I comprensori sciistici francesi, riunitisi a Grenoble in assemblea, hanno dato il via a un piano eco ambientale senza precedenti. Un impegno che mai è stato preso in considerazione prima d’ora, ma che adesso vede tutti d’accordo.
L’obiettivo principale è quello di raggiungere la neutralità del carbonio, dal 2037, con zero emissioni di CO2. Sembra un periodo molto lontano, ma i processi che portano a un risultato del genere non sono così semplici. E per arrivarci partiranno subito alcune misure che segnano un impegno a dir poco epocale.
Il percorso ambientale prevede ben di 16 eco impegni, tutti mirati a preservare la montagna con misure concrete in termini di clima e emissioni di gas serra. Ma non solo: gestione delle acque, tutela della biodiversità e salvaguardia del paesaggio.
Clima ed energia
Oggi il 95% delle emissioni di gas a effetto serra delle aree sciistiche è legato all’uso dei gatti battipista che funzionano a diesel. Diversamente dagli impianti di risalita che sono a emissioni zero perché funzionano con l’elettricità. È necessario dunque costruire un nuovo modello energetico.
Dopo aver consultato produttori e scienziati, l’idrogeno è emerso come l’unica opzione che risponde a condizioni di utilizzo estreme. I prototipi saranno pronti entro 3-5 anni.
Questa soluzione prevede lo sviluppo di siti di produzione di idrogeno verde e sistemi di distribuzione nelle valli.
Entro 5 anni, tutte le aree sciistiche avranno formato i propri operatori dei gatti alla guida ecologica, che ridurrà il consumo di diesel e le emissioni di carbonio dal 5 al 10%, senza attendere la tecnologia dell’idrogeno.
Entro 2 anni, tutti gli operatori di seggiovie, funivie e funivie saranno stati formati sulla guida ecologica, il che ridurrà il consumo di elettricità dal 10 al 20%.
Infine, sarà generalizzato l’uso razionale degli impianti di risalita: al di fuori dei periodi di alta attività, gli impianti di risalita considerati superflui saranno chiusi purché ciò non influisca sul numero di piste aperte.
Acqua e agricoltura
Dalla gestione dell’acqua, che è un punto strategico, poiché da essa dipende la capacità di produrre innevamento artificiale, i comprensori sciistici ne addolciranno il prelievo nel tempo.
Ad esempio immagazzinando l’acqua, prima possibile, poiché la produzione annuale di neve richiede più di 100.000 m3 di acqua.
Consapevoli che l’acqua è un bene comune prezioso, si impegnano a mettere in atto un piano per salvare questa risorsa. Gli operatori con più di sei macchine misureranno sistematicamente l’altezza della neve in diversi punti delle piste per ottimizzare i volumi di neve prodotti durante la stagione.
Infine, per sostenere la pastorizia nelle aree sciistiche, in una situazione di siccità, le aree sciistiche con un approvvigionamento idrico condivideranno la risorsa con gli allevatori nel loro territorio. Nonché per il fabbisogno di riserve di fuoco o acqua potabile.
Biodiversità
Entro 5 anni ogni operatore deve disporre di un inventario delle conoscenze ambientali delle aree naturali interessate (fauna, flora, zone umide, zone di svernamento, zone di riproduzione, ecc.). Questo inventario sarà aggiornato nei settori in cui si sta lavorando.
Le aree sciistiche desiderano inoltre proteggere ulteriormente i grandi uccelli e in particolare il fagiano delle Alpi e quello dei Pirenei. Che a volte si feriscono con i cavi degli impianti di risalita. In 5 anni, il 100% delle sezioni dei loro impianti di risalita che espongono i galliformi di montagna a un rischio di collisione saranno dotate di segnali visivi.
Paesaggi
Sul tema dei paesaggi che contribuiscono all’attrattività dell’offerta turistica di montagna, gli operatori dei comprensori sciistici intendono accelerare il ritorno alla natura. Dopo ogni intervento di sviluppo o infrastruttura si dovrà rivegetare il 100% dei comprensori sciistici. Lo faranno utilizzando esclusivamente semi endemici.
Lo smantellamento degli impianti obsoleti è una parte importante di questo piano. A partire dall’estate del 2021 verrà implementato un sistema per l’eliminazione degli impianti di risalita abbandonati, per raggiungere l’obiettivo di almeno tre installazioni all’anno entro il 2023.
Rifiuti
Sul tema dei rifiuti, infine, c’è l’impegno a organizzare almeno una volta all’anno un’operazione di raccolta presso ogni stazione / sito. Implementeranno misure di sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti per sciatori ed escursionisti, in collaborazione con le associazioni.
Alexandre Maulin, (nella foto Daulphine) Presidente di Domaines Skiables de France (DSF): “I gestori delle aree sciistiche sono in prima linea nel vedere gli impatti del riscaldamento globale sulla montagna. Scioglimento dei ghiacciai, caduta di massi, disgelo del permafrost, maggiore variabilità del manto nevoso.
La nostra attività gioca un ruolo chiave nello sviluppo delle aree montane. Perché il nostro settore sostiene 120.000 persohttp://www.domaines-skiables.fr/fr/home/ne, più posti di lavoro indiretti nelle valli.
La nostra responsabilità è agire ora e collettivamente, perché è in gioco il futuro delle nostre attività, dei nostri figli e dei nostri territori. Da soli, non fermeremo il riscaldamento globale, è un tema planetario che richiede l’impegno di tutti.
Ma abbiamo scelto di essere i primi a partecipare a questa transizione, per preservare questo bene comune che è montagna. E lo faremo assieme a tutti i nostri partner. Quelli eletti delle nostre regioni, scuole di sci, strutture ricettive, negozi di articoli sportivi.
Senza dimenticare i nostri partner tecnici e tutti i socio-professionisti.
Sul clima, pietra fondamentale dei nostri impegni, abbiamo deciso di fissare una data ambiziosa per raggiungere la c”arbon neutrality” nel nostro settore, a partire dal 2037, con zero emissioni di CO2. ”
Anne Marty, vicepresidente di Domaines Skiables de France (DSF): “Per la prima volta, un intero settore si sta mobilitando per preservare e mantenere la propria attività. Lo sviluppo della tabella di marcia ambientale DSF ha mobilitato tutti i 250 membri della nostra camera professionale.
È il risultato di 2 anni di lavoro. E ora si applica a tutti gli impianti di risalita e ai comprensori sciistici, pubblici o privati. Indipendentemente dalle loro dimensioni e dai massicci. Tutti questi impegni ecologici sono stati valutati per la loro fattibilità.”
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