Il “pensiero di un maestro di sci” di oggi si intitola “Ritorno al futuro… regionale”.
In questi giorni di dicembre ci stiamo preparando alla prevista riapertura programmata per il 7 gennaio. E lo stiamo facendo nel migliore dei modi, dando risposte concrete con i nostri protocolli a chi vede nella montagna un potenziale pericolo per la diffusione del virus.
Ovviamente ci auguriamo che a Roma prevalga il buon senso, per poter così riprendere, anche se su scala ridotta, le nostre attività. In realtà dal trentino non giungono buone nuove. Ma si vedrà.
Certo è che in un prossimo futuro bisognerà poi ricostruire un’economia in parte distrutta da questa pandemia. Ma le notizie al riguardo non sono delle migliori. Anzi!
Nel tanto discusso Recovery Fund si parla infatti di uno stanziamento di appena tre miliardi di euro per il turismo e la cultura, su un totale di 200 miliardi da distribuire a vario titolo.
La Germania, (nella foto uno scatto dello Zugspitze a Garnisch) tanto per fare un esempio, che non è certo un paese turistico per eccellenza, ne ha predisposti la bellezza di 35 di miliardi. Qualcosa nei conti non torna.
Se poi entriamo nel dettaglio, ci accorgiamo che nella bozza presentata dal Premier Conte in questi giorni a Bruxelles, si parla soltanto di montagna come di una: “Strategia nazionale per Aree Interne“.
Che tradotto dal politichese significa: nessun piano da parte dello Stato, se non quello di delegare quasi tutte le incombenze alle Regioni.
Gli impianti di risalita, già in difficoltà per una stagione praticamente inesistente sotto il profilo economico, così come gli albergatori, le scuole di sci e il resto del comparto montagna, dovranno dunque sperare soltanto in aiuti regionali.
Aiuti che se per Valle d’Aosta o Alto Adige, Regioni Autonome, sono già da tempo contemplati nell’ordinaria gestione di bilancio, in altre regioni sarebbe molto più difficile ottenerli, mettendo in evidente crisi la “filiera” della montagna.
V
ero è che le nostre Associazioni di categoria, Anef inclusa, si stanno adoperando in mille modi per far si che la montagna non venga dimenticata da Roma, ma alla luce di queste prime bozze del Recovery Fund, c’é poco da stare allegri.
La montagna merita un serio progetto nazionale per il suo rilancio ma i miliardi messi al momento sul tavolo dal Governo sono davvero pochi. Di tre miliardi di euro stanziati, quanti andrebbero al nostro settore?
Se pensiamo ad altre importanti realtà turistiche come le città d’arte, il mare, i laghi e la cultura, l’unica soluzione praticabile rimane la “moltiplicazione dei pani e dei pesci”.
Ma a fare questo è capace soltanto una persona, che però non appartiene a questo mondo terreno.
Walter Galli
PS. “Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte”. (Oscar Wilde).
PS 2: riguardo all’articolo uscito oggi su Sciaremag.it “Provocazione, desiderio incontrollato e un pizzico di malinconia”.. Secondo me il più bel manifesto della montagna. Orgoglioso di condividerlo.
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