Il 29 marzo si è svolta all’Alpe di Siusi la festa di compleanno per il mezzo secolo di vita del marchio di battipista celebre nel mondo, nato dall’iniziativa di Karl Kässbohrer junior che proprio nella località italiana ebbe l’idea che portò alla produzione dei primi modelli nel 1969.
Non potevano che cominciare all’Alpe di Siusi i festeggiamenti per il 50° anniversario della nascita di PistenBully, un nome e un marchio che quasi si identificano ormai in tutto il mondo con l’idea stessa dei mezzi battipista che preparano i percorsi per il turismo e lo sport invernale per eccellenza.
All’Alpe di Siusi, durante una delle sue periodiche vacanze sulla neve al cospetto dello Sciliar, Karl Kässbohrer junior, figlio del fondatore di un’azienda di Ulm (Germania) che produceva pullman, vide in azione delle macchine battineve che gli apparvero rudimentali, inefficaci, sicuramente migliorabili.
Tornò a casa con l’idea di costruire nelle officine di famiglia qualcosa di meglio e nel 1969 da quelle officine uscì la prima serie di cinque PB 120B azionati da un motore Mercedes-Benz a sei cilindri da 120 CV.
All’Alpe di Siusi scoccò la scintilla dell’idea; dall’Alpe di Siusi è partita una storia di lavoro, ricerca, continua innovazione che ha portato il marchio PistenBully a produrre fino ad oggi 23 mila macchine commercializzate in 42 Paesi del mondo, prodotte negli stabilimenti di Laupheim dalla Kässbohrer, azienda di proprietà del magnate tedesco Lüdwig Merkle, che dà lavoro a 600 collaboratori nel mondo e conta filiali negli Stati Uniti, in Francia, Austria, Svizzera e Italia.
E saranno le filiali dei vari Paesi ad allestire altre celebrazioni adeguate all’occasione ognuna a livello nazionale durante questo 2019 del cinquantenario ma quella che è andata in scena all’Alpe di Siusi il 29 marzo doveva essere ed è stata «LA» festa, organizzata direttamente dallo staff di Laupheim in collaborazione con la Rabanser Seilbahnen di Mathias Rabanser supportato dal presidente di ANEF Alto Adige Helmut Sartori.
Oltre 200 gli invitati, oltre 200 i partecipanti…
Giornata stupenda, cielo azzurro, temperatura primaverile, le dolci balze dell’Alpe con residue tracce di neve naturale e formidabili strisce di neve artificiale sullo sfondo delle cime dolomitiche.
Più di 200 gli invitati, più di 200 i presenti: clienti di società impiantistiche e giornalisti specializzati da tutta Europa, dirigenti dell’azienda, personale delle filiali, dipendenti ed ex dipendenti, quei pensionati che dopo una vita di lavoro in fabbrica si sono impegnati a non disperdere patrimoni di lavoro e hanno creato una associazione per restaurare e conservare ancora funzionanti i vecchi modelli del marchio nel segno di uno spirito di appartenenza e di un legame sentimentale che sono stati e sono tutt’ora la forza dell’azienda: la festa di un marchio, la festa di una grande famiglia.
Naturalmente a far le veci del «padrone di casa» era Jens Rottmair, 51 anni, da tredici CEO di Kässbohrer, che ha dato il via alla festa nel pomeriggio scoprendo insieme agli impiantisti dell’Alpe di Siusi Rabanser e Sartori un fotopoint dell’evento che sarà collocato in un luogo idoneo e resterà per sempre all’Alpe.
Sulla neve, all’esterno del garage della Rabanser Seilbahnen che più tardi avrebbe funzionato magnificamente come sala per la cena conclusiva, tra prosecchini d’aperitivo e fette di speck si intrecciavano incontri, si rinnovavano amicizie in lingue diverse, con prevalenza, ovviamente, del tedesco, con inserimenti non trascurabili del francese e della nostra lingua.
Valter Tura, a capo della filiale italiana di Kässbohrer dal 1989, conosceva quasi tutti e si intratteneva con alcuni dei più prestigiosi clienti italiani, da Valeria Ghezzi, presidente ANEF e titolare degli impianti della società Tognola a San Martino di Castrozza, a Sandro Lazzari, presidente del Superski Dolomiti, da Andy Varallo dello Ski Carosello Corvara, a Francesco Bosco delle Funivie Campiglio, a Fernando Perathoner della SITC di Canazei, da Marco Rocca del Mottolino di Livigno a Enrico Ghezze di Cortina, solo per citarne alcuni.
