Ci mancava pure questa nella tecnica dello sci, la posizione ghiacciata! Ma cos’è la posizione ghiacciata? Tranquilli, non è una nuova regola tecnica ma un semplice espediente per comprendere meglio i movimenti delle braccia e l’appoggio del bastone. Lo ha escogitato l’Istruttore Nazionale Barbara Milani che ora ci spiega.
Molte volte già nelle fasi iniziali della lezione mi accorgo che diversi errori nella sciata del mio allievo derivano semplicemente da un appoggio del bastone non corretto.
Con grande stupore delle persone chiedo spesso agli allievi di rinunciare all’appoggio del bastone durante l’esecuzione delle curve per provare semplicemente a garantirsi una postura solida delle braccia, che io chiamo scherzosamente «posizione ghiacciata».
Ciò per rendere l’idea di un assetto nel quale le braccia sono praticamente immobili. In tal modo ovviando a molte problematiche tecniche che nei fatti risultano con questo piccolo escamotage da subito molto meno pronunciate.
Vi faccio alcuni esempi. La sciata moderna non prevede un movimento verticale del centro di massa dello sciatore. Piuttosto considera un movimento verso l’avanti interno della curva, ciò che facilita per l’appunto l’ingresso in curva dello sci.
In questa sequenza ( e qui sotto il particolare) si nota come a volte, dopo l’appoggio del bastone, si tende a perdere il braccio indietro rispetto al punto di appoggio e in basso rispetto alla posizione ideale del braccio medesimo. Questo fa innescare, rotazioni eccessive e perdite di carico sullo sci esterno.
Ripensando al tempo che fu, successivamente all’appoggio del bastone, la progressione tecnica prevedeva la ricerca di un movimento verticale, a volte addirittura pronunciato.
L’automatismo di un tale gesto, soprattutto in persone che provengono da quel modello tecnico è naturalmente radicato.
Per cominciare a lavorare sui movimenti corretti mi trovo allora costretta spesse volte a eliminare completamente l’appoggio del bastone per far si che l’allievo posa familiarizzare con le giuste «direzioni dei movimenti».
In questa immagine si apprezza ciò che intendo per «posizione ghiacciata», nella quale la parte superiore del corpo rimane ferma. Lo sciatore non ricerca l’appoggio del bastone ma invece appoggi sicuri sugli sci e centralità dinamica
La stabilizzazione di nuovi gesti tecnici passa infatti forzatamente per le fasi del provare e del «sentire». Ma non finisce qui.
Se l’appoggio del bastone viene eseguito in egual maniera durante l’esecuzione di archi di curva diversi, si limita la buona riuscita degli archi stessi.
Ad esempio, se in un cortoraggio Italia si ricercasse l’appoggio del bastone ravvicinato rispetto allo sci , allo stesso modo di come si farebbe in un parallelo Italia, si avrebbe una rotazione eccessiva del busto in direzione della curva.
In questi fotogrammi l’Istruttore Alain Pini dimostra come la perdita «indietro e in basso» del braccio interno alla curva possa innescare una rotazione eccessiva del busto, rendendo l’ingresso della curva successiva decisamente complicato
Il risultato non potrebbe che essere la mancata esecuzione di un vero e proprio cortoraggio, viziato con tutta probabilità dal cosi detto «effetto tergicristallo» degli sci, dei quali non si riuscirà a controllare l’inerzia rotazionale.
Da ultimo, ma non per importanza… Cosa accade quando l’assetto delle braccia non risulta stabilizzato? Dopo l’appoggio del bastone si tende a perdere il braccio in basso rispetto al momento dell’appoggio. Oppure indietro rispetto al punto di appoggio. Al contempo si innescano movimenti che non aiutano a mantenere un buon carico sullo sci esterno nel primo caso. O portano a rotazioni sbagliate del busto nel senso della curva, nel secondo caso.
Insomma, si tratta questo di un argomento facilmente sottovalutato. Ma ricordate che un buon appoggio del bastone e un successivo veloce riassetto del braccio fa si che la sciata diventi «giusta» e particolarmente elegante.
di Barbara Milani
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Il servizio è stato realizzato sulle nevi del ghiacciaio Presena a Pontedilegno-Tonale