Turismo

Paganella, per l’inverno servono regole certe

Regole certe, è quanto chiede Luca D’Angelo, direttore dell’Apt di Dolomiti Paganella per il prossimo inverno. L’altalena sulle aperture e l’incertezza è stato il dramma peggiore dello scorso inverno. Impianti, strutture alberghiere, ristoranti, rifugi, scuole sci, piste… la macchina della montagna bianca ha sempre tenuto i motori accesi senza mai vedere il semaforo verde. Speranze sempre disilluse e una situazione deprimente ma anche dispendiosa. Questo è quanto non deve accadere il prossimo inverno.

Ovviamente l’auspicio è che il virus sia sotto controllo e si possa tornare a sciare normalmente. Se però così non fosse servono regole chiare e certezze. «Lo scorso inverno sarebbe stato molto meglio sapere di non poter aprire per l’intera stagione piuttosto che lavorare per un via mai arrivato – ci ha raccontato nell’intervista video – Questa situazione non deve più ripetersi».

Dolomiti Paganella si gode l’estate

In attesa dell’inverno Dolomiti Paganella si gode l’estate, stagione che per presenze supera addirittura quella invernale. Infatti il 55% dei 2 milioni di turisti che salgono sull’altopiano lo fa in estate. Il merito? In buona parte delle biciclette. Proprio quest’anno la località trentina festeggia i 10 anni dall’apertura del Dolomiti Paganella Bike. Inizialmente i primi tracciati sono nati dall’intraprendenza di Ezio Cattani che guidato da passione e visione del futuro lavorò il primo trail. Da allora lo sviluppo è stato incredibile. Il coinvolgimento dell’Apt e di molte strutture che costituiscono la catena ricettiva ha dato un grande impulso. Oggi Molveno, Andalo e Fai hanno tre bike aree distinte ma collegate tra loro. La natura delle stesse è molto differente con diverse tipologie e livelli di tracciato. Una precisa cartellonistica spiega come muoversi, sia geograficamente, che in base al livello tecnico del biker.

Le località dispongono di tutti i servizi per gli amanti delle due ruote. Impianti con personale preparato, noleggi bici e accessori, punti per il lavaggio, hotel attrezzati per rimessaggio e manutenzione, guide e accompagnatori. Anche i ristori hanno menu per i bikers. Le protezioni alle ginocchia e il casco sono obbligatori, consigliato quello aperto perché… «Qui pedoni e amanti delle bici convivono senza alcun problema. Pensiamo che potersi vedere in faccia e magari fare un sorriso salutandosi sia la cosa migliore per condividere l’amore per la montagna. I nostri trail sono sicuri ma, ovviamente, se un biker preferisce un casco integrale non c’è alcun problema». A proposito di sicurezza un ruolo fondamentale è garantito, oltre che dalla perfetta manutenzione dei tracciati, dalle guide. Ancora una volta ricordiamo che guidare nei boschi e sui trail non è come andare a comprare il pane in città. Una guida, visto il livello tecnico, potrà consigliare al meglio per vivere delle giornate divertenti in sicurezza, così come fanno i maestri di sci.

About the author

Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere nel corpo di redazione della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo e ospite fisso nella trasmissione televisiva Buca 9. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi “costretto” dal suo ruolo di responsabile del turismo per la Rivista Sciare. È un duro lavoro, ma qualcuno le deve pur fare...