Si è tenuta oggi nella straordinaria location del grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino la presnetazione della nuova stagione della Vialattea. Per non perdere alcun dettaglio di tutte le novità dell’inverno 2019/20 ed esaminare i nuneri confortanti della scorsa stagione, pubblichiamo la relazione dell’ing. Giovanni Brasso, presidente dekka Sestriere spa.
Non lo facciamo mai ma crediamo che questa volta, sarebbe riduttivo pubblicare solo le infornazioni di interesse pratico (in fondo), come le news su piste e impianti, i costi degli skipass e gli eventi. Brasso ha toccato temi molto importanti. Riguardano la Vialattea ma sono validi anche per l’offerta turistica in generale. Biona lettura
Per più che ovvi motivi la conferenza stampa di presentazione della stagione invernale 2019/2020 non poteva che essere focalizzata sul grande ritorno nella nostra regione e sulle nostre montagne delle gare di Coppa del Mondo di sci.
Chi mi ha preceduto ha avuto modo di ricordare il successo che abbiamo ottenuto nel 2016 e vi ha illustrato il progetto per l’edizione calendarizzata per il 18 e 19 gennaio prossimi venturi.
Per quanto detto il mio intervento quest’anno sarà limitato all’esposizione dei dati relativi alla stagione scorsa, almeno di quelli che ritengo più significativi, a farvi un accenno di quanto da noi investito per crescere, non solo dal punto di vista sciistico ma anche da quello della gestione di altre attività, e di quanto abbiamo intenzione di investire nel prossimo futuro per mantenere il posto che abbiamo in Europa che, vi assicuro, dati alla mano, è più che significativo.
Mi soffermerò inoltre su alcuni argomenti specifici, di grande interesse per il nostro settore, a proposito dei quali speriamo di poter lavorare dal punto di vista progettuale e della programmazione con le Istituzioni che governano il Piemonte.
Per quanto riguarda i numeri della stagione 2018/2019 ritengo sia opportuno partire dal grafico n.1 che riporta l’andamento delle nevicate e delle temperature registrate nel corso della stagione in questione.
Il grafico rileva la scarsità di neve caduta dal cielo ma soprattutto l’andamento altalenante delle temperature che hanno caratterizzato l’inverno scorso. E’ necessario, in particolare, evidenziare che abbiamo avuto due finestre fredde importantissime (novembre e dicembre) nelle quali le basse temperature ci hanno consentito di produrre neve in quantità idonea per preparare piste in buone condizioni e per mantenerle in efficienza fino alla nevicata vera di inizio febbraio.
E’ opportuno riflettere sulla possibilità che abbiamo avuto di sfruttare le condizioni ambientali favorevoli nei tempi giusti poiché senza questa possibilità sarebbe stata praticamente compromessa l’intera stagione sciistica. La nevicata dell’inizio di febbraio infatti, senza l’importantissimo zoccolo duro realizzato con la neve programmata, sarebbe stata di scarsissima utilità. Nello specifico i due periodi freddi che hanno caratterizzato l’avvio della scorsa stagione invernale si sono collocati dal 16 al 27 novembre e dall’8 al 21 dicembre.
Lo slittamento in avanti delle stagioni che ormai si registra da alcuni anni e del quale abbiamo più volte parlato mette sempre più a rischio l’inizio della stagione sciistica; risulta quindi essenziale essere pronti ed in grado di poter sfruttare nei tempi giusti tutti i periodi freddi, ancorché sporadici e/o brevi.
A questo proposito ricordo a tutti gli addetti ai lavori che il contratto per la produzione della neve è scaduto il 15 settembre e che per i motivi chiaramente già detti è bene che il suo rinnovo avvenga in tempo utile per non perdere eventuali opportunità per iniziare quanto prima le fasi di innevamento.
