Settimo appuntamento con la tecnica di Sciare dedicato all’armonia dei movimenti, elaborato dall’istruttore nazionale Barbara Milani, che cos’ descrive l’argomento.
Tutte le volte che sento di godere appieno di una discesa sugli sci mi rendo conto che dentro di me è come se sfilasse una musica. Un ritmo incalzante con il quale mi trovo in piena armonia, riuscendo a far seguire alle note la sequenza di movimenti del corpo.
Tale armonia è completamente espressa allorché tutto è perfetto: la condizione fisica, il gesto tecnico, la neve, l’attrezzatura. E la mente è libera da condizionamenti negativi.
A volte, soprattutto in fase di apprendimento e dunque di cambiamento del gesto tecnico, è evidente, sia su di me che sulle persone a cui insegno, che si crea una fase nella quale la musica di fondo risulta essere un poco stonata.
Quando il maestro di sci richiede un movimento nuovo all’allievo, vorrebbe subito vederne la corretta esecuzione. Questo non è per nulla semplice, perché un gesto nuovo va inteso, percepito, ma soprattutto collegato in una nuova e più efficiente sequenza motoria. La cosa veramente complicata è dunque riuscire a distribuire e a collegare il movimento richiesto a quello successivo.
Visivamente, quando si osserva uno sciatore evoluto, si ha la netta sensazione che nel movimento tutto sia proporzionato, ritmato e assolutamente semplice!
In questa sequenza eseguita da Paco Veluscek si nota quanto la continuità di movimento sia nella parte alta del corpo che dalla parte bassa, renda già da questi fotogrammi l’idea di una sciata fluida e dinamica.
Riproponiamo il primo e l’ultimo scatto della sequenza che mette in risalto il concetto di Armonia
In realtà chiunque di voi ami sciare sa benissimo che sono sempre tante le variabili in gioco e che mettere in fila movimenti corretti e ben modulati non è uno scherzo. Spesso anche l’istinto gioca a sfavore dell’armonia.
L’istinto porta ad eseguire movimenti bruschi, i quali vorrebbero nelle intenzioni del nostro cervello riportarci repentinamente in condizione di percepita sicurezza.
Pensate a quante volte si ricerca una presa di spigolo immediata utilizzando bacino e ginocchia in modo rapido e poi, sino alla curva successiva, l’assetto rimanga sempre quello, statico ed immutato.
Cosi facendo, se osservassimo singoli fotogrammi di una sciata, potremmo anche apprezzare diverse inquadrature «perfette» ma nel complesso del gesto noteremmo altresì fotogrammi «sbagliati».
Quelli che nei fatti determinano sequenze motorie poco efficaci e momenti di scarsa dinamicità della sciata.
Se riuscissimo a distribuire bene i movimenti e soprattutto a capire che il corpo, sottoposto a sollecitazioni sempre diverse, deve ad esse rispondere muovendosi continuamente durante l’intero arco di curva, non vedremmo più solo alcuni buoni fotogrammi della nostra sciata.
Vedremo un intero filmato armonioso, testimone di una reale efficacia e fluidità del gesto.
Nella sequenza qui sopra: si ha l’impressione di vedere lo stesso fotogramma riprodotto più volte. Questo è l’esempio classico di una sciata statica e poco produttiva che l’Istruttore Alain Pini realizza forzatamente. Per Alain, che fa dell’armonia uno dei suoi punti di forza, chiedergli di sciare con staticità è stata una violenza!
Rispetto a quanto scritto nella didascalia della sequenza sopra, si nota chiaramente qui a sinistra, nel primo e ultimo scatto della sequenza come la gamba rimanga corta creando totale disarmonia nell’azione
Efficace? Eh sì, cari miei, perché l’armonia, oltre ad essere emotivamente bella, crea l’efficacia del gesto tecnico-motorio.
Tale armonia non è nulla più che il segno di una buona coordinazione motoria. Questa permette una distribuzione continua dei carichi e dunque di sfruttare al meglio le caratteristiche dello sci, e non solo.
Oltre che esteticamente gradevoli da vedere, diveniamo in tal modo efficaci ed efficienti nello svolgere una sequenza di gesti tecnico-motori complessi come quelli dello sci.
Diviene allora molto importante parlare, oltre che dei movimenti (ho fatto poc’anzi un semplice riferimento all’angolazione ma il discorso va rivolto a tutti i 4 movimenti fondamentali: alto/basso, laterale antero/posteriore, rotazionale) anche dell’ampiezza dei medesimi.
Cosa intendo per ampiezza? Beh, molto semplice. Significa vedere quanto la gamba è in grado di allungarsi o accorciarsi: quanto le spalle possono lavorare lateralmente; quanto lo spostamento delle anche, le rotazioni di spalle ed anche possono essere utilizzate, e ancora altri movimenti, più o meno ampi.
Provate a pensare di abbinare all’ampiezza di tali movimenti una musica interna in relazione agli archi di curva che intendete affrontare. Ritmi blandi su archi ampi. Ritmi più sostenuti e allegri su archi via via più brevi. Sono certa che da buon fermo immagine la vostra sciata diverrà presto un bellissimo film.
Gli alti temi trattati
1) La rotazione dei piedi – 2) Che cos’è l’angolazione – 3) L‘appoggio del bastoncino – 4) Cos’è cambiato nel nuovo testo tecnico – 5) 6) L’inclinazione della testa cambia la traccia!
Il servizio è stato realizzato sulle nevi del fhiacciaio Presena a Pontedilegno-Tonale