Turismo

Dolomiti Superski: così il consorzio impianti sviluppa il concetto di sostenibilità

Dolomiti Superski: così il consorzio impianti sviluppa il concetto di sostenibilità.
Alcuni anni fa Dolomiti Superski coniò lo slogan: «We care about the Dolomites». Non solo uno strillo bensì un programma con un orizzonte chiaro e definito per la cura del territorio che fonda le radici nella sua storia. «Siamo e prosperiamo sul territorio da molte generazioni – ci racconta Marco Pappalardo, direttore marketing di Dolomiti Superski – Sulle Dolomiti in periodi di grandi migrazioni è nato il turismo che ha permesso di mantenere le persone sul territorio. Per questo motivo le nostre terre sono fonte di rispetto e vogliamo mantenerle al meglio per le generazioni future».

Tale dogma è denominatore comune nelle 130 società funiviarie che oggi compongono il Dolomiti Superski e investono da anni, 110 i milioni di euro dell’estate 2023, per il continuo ammodernamento, anche in chiave ecologica, dei loro impianti di risalita e innevamento. Ma come si sviluppa il concetto di sostenibilità?

Il progetto si chiama DS Responsability e include non solo il fattore ambientale ma anche quelli economico e sociale. «Vogliamo fare impresa per dare ricchezza al territorio mantenendo la popolazione nel rispetto della natura – continua Pappalardo – Siamo consapevoli che fare impresa oggi non può essere a emissioni zero però può essere fatto in modo virtuoso e, attraverso la tecnologia arrivare a essere il più sostenibili possibile».

Ma come è possibile armonizzare tale concetto con 450 impianti di risalita e 6.000 di neve programmata?

Ecco alcune considerazioni emerse al termine della raccolta dati di DS Responsability:

– Gli impianti di risalita non producono alcun tipo di emissioni in maniera diretta. Zero CO2, in quanto alimentati per la maggior parte da energia idroelettrica. Gran parte di questa energia da fonti rinnovabili viene prodotta in loco, data la presenza di molte centrali idroelettriche nelle zone alpine. Inoltre, la quasi totalità delle società impiantistiche di Dolomiti Superski ha in essere contratti di fornitura di energia elettrica verde certificata.

– Il rumore prodotto dagli impianti di risalita è molto contenuto grazie ai nuovi motori DirectDrive dei singoli costruttori. Nella trasmissione diretta, non è più presente il riduttore con i vari ingranaggi, il che limita il rumore ed elimina grandi quantità di lubrificanti. Inoltre, i nuovi motori sono molto più efficienti in termini di consumi energetici.

– Gli impianti di risalita, in quanto artefatti in ambiente naturale, sempre di più sono progettati

secondo criteri volti alla riduzione dell’impatto ambientale. Da sempre però sottostanno alle rigide direttive provinciali e regionali che regolano la materia. Inoltre, in caso di necessità, un impianto di risalita sarebbe totalmente smantellabile in poche settimane e il paesaggio ripristinabile totalmente con adeguate misure.

– Fanno notizia le cabinovie costruite nelle grandi metropoli del mondo, quali soluzione ai problemi di traffico e di mobilità civile. In montagna, difficilmente gli impianti di risalita sono visti in questi termini. Eppure, anche in montagna cabinovie e funivie hanno un grande potenziale per diventare una valida alternativa sostenibile al traffico motorizzato privato.

Progetti concreti sul territorio di Dolomiti Superski possono già oggi essere presi d’esempio in questo senso: i collegamenti diretti ferrovia/cabinovia a Plan de Corones e a 3 Cime Dolomiti, il collegamento in cabinovia Colfosco-Passo Gardena e quello Plan de Gralba-Passo Sella e Lupo Bianco-Passo Sella, la cabinovia che collega Cortina d’Ampezzo alla zona 5 Torri, nonché tutto il sistema della Val Jumela-Ciampac verso la Sellaronda in Val di Fassa.

Collegamenti che potrebbero ridurre sensibilmente il traffico nelle rispettive zone.

Su questa falsariga, gli impianti nuovi sono progettati, tenendo conto anche di questi criteri rivolti al futuro.

– Gli impianti di innevamento programmato funzionano esclusivamente con energia idroelettrica, acqua pura di sorgente e aria compressa. Niente altro. Il tema degli eventuali additivi chimici è ormai da tempo obsoleto, in quanto non è mai stato concreto e vietato. L’acqua viene spesso raccolta durante i mesi estivi in bacini appositamente realizzati, e trasformata in neve del tutto naturale quando è meno necessaria.

