Turismo

È come aspettare Godot…

Il “Pensiero quotidiano” di oggi si intitola: “È come aspettare Godot”

Ieri, nel bel mezzo di una (finta) crisi di Governo, le associazioni di montagna Uncem (unione nazionale comuni, comunità ed enti montani), Federfuni, Anef Italia e Cai, sono state ricevute, come riportato da Sciaremag, dai nostri “amici” di Roma.

Finalmente, verrebbe da dire, visto che a tutt’oggi non si conosce ancora quale sarà il futuro di tanti lavoratori, ormai fermi dal 7 marzo scorso. Nella riunione di ieri si parlava però di altro, soprattutto di sicurezza piste. Che sa un po’ di presa in giro, vista la situazione.

Sta di fatto che, sempre ieri, in un collegamento televisivo con Claviere (Rete4, “Fuori dal Coro” di Mario Giordano), maestri di sci e altri operatori turistici del settore neve protestavano contro un Governo che si è completamente dimenticato della montagna.

Non è certo la prima località ad essere scesa in piazza durante questo lockdown. Ormai si parla da parecchi mesi di ristori per la montagna, di un utilizzo in sicurezza degli impianti, argomenti fino ad oggi diventate soltanto “lettere morte”, da cui le (giustificate) proteste.

Un continuo rimandare, il che fa presupporre che non esiste un vero e proprio “piano montagna” da parte del Governo. I ristori proposti agli impiantisti, tanto per fare un esempio, sono assolutamente insufficienti, con cifre stanziate (ipoteticamente) che non coprono nemmeno le spese di ordinaria amministrazione.

Quanto alle invocate aperture, ma ormai per molte stazioni è tardi, domani (giovedì 21 gennaio) finalmente il CTS dovrebbe esprimersi. Curiosi di conoscere cosa hanno da dire.

Claviere, nel collegamento televisivo, ha fatto una sintesi perfetta dell’attuale situazione, facendo inquadrare un cartello, molto esplicativo, che riportava in cifre mensili quanto la Francia ha dato in materia di ristori, oltralpe arrivati puntualmente.

È così che dovrebbe funzionare, anche in Italia: mi chiudi, non mi permetti di lavorare, mi paghi, non con ristori da elemosine, però. Non si può più aspettare “Godot”, il tempo è scaduto: questa non è una commedia, è la vita, la nostra!

Ma ai politici interessa davvero la montagna? Giusto per chiudere queste tristi considerazioni con una chicca. In molti hanno sicuramente visto tanti Senatori riuniti a Palazzo Madama, nella notte dei “volenterosi” di ieri, che si abbracciavano e non rispettavano per niente le tanto invocate distanze di sicurezza, valide, a quanto pare, solo e soltanto per gli impianti di sci, bar e ristoranti. Mezzi pubblici esclusi.

Walter Galli
P.S. Intanto Pontedilegno-Tonale ha annunciato, CTS permettendo, di aprire eventualmente gli impianti anche se a marzo. Questa è la montagna che piace a tutti, che vuole lavorare e non rimanere ferma.

Auguriamoci che altre località, con comprensori in quota, dove è ancora possibile sciare in primavera, seguano l’esempio… così che Godot non debba aspettare l’estate o il prossimo inverno per venire in vacanza. è come aspettare godot è come aspettare godot

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).