Il soccorso o l’evacuazione di un impianto a fune è l’insieme delle operazioni che permettono, in caso di blocco dell’impianto, di riportare i passeggeri in un luogo sicuro, anche utilizzando mezzi esterni all’impianto.
Il blocco dell’impianto è una condizione tale per cui gli azionamenti principali, di riserva e di recupero dei veicoli e dei viaggiatori non possono più svolgere le proprie funzioni.
L’evacuazione, invece, è svolta con mezzi e modalità aggiuntive: per impianti bifune si tratta normalmente di un ulteriore azionamento / impianto dotato di veicoli di soccorso in grado di raggiungere i veicoli bloccati e permettere così il trasbordo dei viaggiatori ivi bloccati; per impianti monofune, invece, si devono intraprendere operazioni di calata verticale dei viaggiatori dai veicoli fino a terra con l’utilizzo di funi e il loro successivo spostamento lungo il sentiero di soccorso fino ad un luogo sicuro. Si tratta di operazioni particolari, che richiedono tempo per essere portate a termine, per le quali non può essere completamente esclusa la collaborazione del viaggiatore e che, nonostante tutto, non sono prive di rischi aggiuntivi rispetto al trasporto ordinario.
Sistemi allo studio per escludere la necessità di evacuazione
Vista la complessità e i rischi connessi al soccorso e all’evacuazione, la tecnica funiviaria è in evoluzione verso accorgimenti, sistemi, attrezzamenti atti ridurre fino ad escludere la necessità di procedere con l’evacuazione stessa.
Il concetto di «soccorso integrato», quindi, assume che l’impianto a fune abbia al suo interno tutti gli elementi che permettono in ogni caso il recupero dei viaggiatori nelle stazioni.
Dal 2017, per impianti di tipo Funifor, la Commissione per le funicolari aeree e terrestri ha analizzato attraverso un comitato relatore presieduto dall’ing. Pizzi e con la partecipazione tra gli altri dell’ing. Boghetto già segretario dell’Associazione Nazionale Italiana dei Tecnici degli Impianti Funiviari un progetto di un impianto a «soccorso integrato».
Con voto n. 1/2019 la Commissione ha espresso parere favorevole all’ammissibilità di progetti di impianto di tale tipologia.
L’analisi è stata espletata attraverso un metodo di confronto atto a dimostrare la sicurezza equivalente tra la tipologia tradizionale (con soccorso / evacuazione) e la tipologia proposta (senza soccorso / evacuazione, ma con accorgimenti diversi) e attraverso un’analisi di sicurezza (FMEA Failure Mode and Effects Analysis) che ha individuato le cause potenziali di eventi che richiedono un’evacuazione verificando per ciascuno le conseguenze e le contromisure.
In tal modo, sarà possibile costruire impianti tipo Funifor a singola via di corsa.
Analogamente, nel 2018, tale approccio è stato utilizzato per il progetto di un impianto monofune di tipo telecabina ad ammorsamento temporaneo. In tal caso, la volontà di avvicinarsi al concetto di soccorso integrato trovava ragione nella tipologia di trasporto (annuale, disabili) e nell’orografia della linea e del relativo sentiero di soccorso (salti di roccia, forte pendenza, possibile presenza di ghiaccio) e non mirava al nulla osta tecnico per l’impianto senza evacuazione.
Casi di evacuazione necessaria per impianti monofune
Per un impianto monofune l’analisi di sicurezza ha evidenziato i seguenti possibili eventi che richiedono un’evacuazione:
- scarrucolamento della fune portante traente;
- rottura della fune portante i conduttori dei circuiti di linea e suo impigliamento su parti mobili dell’impianto;
- rotture dei cuscinetti delle pulegge, siano esse di rinvio o motrice;
- incastro veicolo / morsa nel girostazione;
- influenze esterne (cadute di alberi – impigliamento di paracadute ecc. – incendi nelle stazioni, ecc… );
- guasto di componenti elettrici;
- guasto di componenti d’argano (motore elettrico, riduttore, freni, centraline freni, ecc…);
- assenza di energia della rete elettrica;
- esaurimento della carica delle batterie dei generatori elettrici / motori termici;
- mancanza carburante del gruppo elettrogeno / motore termico.
Per ciascuna di esse sono stati individuati soluzioni progettuali (calcolo di linea e stabilità della fune sui sostegni, disponibilità azionamento di recupero), dispositivi aggiuntivi (sistemi di detezione della posizione della fune, sistemi di ricarrucolamento residenti sui sostegni), materiali e tecniche costruttive (dimensionamento cuscinetti pulegge e sistemi di rotazione di emergenza), misure gestionali (relazioni forestali, analisi predittiva e manutenzione preventiva) atte ad eliminare l’evento stesso.
In ogni caso, allo stato attuale, è necessario e corretto prevedere un piano di soccorso cosiddetto «piano ultimo» che in condizioni emergenziali e imprevedibili debba essere disponibile per riportare i viaggiatori in un luogo sicuro.
Comunque, questi approfondimenti ed esperienze permettono l’esportazione di tecnologie e metodologie anche ad impianti più tradizionali elevando anche per essi la disponibilità di servizio e di recupero dei viaggiatori.