Professione Montagna

Il turismo invernale come fenomeno anticiclico nell’economia nazionale

Il brillante inizio di questa stagione invernale sulle Alpi e il difficile momento che sta vivendo l’Appennino ci danno un messaggio importante, sul quale vale la pena riflettere.

La neve, quella naturale, soffice e bianca che scende dal cielo, resta l’ingrediente che fa la differenza.

È il manto bianco che riveste la vacanza di emozione, è il sole che scintilla sulla neve a trasformare le giornate in emozione pura, a dare al paesaggio luci e colori indimenticabili ed irripetibili.

Siamo bravi a fabbricarla la neve e in questo modo «salviamo» l’economia dei nostri territori perché, fortunatamente ci sono ancora abbastanza appassionati che vengono a sciare anche sul manto di neve programmata.

Ma con la neve naturale lo sci fa… boom!

La crisi dell’Appennino ci dice invece che la pioggia è il nostro vero nemico. Anche se il cambiamento climatico è negli ultimi anni un dato e noi lo combattiamo investendo sugli impianti di innevamento, l’acqua e il vento possono essere considerati oggi i veri nemici dello sci. A questi rimediamo solo in parte, investendo sull’estate, valorizzando la montagna tutto l’anno.

La forza intatta di uno sport trainante

Tuttavia, dopo anni in cui il leit motiv è stato «lo sci è uno sport in declino», «sciare non è più di moda», «sciare costa troppo» (e tralasciamo i commenti di stampo puramente ambientalista), quest’anno le Alpi hanno registrato il tutto esaurito… tutti i giorni.

Tantissima gente, tantissimo entusiasmo, tanti principianti e tanta gioia sulle nostre piste. Afflussi continui e costanti che dimostrano il buono stato di salute dello sci, ma non solo.

Sciare è uno sport senza tempo e senza età, pura passione, trasversale dai bimbi ai nonni, dagli amici alla famiglia.

E allora, una giornata bianca, in quota, al sole, sfrecciando sul manto bianco in compagnia, non ha prezzo.

Gli ospiti hanno riconosciuto il valore del nostro prodotto, in termini di offerta, tecnologia, sicurezza, paesaggio… di fronte a questi elementi, alla possibilità di una lunga giornata da sogno, i 35-50 € mediamente necessari per lo skipass forse non paiono troppi, visto che quest’anno le lamentele sui prezzi sembrano sopite anche da parte della stampa più accanita.

Non sono più di una ricarica del telefonino. Non più di una serata fuori per i più giovani. Non più di una buona cena al ristorante.

Il fattore determinante dell’ambiente e  del bianco

E se mi si permette una digressione, proprio per offrire un prodotto così ineguagliabile, noi dobbiamo investire anche e con attenzione sull’ambiente in cui operiamo.

Dobbiamo rispettarlo e valorizzarlo, essere realmente sostenibili, facendo toccare con mano ai nostri ospiti l’unicità dei nostri territori.

L’emozione di una giornata sulla neve così non è facilmente replicabile e possiamo osservare ancora una volta come le aree sciabili siano anti-cicliche rispetto all’andamento economico.

Anche in tempi di crisi, le condizioni naturali eccezionali ci permettono di raggiungere risultati straordinari, mentre non c’è boom economico che garantisca afflussi favolosi se la montagna non è bianca.

Non è forse solo la neve, ma sono la vacanza e il tempo libero ad essere diventati ormai beni primari, necessari. Non più beni voluttuari e facilmente rinunciabili.

Questo rende il turismo in montagna anti-ciclico rispetto all’andamento dell’economia.

Dunque i nostri sforzi sono diretti in primis alla neve, ma molto più in generale a rendere accessibile la montagna in inverno come in estate, luogo magico dove senza impianti a fune per la maggior parte di noi sarebbe praticamente impossibile arrivare.


About the author

Valeria Ghezzi

Valeria Ghezzi è presidente ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari)