Anef raccomanda ai suoi associati, ovvero alle società impianti di riferimento pronte ad aprire, le regole per le aree sciabili. Si tratta di un prontuario non di una legge. Non è nemmeno un decreto bianco. Caso mai un protocollo di comportamento approvato non da istituzioni politiche, ma dalla logica e dal senso per la sicurezza di tutti. Quindi è sicuramente nell’interesse dell’intero settore osservarlo con un totale rigore. E leggendo il testo si comprende molto bene il perché.
NOTA DELLA PRESIDENTE DI ANEF A TUTTI I GESTORI DI IMPIANTI FUNIVIARI ITALIANI
Negli ultimi giorni molti di noi sono stati contattati da Sci Club e Federazioni Sportive Regionali per richiedere la disponibilità di piste per gli allenamenti degli atleti. Sul tema come è noto valgono le regole fissate dagli ultimi DPCM emanati dal governo, che stabiliscono che le nostre aree sciabili sono chiuse, ma può essere concesso il servizio solo nel caso di:
“atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali e internazionali o lo svolgimento di tali competizioni”.
Al fine di evitare il verificarsi di spiacevoli conseguenze per le nostre aziende dovute a violazione delle norme, che comporterebbero un gravissimo danno d’immagine per tutta la categoria, invitiamo a rispettare alcuni semplici accorgimenti.
Per prima cosa consigliamo di gestire la comunicazione con gli sci club sulla base di documenti scritti, ufficiali e come tali disponibili per essere esibiti in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine.
Tali documenti dovranno contenere:
1) Esplicita e motivata richiesta da parte dello sci club o della federazione sportiva.
2) Indicazione puntuale di data, orario e durata dell’allenamento.
3) Indicazione della pista (o porzione di pista) che sarà utilizzata e del tipo di allenamento previsto.
4) Elenco nominativo dei soggetti che accederanno alla pista (atleti, allenatori, eventuale personale medico ecc.).
5) Impegno dello sci club o della federazione sportiva a controllare l’effettiva identità delle persone, per garantire la corrispondenza alla lista nominativa fornita alla società funiviaria. E ulteriore impegno a verificare che eventuali soggetti terzi non accedano all’area sciabile (genitori, accompagnatori, turisti ed escursionisti di passaggio).
6) Esplicitazione dei servizi richiesti ai gestori (preparazione pista, palinatura, trasporto con l’impianto a servizio della pista, eventuale soccorso).
7) Esplicita segnalazione da parte della società funiviaria che l’area sciabile è chiusa, che saranno garantiti solo i servizi concordati (indicare lista) e solo negli orari definiti. Che permane il fermo divieto ad uscire dalla pista (o porzione di pista) individuata per gli allenamenti. E che in nessun caso la società funiviaria potrà assumersi responsabilità per eventuali violazioni, soprattutto in caso di incidente.
8) Esplicita segnalazione da parte della società funiviaria che l’unico impianto funzionante sarà quello a servizio della pista. E che lo stesso potrà essere utilizzato unicamente dagli atleti ed allenatori ricompresi nella lista nominativa (punto 4).
9) Esplicita segnalazione da parte della società funiviaria che, come evidenziato dalla Legge 363/03, sarà responsabilità del soggetto organizzatore dell’evento garantire la presenza dei dispositivi medico-sanitari obbligatori (es. defibrillatore). E gestire la sicurezza di atleti ed allenatori. Su questo punto lasciamo ad ogni società decidere, in base alle proprie valutazioni puntuali, se mettere a disposizione il proprio personale. O se richiedere che tutto il servizio sia gestito autonomamente dalle federazioni sportive.
Raccomando a ciascuno la massima attenzione. Abbiamo fatto un importante lavoro sia a carattere istituzionale, sia di comunicazione. Alla base del quale ho sempre speso la serietà ed il rigore della nostra categoria.
Siamo arrivati ad ottenere un’ipotesi di apertura al gennaio 2021, ed abbiamo ancora la possibilità di salvare, almeno in parte, la stagione invernale.
Ognuno di noi è ora responsabile di non vanificare gli sforzi fatti e di non danneggiare l’immagine del nostro settore con comportamenti poco opportuni.
Ciascuno sia consapevole che il proprio, individuale comportamento errato potrebbe avere conseguenze drammatiche oltre che di immagine, per tutte le altre aziende del settore in Italia. Privandole della possibilità di lavorare anche quel poco che oggi potrebbe essere concesso.
Buon lavoro e teniamo duro!
Valeria Ghezzi
PRESIDENTE ANEF