presentato un modello che ha dell’incredibile. Manca solo la garanzia di avere sempre qualcuno che ti infila le ciabatte ai piedi al mattino!
Hanno pensato persino di istituire centri-covid dove accompagnano i turisti per un test rapid, prima dell’accesso agli hotel. Gli impianti di risalita presentano in zona partenza, transenne studiate apposta per garantire il distanziamento.
E con l’app di Dolomiti superski si può controllare quanti sciatori ci sono sugli impianti. Compare una percentuale sul totale della capienza. A quel punto lo sciatore può decidere quale strada prendere.
Per gli skipass, triplicate le colonnine per ritirarlo dopo l’acquisto online. Ma se capita qualche inconveniente, c’è sempre un addetto a disposizione per sbrogliare dubbi o errori.
Anche la lezione di sci si prenota con app o web, quindi non c’è bisogno di recarsi presso la scuola sci. L’incontro c’è direttamente sulla pista e nel punto di ritrovo comunicato. Tutti i maestri vengono sottoposti a test rapido ogni giorno.
I punti di ristoro (non quelli governativi, ma quelli che funzionano) seguono tutte le regole stabilite. Le spa funzionano con sistemi di sanificazione incredibili. Le piscine seguono la regola dei 10 mq a persona.
I rifugi sono attivi ma ora gradiscono la prenotazione proprio per evitare questioni tra gli ospiti e soprattutto ordine. “Che sarà comunque garantito da un personale apposito che regolerà il traffico” – ha detto Marzola del rifugio Comici.
Che ha poi concluso così. “Sono cinquant’anni che godiamo di stagioni una più bella dell’altra. Questa non sarà così, perderemo sicuramente tutti e anche molto, ma grazie al fatto di avere lavorato bene prima, possiamo accontentarci di una stagione zoppa. Lo dobbiamo agli appassionati che da sempre ci scelgono”.
Non ha nessun dubbio Christoph Vinatzer, presidente di Dolomites Val Gardena: “Non dobbiamo fare i conti, di perdite o guadagni. Noi dobbiamo lavorare per offrire un eccellente servizio ai nostri ospiti, per rispetto verso di loro e verso il nostro stesso territorio. Noi lavoreremo per garantire il massimo sia sotto l’aspetto della sicurezza sia dell’offerta. Senza badare a spese“.
La sicurezza si concretizzerà tanto sulle piste, quanto nelle strutture ricettive e nel territorio nella sua globalità mutuando molti comportamenti dalla scorsa estate.
La Val Gardena offre un’ampia area per gli sport invernali. Può essere scoperta a piedi, con gli sci, con lo slittino oppure anche solo con la fantasia, ammirando le montagne direttamente dalla piscina. Il distanziamento è garantito se pensiamo che a disposizione dei turisti ci sono oltre 7.000 metri quadrati di natura per ogni posto letto.
Per gli amanti dello sci si possono scegliere sciate itineranti sul leggendario Sellaronda o velocissime discese sulla famosa pista Saslong di Coppa del Mondo; da piacevoli escursioni gourmand sul Seceda fino a passeggiate all’insegna del relax nel Parco naturale Puez-Odle.
Il comprensorio annovera 500 chilometri di piste uniche, moderni impianti di risalita, 30 chilometri di sentieri per escursioni e 115 di piste per lo sci di fondo.
La prevenzione al primo posto
Anche all’interno di un così vasto ambiente naturale non è sempre possibile evitare gli assembramenti e, per questo motivo, sono state definite le linee guida per proporre soluzioni in modo da rendere le vacanze invernali un momento alla natura, all’avventura, al riposo, ma anche all’insegna della sicurezza e senza troppi pensieri.
La Val Gardena, nel rispetto dei turisti, era stata una delle prime zone a proporre misure di prevenzione. Ora, essendo i regolamenti in continua evoluzione, troverete aggiornamenti a questa pagina
Infine, anche la Gardena si è sottoposta a tampone di gregge, come tutto l’Alto Adige. Solo lo 0,1 per cento della popolazione dei tre paesi della valle sono stati trovati positivi. In pratica, 10 persone. Solo uno di loro è in ospedale, non in condizione critiche. È bene sottolinearlo perché a marzo la zona è stata duramente colpita dal covid. Ora è quasi sparito