Per quanto riguarda le presenze vi informo che abbiamo avuto un incremento di una certa importanza nella vendita degli stagionali a proposito dei quali si è riconfermata vincente la scelta del doppio stagionale (open, valido sempre, e standard, con alcune limitazioni), abbiamo lavorato molto bene superando le precedenti stagioni con gli skipass plurigiornalieri, principalmente utilizzati dai tour operator, mentre, come era prevedibile, abbiamo avuto un leggero calo nella vendita di skipass giornalieri, causato dalla scarsità dell’innevamento naturale. Ad ogni buon conto abbiamo archiviato una stagione positiva anche se non da record ma evidentemente i record sono tali perché non si possono superare con facilità. I diagrammi 2, 3 e 4 (che seguono) evidenziano quanto già detto.
Va ancora rilevato che nel corso della passata stagione abbiamo avuto un importantissimo incremento nella vendita degli skipass plurigiornalieri online; questo risultato significativo è stato ottenuto soprattutto grazie ad un accordo che, attraverso il Consorzio Turistico Via Lattea, ha permesso a molte strutture ricettive di dotarsi di emettitrici di skipass per fornire un servizio migliore alla clientela.
Siamo però ancora carenti sulla vendita attraverso internet o altre forme di bigliettazione automatica degli skipass giornalieri. Evidentemente il cliente della “giornata sci” preferisce ancora usufruire delle casse tradizionali. E’ chiaro che su questa questione dovremmo lavorare ancora per indirizzare la nostra clientela verso quella che è ormai la forma di bigliettazione prevalente in tutti i settori dei servizi.
Desidero per pochi minuti tornare sull’argomento “accommodation”, anche perché nel corso della conferenza stampa dello scorso anno avevamo affrontato la problematica degli alberghi chiusi; l’Amministratore Delegato vi ha già illustrato gli investimenti immobiliari dell’estate appena conclusa, io desidero solo sottoporre alla vostra attenzione il fatto che nell’aprile scorso abbiamo sottoscritto l’atto pubblico per l’acquisto dell’Hotel “I Cavalieri” e che all’inizio di dicembre inaugureremo la struttura completamente rinnovata, da oggi chiamata “Gran Roc”, nella quale in 6 mesi abbiamo realizzato un programma di ristrutturazione del valore di oltre 2 milioni di euro. Permettetemi di dire con un po’ di ambizione che come sempre i nostri tempi di reazione sono prossimi allo zero.
Ad oggi la nostra azienda, oltre al ramo funiscioviario ed al campo da golf 18 buche, che come sapete è uno dei più alti d’Europa, dispone di n. 6 rifugi sulle piste e di 3 strutture alberghiere in grado di ospitare circa 600 persone, oltre alle 9 strutture alberghiere e ai 4 rifugi presenti sull’area di proprietà dell’ABC, nostro azionista.
Non abbiamo intenzione di fermarci qui, perché continuiamo a ritenere che sia importante affiancare al nostro business principale altre attività collaterali; continueremo a lavorare per l’acquisizione di altri rifugi, di nuove strutture alberghiere e anche di altre attività commerciali.
Per il futuro, dal punto di vista impiantistico, considerando ormai concluso il periodo di ridisegno del comprensorio, che è stato difficile, molto laborioso e molto costoso, abbiamo in programma un piano generale di investimenti di durata pluriennale, che prevede la realizzazione di quattro nuovi impianti: due seggiovie automatiche da 6 posti, con una portata di 2800 persone/ora, e due sciovie.
A proposito della realizzazione della prima 6 posti in Vialattea auspichiamo di poter iniziare nei primi mesi del 2020 le operazioni di progettazione esecutiva per poter procedere alla richiesta delle necessarie autorizzazioni ed alla successiva realizzazione dell’opera.
Approfittando della qualificata partecipazione di esponenti della politica piemontese e di funzionari di spicco delle Istituzioni e per dare alla nostra conferenza stampa anche un significato politico, desidero ritornare su alcuni argomenti di rilevante importanza per il turismo della nostra Regione.
Prima però di affrontare questi argomenti credo sia utile ricordare a tutti (cosa che non dimentico mai di fare) che la Regione Piemonte, direttamente o tramite consociate e/o partecipate, è il secondo “gestore di impianti di risalita” del nostro territorio dopo la Sestrieres SpA e come tale sarebbe anch’essa beneficiaria delle proposte che sto per illustrarvi.
