La rotazione dei piedi dal principiante all’esperto è il primo di una lunga serie di video dedicati alla tecnica. Da precisare, non facciamo tutorial e non parliamo di didattica. Grazie alla collaborazione di alcuni professionisti scelti tra i colaudatori di Sciare (circa 50!), abbiamo voluto verificare come alcuni temi di base sono stati inseriti, tradotti e interpretati dalla nuova progressione elaborata dalla Coscuma, impiegando un linguaggio semplificato.
Quindi parliamo di concetti, di tipologia di curve e di come lo sciatore deve interpretare la tecnica per eseguirli.
I dimostratori sono sei: Luigi Tacchini, Barbara Milani, Paco Veluscek, Thomas Vottero, Alain Pini e Chiara Carratù. Alla stesura dei testi e degli argomenti hanno dato il loro apporto anche Giulia Gianesini e Maurilio Alessi.
Il tutto si è svolto sulle nevi pre estive del Tonale, il giorno dopo un’abbondante nevicata che ci ha restituito un Presena spettacolare dal punto di vista dello scenario. Per forza di cose il terreno che abbiamo incontrato non è stato tra i più compatti. Certo, su neve dura è indubbiamente più facile eseguire una curva e dimostrare. E’ però altrettanto vero che in queste condizioni ci siamo avvicinati a situazioni che si possono comunemente trovare durante l’inverno.
In questa prima puntata l’Istruttore Nazionale Luigi Tacchini, ex atleta, nonché campione Mondiale Junior di slalom e docente di Sciare Campus, parla della la rotazione dei piedi. Questa risulterà un po’ forzata negli esercizi bassi, dallo spazzaneve alla curva elementare per poi diventare più naturale negli esercizi alti. In questi ultimi casi la velocità aumenta e la rotazione dei piedi diventa un poco più difficile da gestire. E’ indubbio che nel’alto livello l’azione dei piedi, nella fase di cambio, deve essere ridotta ai minimi termini, per non dire annullata.
Questo avviene nelle curve ampie. In questo caso si abbandona la rotazione del piede il cui lavoro è sostituito da un’adeguata angolazione che permetterà allo sciatore di deformare lo sci grazie anche alla sciancratura, dando libero sfogo alla “magica” conduzione. L’azione rotatoria del piede torna ad avere un ruolo negli archi di curva più brevi.
Si ringrazia per la collaborazione Kappa, Giro e Adamello Ski