Quindi, viene restituita, pulita, al circolo idrico naturale in primavera all’atto dello scioglimento. Non viene così consumata né tanto mento sprecata. In termini quantitativi, l’acqua impiegata per l’innevamento delle piste da sci è estremamente meno di quella impiegata in altri settori produttivi ed economici quali l’industria o l’agricoltura.

Inoltre, gli impianti sono continuamente ammodernati e oggi, per esempio, producono la stessa quantità di neve di 20 anni fa con la metà dell’acqua.

– La quasi totalità dei mezzi battipista è alimentata a diesel, il che comporta una certa quantità di emissioni. Sono però iniziati i primi esperimenti con carburanti GTL (Gas to Liquid) che possono sostituire il gasolio senza dover intervenire sui motori. Sono al vaglio degli operatori e anche già impiegate sul campo, soluzioni con motori ibridi diesel-elettrici e a breve dovrebbero apparire primi modelli con propulsori a idrogeno.

Nel frattempo, l’impegno degli impiantisti è quello di sostituire macchinari più datati con mezzi moderni e con motori di ultima generazione (Euro 6), che comunque garantiscono meno inquinamento e prestazioni ottimizzate in quanto a impiego di carburanti e lubrificanti.

Già oggi i mezzi battipista sono muniti di un sistema di tracciamento GPS, che permette di ottimizzare i tragitti percorsi durante la notte, evitando possibilmente di fare più volte la stessa strada. Così si risparmia carburante.

– Grazie alla tecnologia disponibile, molte delle 130 società funiviarie consorziate nel Dolomiti Superski, adottano software gestionale per ottimizzare la propria attività, il che si ripercuote in maniera positiva anche in termini di sostenibilità.

Tutto il sistema è integrato nei gestionali ed è possibile monitorare con precisione la quantità di neve prodotta in certi punti della pista, da dove è prelevabile dai mezzi battipista, quando in altri punti il manto nevoso scende sotto allo spessore minimo.

È così possibile tarare la quantità di neve prodotta, così da raggiungere il termine della stagione con il minimo della neve indispensabile. Così si risparmiano acqua, energia elettrica, carburante e denaro.

– Sempre più società funiviarie adottano misure semplici, che contribuiscono però alla salvaguardia dell’ambiente. Dove il numero di collaboratori è elevato vengono organizzati servizi di navette interno, per limitare l’uso delle vetture.

Presso gli impianti di risalita vige la raccolta differenziata di rifiuti, mentre i rifiuti industriali sono smaltiti secondo le procedure previste dalla legge. Società funiviarie che al contempo gestiscono anche attività gastronomiche in pista sono organizzate per operare plastic free. Ove possibile vengono impiegati pannelli fotovoltaici o collettori solari per l’energia elettrica da impiegare in loco e l’acqua calda per le strutture impiantistiche.

– Carezza è l’unica zona sciistica italiana che ha aderito al progetto «Neutralità Climatica 2025», che prevede una serie di misure per aumentare notevolmente la sostenibilità,

andando a compensare il gap di CO2 non evitabile, con investimenti in progetti ambientali internazionali.

In compenso molte delle società di Dolomiti Superski hanno ottenuto la certificazione ISO 14001 Ambiente che attesta l’implementazione di metodologie atte alla salvaguardia ambientale nei processi aziendali.

– In tema plastic free Dolomiti Superski sta sperimentando nuove tecnologie

volte in futuro a sostituire gli skipass attuali con altri fatti di cartone altamente riciclabile e chiamati organic card. Ciò permetterà di risparmiare quasi 40000 chili di plastica a stagione.

Insomma, «We care about the Dolomites» è la declinazione di quanto la destinazione sciistica più vasta al mondo si è prefissata di fare: prendersi cura di chi ha fiducia nel servizio che offre, avere occhi di riguardo per l’ambiente naturale che accoglie gli sciatori ed essere un punto di riferimento per la popolazione locale quale datore di lavoro, volano per l’economia turistica e leader della filiera. Dolomiti Superski così il Dolomiti Superski così il Dolomiti Superski così il Dolomiti Superski così il Dolomiti Superski così il Dolomiti Superski così il

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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