Il “Pensiero di un maestro di sci” di oggi si intitola: Il nuovo significato di rispetto: “aspettare e non sciare”.
Avanti così. Niente di nuovo per la montagna, che con questo nuovo DPCM vieta ancora gli spostamenti tra Regioni, sino al 6 aprile, dando così l’ultimo e definitivo colpo mortale alla stagione, inclusa quella primaverile.
Specialmente per le stazioni di sci in quota. Pasqua in montagna, anche se senza sci, ma con la possibilità di spostarsi da Regione a Regione, seppure in arancione o in giallo, non sarebbe stata un’idea niente male. Soprattutto per dare un po’ d’ossigeno ai commercianti e a quei pochissimi alberghi aperti, che avrebbero potuto lavorare per queste vacanze.
Nell’ultimo DPCM è prevista l’apertura di musei, teatri e cinema dopo il 27 marzo. Sulla montagna nulla.
Si è persino accennato alla possibilità di dare il permesso ad alcuni sport, di piscina e di palestra, di poter prendere lezioni individuali.
Anche se al momento non vi è nulla di confermato. Lo sci sempre escluso da ogni discorso, pensando a Roma che la stagione sia ormai finita. Anche se vero, non è una giustificazione.
Meglio allora mettere per tempo le mani in avanti, visto che probabilmente, anche per il prossimo inverno, le vacanze sugli sci saranno (se permesse) contingentate, con gli impianti ancora a numero chiuso.
In attesa di ristori e per evitare un’altra stagione in bianco” (di non lavoro), sarebbe opportuno avere la certezza dal Governo che i maestri di sci possano ritornare a insegnare già quest’estate sui ghiacciai e il prossimo inverno.
Attuando quelle stesse modalità e quei criteri di sicurezza proposti da Collegio Nazionale e Amsi, le cui linee guida sono ineccepibili e che consentirebbero di lavorare.
Quello che andremo a vivere quest’estate è un film che già conosciamo, per averlo vissuto: spiagge aperte e, per la legge del contrappasso, lo saranno pure gli impianti, e probabilmente se sì a numero chiuso. Con un finale però scontato: un ritorno in autunno a nuove restrizioni. Occorre avere per tempo delle risposte certe dal Governo, per non “subire” più quegli “stop and go” che di fatto hanno ucciso l’intera economia di montagna.
Lo sci turistico, il cui indotto è fondamentale per la montagna, non può essere nuovamente messo al bando. E con esso l’intera categoria dei maestri di sci.
I quali dovranno avere un canale privilegiato laddove si parli, si parlerà (?) di vacanze sulla neve. Siamo stati fermi al palo, pardon al cancelletto di partenza, un anno. Con noi tantissimi appassionati.
Adesso è ora di ripartire, in massima sicurezza, ma ripartire, già in estate e in inverno.
In un piano nazionale governativo che prevede lockdown sempre più mirati, circoscritti a specifici territori, è necessario che Roma ascolti la montagna, i suoi esperti. Come i maestri di sci.
Che continuano nelle loro proteste di piazza per ottenere i ristori, ultima quella di venerdì scorso a Bergamo, dove era pure presente il Presidente dell’AMSI Lombardia Luciano Stampa a rivendicare attenzione alla nostra categoria. Evento denominato “La Montagna merito Rispetto – SoS Montagna”, cui è dedicato questo pensiero.
Ma alle giuste proteste si deve aggiungere un piano efficace che consenta alla montagna di “fare turismo”. Perché è di questo che vive.
Walter Galli
P.S. Corretto essere ristorati visto il “non lavoro” di quest’inverno, ma ritornare a lavorare è fondamentale per non far morire un’intera categoria di professionisti. Che più di tutti avvicinano e fanno appassionare tanti turisti allo sci. Iniziando dai bambini, che sono il futuro di questo sport. Il nuovo significato di Il nuovo significato di