Abbiamo messo Gaia Ferazzi, vice presidente dell’unione albergatori di Aprica, difronte a un dubbio: meglio la risalita chiusa o l’assembramento aperto? Significa questo.
Siamo certi che la risalita chiusa sia stata una buona idea? E se questo addirittura peggiorasse la situazione? E ancora. Chi controllerà i pranzi di Natale?
Le regole sono state scritte, poi, come sempre vanno interpretate e nel Belpaese si rischia che ognuno faccia un po’ come vuole. L’ultimo DPCM indica il divieto di spostarsi tra comuni nel giorno di Natale, Santo Stefano e Capodanno.
Tra regioni a partire dal 21 dicembre. Così, come conferma Alitalia che ha avuto un aumento delle prenotazioni del 40%, pare che ci si prepari per l’esodo il 20, giorno prima dello stop.
Il fine settimana del 19/20 dicembre sarà da “bollino nero” mentre nessun problema per i rientri, visto che sarà sempre possibile tornare alla propria residenza.
Risalita chiusa, un’idea intelligente?
Le azioni del governo sono mirate a contrastare principalmente l’esodo verso il Sud Italia ma le ripercussioni ricadono anche su quanti desiderano raggiungere le località alpine. Per quanti hanno la seconda casa o hanno prenotato in hotel all’interno della regione non ci saranno grandi problemi. O meglio, i problemi saranno legati all’impossibilità di sciare.
«All’Aprica così come in tutte le località ci stiamo organizzando per offrire ai turisti attività alternative allo sci alpino – ci spiega Gaia Ferazzi, vice presidente dell’unione albergatori di Aprica – Siamo consapevoli che sarà un inverno diverso ma anche in pensiero perché un conto è avere i turisti sparsi su decine di chilometri di piste, un altro stipati in paese».
Chi farà i controlli?
Purtroppo anche in questa situazione l’esperienza di quanti vivono la montagna sarebbe potuta e dovuta essere alle fondamenta delle decisioni. Non sempre è stato così. Da Roma promettono l’esercito e i droni per controllare spostamenti e assembramenti. Ma sarà sempre possibile? «Sicuramente non saremo noi albergatori a sostituirci alla polizia. Faccio un esempio. Al mio Albergo Aprica i clienti dovranno cenare in camera il 25 dicembre invece che al ristorante. Come sarà possibile controllare che un gruppo di amici non si riunisca in una sola camera, risultando così più “assembrati” rispetto alla sala ristorante?»
Un problema, quello del pranzo di Natale, che si riverbera da Nord a Sud e coinvolge tanto le strutture alberghiere quanto, soprattutto, le abitazioni private. Il momento più bello dell’anno, il pranzo di Natale, rischia di trasformarsi nel focolaio peggiore dell’anno.