Turismo

Il 28 luglio, al Forte di Bard, anteprima della mostra “L’Adieu des glaciers” (Mt. Bianco)

il 28 luglio, al Forte di Bard, anteprima della mostra “L’Adieu des glaciers” (Mt. Bianco)
Quarta tappa del progetto L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica, prodotto dal Forte di Bard, che dal 2020 propone un viaggio iconografico e scientifico tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta per raccontare la storia delle loro trasformazioni.

L’iniziativa si traduce in un approfondito lavoro di studio attorno al Monte Rosa, al Monte Cervino, al Gran Paradiso e al Monte Bianco e si sviluppa nell’arco di quattro anni, uno per ciascuna realtà fisica e culturale connotativa della regione alpina, grazie al supporto di numerosi enti ed istituzioni.

Foto in alto di: ALESSIO NEBBIA. La Catena del Monte Bianco, dall’Aiguille des Glaciers al Mont Dolent, ripresa dalle pendici del Monte Cormet negli Anni 20 (Gelatina bromuro d’argento/carta. Regione autonoma Valle d’Aosta, Collezioni regionali, ENIT 23F). Foto sotto di DANIELE CAMISASCA: La Catena del Monte Bianco, dall’Aiguille des Glaciers al Mont Dolent, ripresa dalle pendici del Monte Cormet nel 2022 (Digitale / fotomontaggio di cinque fotogrammi D.Camisasca_Pan-5-foto)

Dopo aver esplorato il gruppo del Monte Rosa, il Monte Cervino e il Gran Paradiso, il viaggio alla scoperta della storia e dello stato di salute dei ghiacciai italiani termina nel 2023 con un focus interamente dedicato al Monte Bianco.

La mostra Il Monte Bianco: ricerca fotografica e scientifica, allestita al Forte di Bard dal 29 luglio 2023 al 7 gennaio 2024, presenta una straordinaria ricchezza di contenuti: 142 autori, 29 schede di ricerca, 73 fotografie e una serie di foto-confronti che raccontano il Monte Bianco quale straordinario luogo in grado di ospitare indagini scientifiche in campi che vanno dalla glaciologia alla geomorfologia, dalla pedologia e nivologia alla climatologia.

Otto le sezioni tematiche, all’interno delle sale delle Cannoniere, curate da Enrico Peyrot, fotografo e storico della fotografia e da Michele Freppaz, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, che si è occupato della parte scientifica. Peyrot e Freppaz, assieme al Forte di Bard, hanno coordinato i rapporti con i numerosi archivi, enti di ricerca, istituzioni, collezionisti che hanno preso parte al progetto.

Immagine di: FRATELLI DURANTE. Il Dôme dal Gonella alla fine anni Venti, anni Trenta del Novecento. Lastra stereoscopica positiva b/n gelatina-bromuro d’argento (Avise, Association Valdôtaine Archives Sonores, Avise, Fondo_Fratelli DURANTE_stereo_09-224)

Le sezioni

La ricerca scientifica

Il materiale fotografico e il patrimonio di conoscenze vengono presentati al grande pubblico attraverso un suggestivo itinerario glaciologico e l’utilizzo di diverse forme di espressione artistica.

Grazie alla collaborazione con la Cabina di regia dei ghiacciai valdostani e il Comitato Glaciologico Italiano, si sono raccolte le descrizioni di numerose attività di ricerca condotte nell’area del Bianco su temi specifici. Ad esempio, lo studio dei fattori che controllano la formazione e lo sviluppo della copertura detritica sopraglaciale e dei suoi effetti sui tassi di fusione, la determinazione del bilancio di massa attraverso immagini satellitari stereo ad alta risoluzione e rilievi aerofotogrammetrici. O lo studio di laghi di contatto glaciale, di potenziali valanghe di ghiaccio e il censimento dei fenomeni franosi.

Interessanti dal punto di vista ambientale, sono i dati sulle precipitazioni medie annue sul Bianco, pari a 940 mm, con in media circa 6 metri di neve fresca all’anno registrati dalla stazione meteorologica automatica del Mont de la Saxe (2110 m.). Importante stazione di misura meteorologica è poi quella che è stata installata nel 2015 in prossimità del Colle Major al Monte Bianco (4.750 m.), mentre dal 2011 è in corso la misura del regime termico delle pareti settentrionali delle Grandes Jorasses (4.100 m.) e, dal 1997, del Seracco Whymper alle Grandes Jorasses.

Immagine di LORENZO COSSON. Val Ferret, Seracco delle Grandes Jorasses. Istallazione delle catene termometriche, Estate 1997. (Pellicola diapositiva 60×60 – Courmayeur, Archivio Fondazione Montagna sicura – Jorasses-seracco_intervento_1997_KODAK E100S-6)

L’esposizione della sezione scientifica è impreziosita da un plastico del Monte Bianco realizzato dal canonico P.L. Vescoz, pioniere delle scienze naturali, nella seconda metà dell’800. La possibilità di drappeggiare tematismi diversi sul modello fisico di un territorio rende il plastico un formidabile, attrattivo strumento di comunicazione scientifica, in particolare nel campo geologico-geomorfologico.

Da qui la realizzazione di un ulteriore plastico, a cura del Comitato Glaciologico Italiano, in cui la rappresentazione 3D del rilievo montuoso viene animata da immagini digitali multitemporali che ne illustrano la natura geologica, le forme del paesaggio, e le modificazioni ambientali nel tempo passato e presente.

