La prima, la seconda e l’ultima, la “Lettera di un maestro di sci” è nata per caso e non per caso si fermerà. Tre è quasi da sempre il numero perfetto. Certamente ci saranno altre occasioni. Le chiameremo i pensieri di un maestro di sci. Intanto una riflessione riguardo alla situazione impianti di risalita e il loro futuro dopo l’intervento di Valeria Ghezzi, presidente Anef , nel “Live” organizzato ieri sera da Skipass di Modena.
QUAL È IL FUTURO (PROSSIMO) DEGLI IMPIANTI?
Ecco cosa ha raccontato Valeria Ghezzi, Presidentessa Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari) a “Skipass Panorama Turismo”, evento televisivo-social nato dalla collaborazione tra l’Ente Fiera di Modena e la rivista Sciare.
“Al momento attuale arrivare a una soluzione che soddisfi il CTS (Comitato Tecnico Scientifico) e impiantisti è complicato, molto difficile. Addirittura, tanto per dare un’idea chiara della situazione, in un primo momento ci è stato addirittura chiesto di poter far accedere in giornata agli impianti non più di 150 persone per località. Impensabile e insostenibile“.
Ovvio che fino a quando la curva non scende e fino a che esiste un – conclamato – pericolo di contagio, è giusto attenersi a precise regole, anche personali e di buon senso, tra le quali mascherina indossata e distanziamento, come è altrettanto capibile che, al momento, esistano certamente altre priorità: zone rosse, arancioni, gialle, posti letto per terapie intensive.
Ma il punto è che il CTS – non certo per demeriti dell’Anef, che sicuramente avrà presentato un protocollo attento e funzionale – di questo mondo non conosce niente.
Sono circolate voci, soltanto voci, da verificare se attendibili o no, di proposte fatte dal CTS agli impiantisti secondo cui sarebbe obbligatoria la tracciatura, con nome e cognome, di ciascun sciatore e addirittura, nel caso di seggiovie, anche di chi è seduto accanto.
Sarebbe come entrare in un grosso supermercato, dove sei controllato all’ingresso, e successivamente avere un altro nuovo controllo ai banconi della spesa e a tutti coloro che ti sono vicini. Auguriamoci non sia vero.
Voci comunque che danno l’idea di quanta approssimazione esista nell’affrontare il tema delle riaperture impianti in tutta sicurezza. Su qualsiasi altro mezzo di trasporto pubblico e privato questa procedura non è prevista.
È bene ribadirlo, come ha giustamente ricordato Valeria Ghezzi: “Oggi dobbiamo essere realisti e pensare alla salute di tutti noi“.
Però, quando i contagi diminuiranno, consentendo così una graduale (e veloce, si spera) ripresa delle attività, ivi comprese quelle dello sci, quali saranno le eventuali direttive prescritte dal CTS e avvallate dalla Conferenza Stato-Regioni?
L’attesa implica comunque l’obbligo per le stazioni di sci di continuare a lavorare in data da destinarsi, nel frattempo investendo e anticipando soldi che non si sa se e quando rientreranno.
“Molte stazioni non stanno sparando neve per via delle alte temperature“, ha ricordato la Presidentessa dell’Anef in occasione di “Skipass Panorama Turismo”.
Da questo punto di vista al momento una… fortuna, ma quando le temperature si faranno più rigide e finalmente si potranno usare i “cannoni”, chi pagherà il conto della neve programmata fatta, nel caso in cui la stagione dello sci venga ulteriormente rimandata?
Gli addetti ai lavori sanno benissimo che il pronti via non esiste, le piste vanno preparate e questo necessita di una programmazione che richiede tempo.
Gli impianti riceveranno indennizzi nel caso di prolungate chiusure? Un tempo si diceva: … “Ahh, a saperlo”. Attorno agli impianti ruota tutta un’economia di stazione, un’intera filiera che merita attenzione.
Molte località sciistiche sono state costrette ad annullare, con grande senso di responsabilità, importanti gare ed eventi. Proprio ieri, parlando con il Presidente della Cervino, Matteo Zanetti, mi ha confermato che: “È con grande dispiacere che gli organizzatori, alla luce del lockdown in corso e della chiusura degli impianti di risalita ai turisti, con mancanza di certezze sulla data di riapertura, hanno deciso di rimandare la gara di Coppa del Mondo di Snowboardcross al 2021.
Ben consapevoli si trattasse di una grande occasione promozionale per il comprensorio e per la Valle d’Aosta, si è valutato troppo complesso affrontarlo in questa situazione così particolare, dovendo altresì coinvolgere, come prescrive protocollo e regolamento di gara, personale sanitario, in questi giorni già sotto pressione per il COVID. Le incertezze del momento fanno propendere per concentrare le energie di tutti sull’apertura al pubblico quando verrà il momento“.
Già, quando verrà il momento: dovrà avvenire (tutti si augurano prima del Natale) con linee guide e protocolli sicuramente rispettosi della salute di tutti gli sciatori ma realisticamente applicabili sugli impianti di risalita.
Nel caso di “chiusure” a oltranza, abbiamo sempre a disposizione le ciaspole, che dagli ultimi sondaggi di mercato, sono in costante crescita nelle vendite. E allora, come suggerito da Marco Di Marco, direttore della rivista Sciare in occasione della diretta “Skipass Panorama Modena”, perché non dare dei bonus acquisto anche per le racchette da neve? Sono convinto che avremo delle risposte più veloci dal Governo. Vedi monopattini. Ma con quelli è duro raggiungere le località di montagna.
Walter Galli
P.S.
Alla Presidentessa Anef Valeria Ghezzi l’augurio di buon lavoro. E che la schiettezza delle sue parole facciano da guida per tutti quei politici che hanno a cuore il mondo della neve.
Quanto alle code, argomento che probabilmente preoccupa il CTS: distanziamento e mascherina rientrano nel rispetto delle regole di ciascuno di noi, non solo in montagna, dove peraltro lo sci è sport che si pratica all’aria aperta.