Allenamento, purtroppo succede nello sci, l’incidente di percorso arriva spesso puntuale, ma quando capita nel bel mezzo della stagione agonistica è comunque un bel inconveniente da gestire. Vediamo come può essere affrontato, all’interno della preparazione fisica. Naturalmente parliamo dei casi meno gravi
«Se qualcosa può andar male, quel “qualcosa” succederà!» è il primo assioma che ha dato origine alla cosiddetta Legge di Murphy. A cui poi, nel tempo, ne è seguita una vera e propria bibliografia e, se vogliamo, linea di pensiero.
La legge di Murphy è un insieme di paradossi pseudo-scientifici a carattere ironico e caricaturale che possono condensarsi al termine di sfortuna. Tralasciamo il termine «goliardico», a cui però, sarebbe meglio addirsi.
In ogni caso nel bel mezzo della stagione agonistica e nel corso degli allenamenti tecnici e/o competizioni, non è infrequente, essendo lo sci alpino uno sport altamente traumatico, subire piccoli incidenti. Un’inforcata, uno scivolamento o altro.
Quando questi incidenti non sono gravi, spesso il medico specialista consiglia la sospensione dell’attività tecnica/agonistica per un breve periodo. A questo si somma il riposo totale, che spesso mal si addice alla pratica agonistica.
Chi può permettersi di sospendere ogni tipo di attività fisica?
Sempre in accordo con lo staff medico e confrontandosi sempre con lo stesso, l’attività di preparazione fisica può continuare.
Come? Nei termini di mantenimento e salvaguardia dell’atleta, magari incrementando con tale attività, il rapido rientro alla pratica tecnica dello sci alpino.
I «casi clinici» possono essere innumerevoli così come la soggettività. Impossibile quindi dare indicazioni di merito.
Ma è possibile dare suggerimenti di percorso, per favorire la risoluzione degli inconvenienti in corso della stagione agonistica. Magari risolvendo più velocemente il danno causato dal sempre presente incidente di percorso.
Nelle foto trovate degli esercizi messi in atto in una situazione in cui, una giovane atleta è incappata in un lieve incidente di percorso, che però ha fatto sospendere l’attività tecnico-specifica per alcuni giorni.
Agendo in coordinazione con lo staff medico, si è cercato di trovare un percorso di preparazione fisica che fosse condizionante al mantenimento dello stato di forma raggiunto e potesse favorire il veloce rientro all’attività sciistica.
Nicole Spinelli, nelle foto, evidenzia una particolare risoluzione logistico-operativa. Dove cercando di utilizzare uno stesso punto della palestra (viste le difficoltà di spostamento), si attuano tre differenti esercizi per distretti muscolari diversi.
Inoltre, per gli Arti Inferiori si è deciso di optare per una stimolazione muscolare che non fosse traumatica ed interagisse negativamente sui tessuti lesi; utilizzando elastici al posto di altre tipologie di sovraccarico.
Nelle foto 1, 2 e 3 una «stazione» di lavoro, mentre un’altra stazione è fotografata nelle immagini 4, 5 e 6.
Dall’incidente in poi…
Quando accade un qualsiasi incidente, specialmente per quelli che possono sembrare più lievi e poco importanti bisogna assolutamente operare in maniera corretta affidandoci agli specialisti del settore.
È ovvio che nei casi più gravi, la situazione appare immediata e quindi non si sottovaluta mai quanto accaduto.
Come prima regola possiamo affermare di non sottovalutare mai quanto è accaduto e cercare immediatamente di accertarsi dell’accaduto e limitare i danni.
Per prima cosa, affidarci agli specialisti del primo intervento sempre presenti sulle piste.
n ogni caso sarebbe sempre meglio che ogni allenatore si mantenesse sempre aggiornato. Anche sulle elementari tecniche di primo soccorso, in quanto molto spesso è proprio il primo intervento che evita i danni maggiori, se lo stesso non venisse effettuato.
Dopo questa prima fase da effettuarsi in loco, recarsi presso un presidio medico-ospedaliero di pronto soccorso dove si instaurano le corrette procedure di prima diagnosi ed intervento.
Nei casi di minor entità e a dimissioni avvenute, ci si deve rivolgere al medico di base, che per i più giovani è il pediatra, oppure rivolgersi al medico di riferimento dello Sci Club che spesso è uno specialista in Medicina Sportiva.
Da questi primi momenti di indagine, gli specialisti interpellati possono indicare, al giovane atleta incorso nell’incidente e/o ai genitori, ulteriori approfondimenti diagnostici di tipo, magari, radiografico presso un centro medico specializzato.
Effettuata l’indagine verrà redatto un documento di diagnosi dove ci potrà essere indicato un ulteriore accertamento presso un medico specialista, spesso un consulto dall’Ortopedico e/o Fisiatra.
In questo ulteriore momento di approfondimento potranno essere date indicazioni di merito, così come il periodo di inattività e/o che tipo di attività terapeutica da svolgere nell’immediato.
Ora intervengono gli specialisti di settore. Come il Fisioterapista che può applicare terapie di tipo strumentale e/o manuale idonee alla risoluzione del danno causato e identificato dai medici specialisti.
Contemporanea e/o conseguentemente alla fisioterapia, anche il preparatore atletico è coinvolto nell’ambito delle sue competenze. Costantemente in confronto con gli specialisti di cui sopra, meglio identificherà come procedere, con le più idonee modalità. Questo per favorire la guarigione e rimettere in campo l’atleta (fase di riatletizzazione).
Ripetendo quanto scritto all’inizio, mai sottovalutare ogni incidente. E sempre rivolgersi agli esperti del settore, in prima istanza partendo dal presidio medico di primo intervento passando poi ai medici specialisti.
Nelle foto diverse stazioni di lavoro