Immagine di LAURENT BIONAZ: Courmayeur, Val Veny, Rifugio Gonella; veduta del tratto terminale del Ghiacciaio del Dôme e in basso il tratto intermedio del Ghiacciaio del Miage – 07 Agosto 2010 (Digitale / fotocomposizione a mosaico)

Capolavori fotografici provenienti dalle Collezioni regionali della Regione Valle d’Aosta

Esposte fotografie commissionate dal Comitato Provinciale del Turismo di Aosta a Vittorio Sella il quale, tra il 1934 e il 1935 e nel laboratorio di San Gerolamo a Biella, esegue stampe fotografiche – non solamente relative al Monte Bianco – in grande dimensione con trattamenti a doppio tono da lastre sue e di altri autori.

Tra le otto opere in mostra spicca l’eccezionale stampa in bianco/nero della magistrale panoramica di 220° del Monte Bianco effettuata dalla Tour Ronde tra fine ‘800 primo ‘900. Tra i fotografi esposti: Alessio Nebbia, Alessandro Melegari, Francesco Negri, Jules Brocherel, Vittorio Sella.

Forge e ghiacci

Primo Novecento, il Monte Bianco, Courmayeur: l’andirivieni di alpinisti nazionali e internazionali, guide alpine, fotografi. A Les Forges, nell’officina del fabbro Henri Grivel, si forgiano utensili necessari per la locale comunità agro-pastorale. Nel 1909, l’ingegnere ferroviario e alpinista inglese Oscar Eckenstein individua nell’abile fabbro Grivel colui in grado di dare forma ad attrezzi di ferro adatti a “artigliare” il ghiaccio. In mostra rare fotografie relative alla storica officina Grivel, al fabbro Henri e ai figli Amato, Angelo e Camillo. Dalla collezione di Walter Grivel, nipote di Henri, provengono gli scarponi, i ramponi e la piccozza di Walter Bonatti. Degne di nota alcune fotografie di Giovanni Varale e Jules Brocherel realizzate a fine ‘800 primo ‘900 a gruppi di guide alpine di Courmayeur e all’alpinista Edward Whymper. Inediti ed emozionanti due scatti – estratti da una nutrita sequenza di Ottavio Berard – realizzati il 20 giugno 1957 in occasione dell’inaugurazione al monumento alla guida alpina Mario Puchoz.

Immagine di ÉMILE BIONAZ: Val Veny, Ghiacciaio della Brenva. La grotte de glace avec, à l’intérieur, Proment et le vicaire (titolo originale) del 04 settembre 1893. (Lastra negativa b/n 180×240 alla gelatina-bromuro d’argento Collezione privata. Fondo fotografico Émile Bionaz_545-7011).

L’Adieu: sguardi da monte a valle

Le quattro sperimentali ed estese vedute fotografiche contemporanee – commissionate appositamente dal Forte di Bard – realizzate da Enrico Peyrot, palesano aree recentemente deglaciate situate nel versante valdostano della Catena del Monte Bianco.

Stereofotografie tra fine ‘800 e primo ‘900

Anche per la mostra sul Monte Bianco, il progetto l’Adieu des Glaciers presenta un allestimento visivo ispirato al primo sistema stereoscopico a specchio inventato nel 1832 da sir Charles Wheatstone. Esposti dieci speciali accorgimenti sceno-tecnici che permettono di rivivere la fotografia stereoscopica storica praticata, fino dagli albori della fotografia, in ambito alpino.

Courmayeur, Fondazione Montagna Sicura

Quattordici fotografie documentali: dagli anni di poco precedenti l’istituzione della Fondazione Montagna Sicura (primi anni ’90 del Novecento), all’attività contemporanea della Fondazione.

Immagine di GIANNI COSTANTINO: Sciovia al Petit Flambeau. 05 settembre 1975 (Gelatina bromuro d’argento / carta Courmayeur, archivio Massimo Rey)

Ventidue variazioni sul Bianco

Il Monte Bianco si conferma aperto ad infiniti sguardi è, in eguale misura, a indefiniti misteri. Gli squarci fotografici, nello spazio e nel tempo – da fine ‘800 al contemporaneo – di questa sezione sorprendono. Gli autori sono: Émile Bionaz, Reparto fotografico del regio esercito, Jules Brocherel, Octave Bérard, Gianni Costantino, Enrico Peyrot, Aldo Lanzeni, Laurent Bionaz, Giuseppe Lucca, Luca Artioli, Simone Mondino, Gianfranco Moroldo e Francesco Jodice.

Confronti

La sezione espone una panoramica della Catena del Monte Bianco, dall’Aiguille des Glaciers al Mont Dolent, ripresa dalle pendici del Monte Cormet. La ripresa fu realizzata da Alessio Nebbia negli anni Venti del ‘900 e mirabilmente stampata da Vittorio Sella nel 1933-34. La sezione ospita una seconda fotopanoramica del Monte Bianco realizzata dal medesimo punto di ripresa dell’opera di Nebbia dal fotografo Daniele Camisasca nell’estate 2022.

Il seracco Whymper. 28 luglio Forte di Bard 28 luglio Forte di Bard 28 luglio Forte di Bard

La mostra verrà presentata in anteprima venerdì 28 luglio, alle ore 11.00 con una cerimonia al Forte di Bard.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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