Il “Pensiero di un maestro di sci” di oggi si intitola: “I Sindaci, gli Assessori e lo stato di banalità naturale”
Abbiamo, puntuale, il nuovo DPCM che rimarrà in vigore sino al 15 gennaio. Dopodiché aspettiamo ancora tre giorni e vedremo se il 18 gennaio la montagna potrà ritornare a “vivere”, a rivedere nuovamente gli sciatori turisti in pista.
Intanto va detto che a oggi (a stasera) non si hanno ancora notizie riguardo le linee guida richieste dal CTS per poter aprire gli impianti.
È giusto ricordarlo, non soltanto per dovere di cronaca, ma per ribadire “una situazione di assoluta incertezza, non più sostenibile”, come giustamente ha scritto il Sindaco di Sauxe d’Oulx Mauro Menguzzi (nella foto di copertina) in una “lettera aperta” inviata a Roma al Ministro della Salute Roberto Speranza e a Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport e per conoscenza al Governatore del Piemonte Alberto Cirio.
Nel testo si legge che: “Nella piena gravità della situazione sanitaria, chiediamo però vi sia chiarezza nelle decisioni. E soprattutto una progettualità in prospettiva, finalizzata a una ripresa in tempi, magari lunghi, ma certi. Non possiamo accettare questo pantone di colorazioni, che variano a intervallo di pochi giorni, perché questo impedisce una qualsiasi programmazione“.
La montagna “finalmente” fa parlare di sé con lettere di Assessori e Sindaci, con rappresentanti di diverse associazioni (maestri di sci, Anef, Federfuni Italia). E con operatori turistici, questi ultimi decisi a far conoscere, attraverso TV, quotidiani e social, le ragioni del proprio dissenso nei confronti di un Governo che ancora non ha saputo, o voluto, dare risposte concrete.
Il rinvio delle aperture degli impianti dal 7 al 18 gennaio è stata una scelta voluta dagli “Assessori della Montagna” e condivisa dagli stessi impiantisti per l’allora situazione dei contagi. Motivata anche dal fatto che il Comitato Tecnico Scientifico non si era (ieri come oggi!) espresso circa le nuove linee guida da adottare. Le stesse che stiamo ancora aspettando per poter riaprire.
Ad ascoltare le dichiarazioni dei politici, ultima in ordine di tempo quella di Salvini che, in un’intervista televisiva (ieri sera a “Dritto e Rovescio”, dove peraltro è andato in onda un servizio su Zermatt con gli impianti aperti a fare da contraltare a quelli di Cervinia chiusi), ha parlato di un suo incontro con una delegazione di maestri di sci, dicendo di essere consapevole della drammatica situazione che stanno vivendo.
Fa piacere incassare solidarietà, ma a Roma la montagna chiede da tempo due semplici cose: riaprire le attività e avere date certe. In caso contrario ricevere subito adeguati ristori, calcolati, come in altre nazioni, sull’80% del fatturato dello scorso inverno.
Sorge però il dubbio che il Governo dei monopattini, dei banchi a rotelle e dei bonus, come quelli per il wc (sì, avete letto giusto!), ha altro a cui pensare, salvo ricordarsi delle tasse, che vanno comunque pagate, anche se non si lavora.
Ieri la Francia ha comunicato che gli impianti rimarranno chiusi almeno sino ai primi di febbraio, in ragione dei contagi e delle strutture sanitarie al limite del collasso.
Gabriel Attal, portavoce del Governo, ha però fatto sapere, come riportato da Sciaremag che: “Continuerà il sostegno economico a ristoranti, impianti di risalita, maestri di sci e stagionali“.
Questo è aiutare concretamente la montagna, tutto il resto è… noia, fatta di parole scontate, di aiuti promessi e non arrivati o, per i più fortunati, ricevendo la cifra record di 400 e 600 euro: per i nostri governanti abbastanza per vivere.
Concludo questo pensiero serale con le appropriate parole del Sindaco di Sauxe d’Oulx. “Diteci se volete che quest’industria, che contribuisce in modo significativo a quel 14% che rappresenta il turismo nel PIL Nazionale, sia di Vostro interesse...”.
A domani sera, e chissà se potremo insieme “finalmente” (qui l’aggettivo è d’obbligo!) commentare le osservazioni del CTS sulle previste aperture. Non mi stupirei però se giungessero soltanto domenica 17 gennaio, giusto in tempo per un altro rinvio. Di cui, stavolta, non sapremo proprio cosa farcene.
Walter Galli
P.S. “Dichiaro lo stato di banalità naturale”. (seriotonina, Twitter). Banale è non avere avuto mai dati certi sui contagi in montagna. È banale ricordare che se non sarà permesso il viaggiare da una Regione all’altra sarà pressoché inutile riaprire. E ancora, banale è chiedere ristori, che non ci sono. Non è mai banale difendere il diritto al lavoro. Banale è invece la politica di chi chiude e basta. I sindaci gli assessori I sindaci gli assessori