Il primo argomento sul quale è importante ritornare è quello della Settimana dello Sport nel periodo di Carnevale.
Nonostante in questi ultimi anni qualcosa di importante sia stato fatto, credo si possa fare molto di più.
E’ necessario che nella settimana di Carnevale dal mercoledì al venerdì vengano sospese nelle scuole la didattica, le verifiche, le interrogazioni, che la presenza a scuola sia facoltativa e che in detti giorni per tutti coloro che non sono interessati a praticare sport e/o a frequentare la montagna. Magari a classi unificate, si programmino corsi di formazione utili e alternativi a proposito dei quali non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Come contropartita per quanto sopra potrebbe essere richiesto alle società che gestiscono impianti di risalita un prolungamento della stagione sciistica o, in alternativa qualora ci fossero le condizioni, l’apertura anticipata degli impianti, cose che porterebbero importantissimi benefici anche occupazionali per le decine di migliaia di addetti ai lavori nel settore turistico piemontese.
Il secondo argomento che ritengo sia importante portare alla vostra attenzione è quello della programmazione nell’erogazione dei contributi per la produzione della neve e per la sicurezza che, come ben sapete, sono di interesse territoriale, non solo delle società che gestiscono gli impianti di risalita. Ferma restando la quantificazione di questi contributi che evidentemente non può prescindere dalle condizioni economiche non solo della Regione ma anche del Paese, è necessario che le imprese
sappiano di poter contare su questi contributi per un congruo numero di anni, mettendosi così nella condizione di poter pianificare investimenti anche significativi sulle proprie strutture. Potrebbe essere costruttivo e utile garantire alle imprese di ricevere contributi annui per 5/6 anni, richiedendo alle stesse la garanzia del reinvestimento del 50/60% di quanto annualmente ottenuto a titolo di contribuzione, nel miglioramento delle proprie infrastrutture, cosa che sicuramente andrebbe a beneficio di tutto il nostro sistema turistico.
Spero che non sia sfuggito che intanto si tratterebbe di operazioni a impatto economico neutro per il Pubblico ma soprattutto che si otterrebbero grandissimi miglioramenti in termini di ritorni per le aziende, anche per quelle pubbliche, per i lavoratori, per il territorio e anche per lo Stato che, come tutti sapete, è il destinatario della parte preponderante della fiscalità.
Faccio ancora un appello agli addetti ai lavori affinché quando si apprestano a discutere di neve, di impianti di risalita e delle società che li gestiscono, piccole, grandi, pubbliche o private che siano, non si dimentichino di considerare l’impatto che queste aziende hanno sul territorio in termini di popolamento, di occupazione e più in generale di tutela a 360° del territorio stesso e non si dimentichino il rapporto “costi/benefici”.
Quanto costerebbe infatti riconvertire l’economia di centinaia di valli, quanto costerebbe assistere a migrazioni epocali in cerca di lavoro nelle città e quanto costerebbe ancora governare i territori che verrebbero abbandonati. Ritengo che una riflessione attenta e seria in tal senso potrebbe facilitare molto il vostro lavoro e le vostre scelte e metterebbe le nostre aziende in condizione di poter guardare al futuro con maggior fiducia e serenità.
Siamo abituati a sentir parlare di tavoli di crisi a Roma, a Torino e nelle altre grandi città, attorno ai quali si siedono i vertici delle aziende, le organizzazioni sindacali e gli esponenti della politica per trovare soluzioni plausibili per far riprendere l’attività produttiva.
Nel nostro settore non esiste la struttura del tavolo di crisi, esiste solo il salvataggio da parte delle Istituzioni che generalmente, direttamente o indirettamente, entrano nel capitale delle aziende in crisi.
Procedura che sicuramente può essere utile per risolvere qualche problema locale ma, più in generale, non solo non incide ma addirittura danneggia il sistema turistico complessivo, perché alla fine crea una sperequazione evidente tra le aziende pubbliche, o partecipate dal pubblico, e quelle private.