L’appello della scuola sci Antelao: “Gli impianti di San Vito a rischio chiusura”.
È incredibile come possano cambiare le cose nel giro di soli 15 chilometri. Da una parte la ben nota Cortina d’Ampezzo, al centro dell’evento olimpico, dunque sempre più bella, sempre più ricca. Dall’altra San Vito di Cadore, il paese immediatamente vicino alla perla delle Dolomiti, appena 11 km, che però può brillare di sola luce propria e nemmeno riflessa.
E allora accade che la Scuola Sci e lo Ski Team Antelao di San Vito di Cadore, il paese del grande René De Silvestro, lancino un accorato appello per cercare di salvare la società impianti, la Scoter, a forte rischio chiusura. Una società strategica e fondamentale per la comunità di San Vito, volano dell’economia e importante centro sportivo invernale che coinvolge non solo l’attività della scuola, ma anche quelle di tutti i paesi della valle del Boite.
Perché la Scoter srl si trovi in una situazione di difficoltà? Presto detto: la società si è trovata ad affrontare una serie di eventi catastrofali di grande entità, a cominciare dall’evento franoso del 2015, per proseguire con i danni causati da Vaia fino alla caduta di massi ciclopici del 2019. Quindi la pandemia cominciata nel 2020, ed infine gli aumenti dell’ energia elettrica.
Se qualcuno pensa che ci sia stata una cattiva gestione sbaglia. Questa volta non sono stati commessi errori. Appena si risolveva un problema ne arrivava un altro. Vaia ha semi distrutto una pista che per essere sistemata ha richiesto un ingente somma di denaro. La società nata su iniziativa di privati era stata quasi del tutto rilevata dal Comune. Una legge però impone gli enti pubblici di dover produrre attivo altrimenti dopo tre anni deve lasciare l’impegno. Oggi la maggioranza è tornata nelle mani dei provati e il comune detiene solo il 26% ma non può certo intervenire per sanare i debiti. Che poi non sono così elevati se si pensa che sono pari se non inferiori al costo di gestione di un solo gatto battipista. Eppure la situazione sta prendendo una brutta piega.
Il direttore della scuola Antelao Geremia Pordon, dà questa spiegazione: “Il fattore principale che ha determinato questa situazione è fondamentalmente il calo delle presenze e naturalmente le sciagure atmosferiche che anno dopo anno hanno provocato il dissesto finanziario. Sembra incredibile con una Cortina così vicina, ma chi sceglie di andare nella Perla delle Dolomiti è evidente che non considera Vito come una opzione.
Nel giro di dieci anni siamo passati da quasi 700 mila passaggi a 450 mila. Di conseguenza anche i posti letto diminuiscono perché gli hotel hanno iniziato a chiedere uno dopo l’altro. Ora, se gli impianti non riapriranno possiamo rimanere in piedi recandoci sulle nevi di Cortina, ma questo comporta una serie di complicazioni notevoli. Se non si arriva in loco prima delle otto del mattino il parcheggio te lo scordi. Inoltre trasportare bambini piccoli coi nostri pulmini è un’assunzione di responsabilità notevole. Speriamo che la situazione possa risolversi al più presto con l’aiuto di tutti.”
San Vito è un di quelle stazioni medio piccole fondamentali per l’economia dello stesso sci. Qui nasce la prima passione per la neve, i primi approcci con le varie attività che iniziano quasi sempre con i maestri delle scuole sci. Esattamente come accade in questo piccolo angolo di paradiso dolomitico, ai piedi dell’Antelao, sulle pendici di Cima Belprà. Dove si sviluppa la skiarea con 9 piste per lo sci alpino non molto lunghe. Località ideale per le famiglie dal momento che i piccoli hanno a disposizione un kinderheim, mentre il “Parco Nevesole” offre il campo scuola, la pista per gommoni, bob e slittino, il babypark con giochi e gonfiabili.
“Ma ora non c’è più tempo – fa sapere la scuola sci – C’è bisogno di fare scudo e unire le forze di tutti, sanvitesi ma non solo, di chiunque abbia a cuore le sorti di questa società che per molti ha rappresentato una parte più o meno importante di vita. Chi ha fatto le prime discese proprio su queste piste, chi ha avviato qui l’attività agonistica chi ci ha lavorato, chi ci ha camminato , chi ci ha sudato percorrendole con gli sci da alpinismo“.
Il rischio chiusura è causato dalle troppe perdite accumulate nel corso degli ultimi inverni, pari a circa €. 336.000
Se non saranno presto coperte gli impianti verrano definitivamente chiusi. È stato elaborato un piano industriale che dovrebbe portare nel giro di pochi anni, a far camminare la società nuovamente con le proprie gambe.
Ognuno di voi – continua la scuola sci Antelao – può decidere di dare il proprio contributo versando un importo, piccolo o grande, che servirà a coprire parte delle perdite; se ognuno riuscisse a contribuire, anche solo in minima parte, tutti insieme si può arrivare ad una cifra importante che porterebbe al proseguimento dell’attività. Ringraziamo tutti coloro che in qualche modo si renderanno partecipi al raggiungimento di questo fondamentale obiettivo e vi invitiamo a non sentirvi esclusi dalla questione perché i benefici che l’apertura porta alla maggior parte di noi sono facilmente intuibili. Grazie a tutti
L’appello della scuola sci Antelao:
Add Comment