Senza Scarponi, lo schema motorio di base del rotolare. Rotolare è uno schema motorio di base che possiamo identificare come una rotazione del corpo attorno all’asse trasversale. Si sviluppa con l’appoggio del dorso per punti successivi (foto qui sotto). Oppure attorno all’asse longitudinale che si sviluppa con l’appoggio del tronco dalla posizione supina o prona (Sequenza 2 e 3), per punti successivi dal capo al bacino.
Nella sequenza vediamo Ludovica Vottero (classe 2005) esercitarsi nella tipica capovolta in avanti (la nota capriola), classico esempio di rotolare.
Questo «movimento» è ampiamente utilizzato nelle prime espressioni di traslocazione umana dopo che il neonato ha sviluppato un primitivo -ma complesso- controllo del proprio corpo. Gestione di capo, collo, tronco e arti, che avviene attraverso la delicata modulazione del sistema neuromotorio, nel coordinare segmenti corporei e tono muscolare.
sequenza 2: Leonardo Tessore (2014) esegue un movimento su un diverso asse di rotazione
Tale sincronia che avviene nel rotolare, si completa intorno ai sei mesi, dopo un ottimale raggiungimento del controllo posturale del corpo in appoggio sul terreno (strisciare). Il rotolare è un passaggio cruciale per l’esperienza dell’Uomo che lo porta, nell’inconsapevolezza puerile, a stravolgere in poche settimane una evoluzione durata milioni d’anni e che ci ha portato ad essere i bipedi dominanti.
Sequenza 3: Caterina Vernoli (2014) in una variante del rotolamento eseguito da Leonardo, in cui il corpo è in raccolta, questo è un primo passo didattico nel comprendere un’azione motoria fondamentale nel contesto di protezione in fase di caduta. La gestione del corpo in fase di rotolamento è fondamentale per la sensibilizzazione corporea di schemi motori fondamentale per la gestione del corpo in movimento; com’è necessario nello sci alpino, dove le variazioni spazio temporali richiedono una risposta rapida ed efficace
Questo importante stadio evolutivo, eleva il soggetto alla comprensione e utilizzo del corpo nello spazio, anche in condizioni di stravolgimento dell’equilibrio e quindi di quella abilità più estesa nota come stabilità.
Luciano Cuzzupè, allenatore dell’Equipe Pragelato, mentre esegue una dimostrazione per un esercizio propedeutico alla gestione motoria del corpo in fase di rotolamento verso dietro
Ora, vogliamo darvi un «piccolo» indizio su quanto possa essere importante tale schema per lo sci alpino:
pensate solo alla gestione dell’infante nei confronti del controllo del tono muscolare cervicale (del collo) e della postura del capo (testa). Infatti, il rotolare, proprio perché si sviluppa su più assi e piani di movimento, è in grado di attivare anche l’apparato vestibolare che ha il compito di fornire informazioni sulle accelerazioni lineari del capo, in modo da stabilire la sua posizione nello spazio.
Attraverso il rotolare si acquisisce anche l’apprendimento automatizzato della gestione del corpo nell’ambito dell’impatto col terreno (caduta). Da sinistra, Gabriele Cuzzupè (2008), Matilde Casse (2005) e foto 4 Lorenzo Cuzzupè (2007) mentre eseguono alcuni esercizi propedeutici alla corretta gestione della caduta sul terreno
E tutto ciò non è di importanza vitale nella tecnica dello sci alpino? Come anticipato, dopo i 3 anni, il rotolamento rappresenta uno schema poco usuale e può, nel trascorrere del tempo e se non opportunamente stimolato attraverso un «richiamo atletico», essere fonte di disagi se non di paure (pensiamo alla capovolta, fondamentale per la gestione delle cadute nello sci alpino).
Sebastian Franco (2009) mentre esegue un rotolamento indotto, sotto azione del Prof. Walter Stacco
Non allenare, stimolando anche specificatamente l’adulto (inteso soggetto dopo i tre anni) al rotolamento se non addirittura ad azioni di pre-acrobatica (capovolte, cadute, salti, volteggi) si può incorrere nel grave rischio di compromettere azioni motorie sportive importanti accumulando «quel» muschio di cui sopra Senza Scarponi ha fatto nota. Senza Scarponi lo schema Senza Scarponi lo schema
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