Un viaggio nel tempo e un testimone d’eccezione
Anche loro, tutti insieme, hanno assistito poi al «viaggio nel tempo», una parata e una esibizione dei modelli PistenBully che hanno segnato la storia del marchio, dal primo esemplare del PB 120B al fenomenale PistenBully 600 Polar W che si è presentato lo scorso anno sulla neve di La Villa esibendo la bellezza di 16 nuovi brevetti che hanno ulteriormente perfezionato un prodigio tecnologico dalle straordinarie capacità operative nel segno della sostenibilità ecologica e e del risparmio energetico.
Ad accompagnare e a intercalare l’entrata in scena dei diversi modelli, un gruppo di giovani sciatori che hanno rappresentato l’evoluzione dello sci, dall’abbigliamento e dagli attrezzi d’epoca, agli sci corti, allo snowboard e ai salti da snowpark su denti approntati al momento dalla potenza dei PistenBully.
E a guidare i mezzi più antichi alcuni fenomenali signori con berretto di feltro in testa e occhiali da ghiacciaio, a cominciare da Karl Kässler, per continuare con Walter Sautter e Johan Werbach, gente che ha lavorato in Kässbohrer per cinquant’anni.
Un altro personaggio chiave della storia di questi cinquant’anni è stato il protagonista della squisita cena serale con un discorso ricco di orgoglio di appartenenza nel quale ha accumulato molti aneddoti e tutta quella passione che ha animato la sua vita.
A 79 anni Erwin Wieland è ancora in gamba con la sua barbetta da gnomo, il suo sorriso cordiale e tutto quel patrimonio di vita che si porta dietro.
È l’uomo che ha seguito la nascita e guidato l’evoluzione del mitico battipista creato nel 1969.
È l’uomo che ha realizzato il compito affidatogli da Karl Kässbohrer sen., di commercializzare il battipista progettato dall’ingegnere suo collaboratore Walter Haug, con il quale in breve tempo formò una squadra imbattibile.
Dopo aver ricoperto anche la carica di presidente della grande azienda tedesca fondata nel 1893 da Karl Kässbohrer senior, è andato in pensione ma senza mai fermarsi: si dedica ai suoi hobbies, si gode il tempo libero ma è sempre un ospite benvenuto nelle manifestazioni del settore dove le sue opinioni sono ancora ascoltate con attenzione.
Tutti gli oltre 200 partecipanti alla festa del 29 marzo lo hanno ascoltato ancora una volta con grande attenzione e un po’ di commozione; ed è partito l’applauso quando Jens Rottmair gli ha consegnato una medaglia esclusiva che ha il valore di un «grazie» senza tempo.
Le fiamme di un’idea nella notte stellata
Intanto fuori faceva buio e la luce calante creava magie tra le montagne.
Dentro, tra i tavoli, tra una portata e l’altra, si assisteva alla rappresentazione delle tappe storiche dell’azienda proiettate su un mega schermo e si ascoltavano le testimonianze di tanti clienti austriaci, francesi, tedeschi, svizzeri e italiani.
Sandro Lazzari ricordava la propria esperienza di primo importatore di PistenBully in Italia nei primi anni Settanta e la prima dimostrazione del nuovo mezzo fatta a Plan de Gralba con Gianni Marzola e Erwin Wieland; Valeria Ghezzi nella veste di presidente ANEF consegnava a Valter Tura una targa di riconoscimento per il rapporto proficuo stabilito tra gli impiantisti italiani e il marchio tedesco; Andy Varallo evocava il mitico nonno Erich Kostner e le prime frese del 1978; Marco Rocca diceva che quello con PistenBully è prima di tutto e soprattutto un bel rapporto di amicizia.
E poi basta; poi restava il tempo per il dessert servito all’aperto in un freddo finalmente degno e per il gran finale di una giornata da non dimenticare: fiamme e fuochi (artificiali) nel buio di una notte stellata, con due PistenBully 600 come in «presentatarm» in un quell’incendio metaforico che può nascere da una intuizione, da un’idea come quella che ebbe Karl Kässbohrer cinquant’anni fa.