Quarto appuntamento con l’«Università della tecnica», che attraverso Sciare Campus organizza corsi per appassionati di medio e alto livello. Il sistema individuato dai docenti, ex atleti di Coppa del Mondo, istruttori nazionali e allenatori di II° e III° livello, prevede di dividere la tecnica in materie per le quali l’allievo riceve una valutazione in 30/trentesimi, proprio come accade nei tradizionali atenei. Nelle puntate precedenti abbiamo affrontato busto/spalle/braccia, poi la ricerca della perpendicolarità e quindi l’angolazione. È arrivato ora il momento di parlare dell’appoggio del bastoncino.
Scivolare è di per sé divertente soprattutto se si riesce a controllare l’azione. A volte, guardare un bravo sciatore mentre effettua curva strette o corto raggio, simili allo slalom, sembra quasi di assistere a una danza. Vi assicuro però che per effettuare ad hoc questa serie di curve, occorre il massimo impegno e uno sforzo non da poco.
Bisogna essere muscolarmente tonici e veloci sia nella fase di cambio degli spigoli che nella presa degli stessi. È inoltre importante, come in un ballo, trovare e mantenere un buon ritmo. L’appoggio del bastoncino riveste un ruolo fondamentale proprio per il ritmo, momento essenziale, come abbiamo detto, per la buona riuscita della danza.
Certamente questo non è il suo unico obiettivo. Deve essere fatto sempre verso valle o all’esterno della curva che stiamo eseguendo per aiutare a mantenere il busto, quindi l’asse sagittale, rivolto all’esterno degli sci. Se si riesce a mantenere il busto in questa posizione, l’inizio curva sarà più facile e naturale mentre il fine curva risulterà stabile e solido.
Per eseguire l’appoggio del bastoncino nel modo corretto bisogna valutare l’arco di curva che desideriamo eseguire. La distanza dell’appoggio dalla spatola e dalla punta degli sci varia in base alla grandezza della traiettoria da percorrere. Nelle curve strette si dovrà cercare un appoggio distante sia dalla spatola che dalla punta dello sci. Per valutare bene il punto esatto di appoggio, proviamo a immaginare un triangolo scaleno con un vertice a fianco della punta dello sci esterno, il secondo a fianco dello scarpone e l’altro sullo stesso asse del secondo, ma più distante, dunque più verso valle. Questo significa che all’incirca il punto di appoggio è identificato con la bisettrice formata dagli sci e dalla perpendicolare degli scarponi. A questo punto si deve tenere in conto solo il lato più lungo: su questo si effettuano gli appoggi. Più la curva è grande più l’appoggio avviene vicino al primo vertice del triangolo, mentre più è stretta maggiore sarà la distanza dal corpo, ma a fianco al bacino, quindi sul terzo vertice. Con l’appoggio del bastone e il busto nella giusta direzione abbiamo detto che il cambio sarà più facile, avremo addirittura una forza che si creerà volontariamente (come quella di una molla) e che con la diminuzione della presa di spigolo farà girare piedi e sci senza sforzi, fino a ritornare paralleli a quel famoso asse sagittale in prossimità della massima pendenza. Se nell’esecuzione di una curva stretta appoggeremo il bastoncino troppo vicino alla spatola, l’inizio curva risulterà brusco, di scatto, strappato e sicuramente poco naturale. Questo perché a inizio curva i segmenti corporei sono allineati; cioè la direzione della parte bassa del corpo (le gambe) è uguale alla direzione della parte alta (il busto). Ho appena descritto un potenziale errore effettuando il corto raggio, ma se invece disegnamo curve ampie, è corretto mantenere la direzione del busto, quindi l’asse sagittale più vicino alla direzione degli sci; questo è dovuto al fatto che facendo un inizio curva più graduale e usando uno spazio più ampio, non si deve essere così determinati e veloci nell’indirizzare gli sci nella traiettoria di curva, quindi non è necessario caricare «la molla».
La preparazione dell’appoggio del bastone avviene normalmente a metà curva, cioè quando gli sci si trovano sulla massima pendenza. Da lì si porta gradualmente avanti la mano che impugna il bastoncino flettendo il polso verso l’avambraccio e l’avambraccio verso il braccio. Deve essere fatto in asse senza spostare polso e gomito verso l’esterno o l’interno. Focalizziamo adesso l’attenzione sulla rondella del bastoncino: l’ideale è cercare di tenerla più vicina possibile alla neve. Questo aiuterà a spostare il busto e le spalle verso l’esterno, quindi a compensare lo spostamento del bacino verso l’interno, creando i presupposti dell’angolazione e favorendo la distribuzione dei carichi e la deformazione dello sci esterno. Se invece durante la preparazione dell’appoggio facciamo «volare» la rondella a metà o addirittura all’altezza delle spalle, è facile cadere nell’errore di inclinarsi verso l’interno, perdendo così il vincolo e creando di conseguenza un’antipatica sbandata!
I DOCENTI DI SCIARE CAMPUS
Giorgio Rocca, Massimiliano Blardone, , Davide Simoncelli, Mirko Deflorian, , Fabio De Crignis, Gianluca Grigoletto, Barbara Milani, Alberto Schieppati, Simone Arfino.
Maurilio Alessi, Chiara Carratù, Amelia Bisicchia e Andrea Caruso
IL PROSSIMO CAMPUS – Madonna di Campiglio (TN) – 12-15 gennaio
La quarta tappa stagionale è la «classica» trasferta a Madonna di Campiglio, dove vive il tempio della 3-Tre. E proprio il Canalone Miramonti ci vedrà protagonisti per una lezione-show di un paio d’ore in notturna (e in esclusiva per Sciare Campus), dalle 17 alle 19, fissata per il sabato sera. A seguire gran cena e gran festa allo Chalet Fiat. Il programma di «lavoro» rimane quello tradizionale. Arrivo al giovedì sera con le 5 ore di lezione sulla neve per i tre giorni di corso, più le lezioni di teoria e il momento della video-analisi al pomeriggio. Quest’anno abbiamo scelto un nuovo hotel, il lussuoso Savoia Palace, un quattro stelle di grande tradizione, posizionato nel centro del paese ( www.savoiapalace.it). Queste le materie scelte dai docenti dell’università, benedette dal rettore Giovanni Migliardi: busto-spalle-braccia: gli equilibri nella 1a parte di curva. La centralità dinamica e la Distribuzione dei carichi. Come sempre a disposizione ci sono i due livelli «Top», per i più impegnati mentalmente e di buone capacità tecniche e «Light» per chi ricerca sicurezza nell’azione su tutte le piste e ha la capacità minima di curvare a sci paralleli. Il costo del livello Top è di 750 euro, quello del Light 650. Il prezzo comprende tre notti in hotel H/P, 3 girni di skipass e il corso tecnico. Proprio a partire da questo campus (ne rimangono tre, Passo Monte Croce a febbraio, Folgaria a marzo e Val Senales ad aprile) le prenotazioni si effettuano on line sul nuovo sito www.sciarecampus.it.
Per ulteriori informazioni, scrivere a universita@sciaremag.it
(T 348 33.68.688)
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