Il contributo di Prowinter Lab per migliorare la qualità del servizio, intervista ad Alfredo Tradati
Come è nato il «decalogo del noleggio»? Quali direttrici sono state adottate per formularlo? E come si pensa di renderlo attuativo nella galassia dei noleggiatori?
Prowinter Lab, organismo di Fiera Bolzano, è stato creato per assumere il ruolo di ricercatore e analizzatore del settore e intende promuovere buone pratiche e linee guida virtuose.
Non possiamo pensare di intervenire direttamente sugli standard di qualità dei noleggi in assenza totale, come siamo, di leggi e normative che regolino in modo univoco ogni tematica.
Possiamo però agire sul pubblico, sull’utente finale che, al momento, non dispone di informazioni sufficienti a esprimere scelte consapevoli.
L’idea del “decalogo del noleggiante” è nata lo scorso aprile, durante la seconda edizione dello Ski Rental Summit, ed è subito stata accolta con favore da Assosport, nella persona della direttrice Manuela Viel e dal Pool Sci Italia con il suo presidente Corrado Macciò.
Si tratta di dieci consigli per “noleggiare informati” destinati a chi deve usufruire del servizio.
Dieci spunti di buon senso per imparare a riconoscere il livello qualitativo del noleggio, per verificare che gli standard basilari, in particolare quelli relativi alla sicurezza dei materiali a disposizione, siano presenti.
Il decalogo sarà prodotto in varie lingue per poter essere d’aiuto anche al grande pubblico estero che frequenta la nostre piste.
La sua diffusione vedrà la collaborazione della stampa, delle realtà web (siti e social), delle associazioni di mercato, delle aziende produttrici, delle società impiantistiche, le scuole di sci, gli albergatori e, ovviamente, della parte più sana del tessuto del noleggio, quegli operatori che già da tempo, puntano alla qualità del loro servizio e, così facendo, si distinguono nel mercato.
Quando, tre anni fa, Prowinter Lab ha dato inizio al lavoro di indagine sul mondo del noleggio in Italia pensavate di trovare la situazione poi fotografata o avete vissuto qualche inaspettata sorpresa, positiva o negativa che sia?
Quando abbiamo dato inizio alle attività di Prowinter Lab, incentrate sulla ricerca e lo studio del fenomeno/realtà del noleggio sci in Italia, disponevano già una discreta conoscenza del settore, sia per le esperienze personali di ciascuno di noi, sia per la mia collaborazione ormai decennale con una catena di noleggi italiana molto organizzata.
Abbiamo pertanto avuto modo di conoscere realtà davvero variegate, passando da noleggi pionieristici (per non dire vetusti) a moderni negozi dotati di materiali e soprattutto servizi di prim’ordine.
A consuntivo, dopo tre anni di lavoro, possiamo dire che la sorpresa, se tale può essere definita, è stata quella di verificare come la gran parte delle realtà di noleggio sci sul nostro territorio (circa 2/3) non raggiunga lo standard di sufficienza nel settore “sicurezza” così come in quello, strettamente correlato, dei materiali (sci e scarponi) a disposizione.
Alla luce del censimento statistico realizzato da Prowinter Lab, presentato nella scorsa edizione dello Ski Rental Summit, ritenete che la realtà del noleggio abbia già toccato un suo punto di maturazione o sia ancora in una fase di espansione?
Nelle ultime due stagioni abbiamo potuto assistere all’inizio di un processo di “pulizia” del mercato, con un tasso di chiusure di realtà inconsistenti superiore a quello delle nuove aperture: i noleggi improvvisati scompaiono e quello nuovi sono più professionali.
Ritengo pertanto che per ciò che riguarda i singoli punti di noleggio sul territorio sia stata raggiunta una certa maturità e si sia innescato un processo di “turnover” che non potrà che giovare all’innalzamento della qualità generale del servizio.
Potremo assistere, ne sono convinto, all’intensificarsi del fenomeno delle aggregazioni, anche locali, con la nascita di nuove micro catene (2-3 negozi) laddove il noleggio leader locale sarà in grado di estendere la propria influenza sul territorio, inglobando le realtà uscenti e, anche in questo caso, migliorando l’offerta al pubblico.
Come valutate nel complesso il livello qualitativo del noleggio in Italia con particolare riferimento, ovviamente, al tema della sicurezza?
Come ho già detto, ma vale la pena ribadire, lo standard di sicurezza non è nel complesso soddisfacente.
Troppo alto è ancora il rischio per l’utente di imbattersi in realtà non competenti, improvvisate, con materiali vecchi e non manutenuti e al momento non esiste alcuna possibilità, se non l’esperienza personale o quella di amici e parenti, per individuare a priori il noleggio di qualità.
Eccezion fatta ancora una volta per quei noleggi e catene di noleggio che curano e controllano scrupolosamente i propri standard interni.
Nel quadro del sistema di accoglienza di una località invernale si può definire il ruolo rivestito dalle possibilità di noleggio dell’attrezzatura tecnica?
Direi un ruolo fondamentale e le grandi stazioni lo stanno capendo, cercando il modo di interloquire con i gestori per favorire un generale miglioramento del servizio.
Del resto basta analizzare qual è il percorso che ogni sciatore, italiano o straniero, compie dal momento della scelta della propria meta, fino a quello in cui deporrà gli sci sulla neve, per rendersi conto che, nella maggior parte dei casi, la prima interfaccia, il primo punto di contatto con la località è proprio il noleggio.
La montagna d’inverno è sinonimo di sci, non vi sono dubbi e, pertanto, la vacanza sulla neve prende avvio giocoforza attraverso questo indispensabile servizio.
Se il trattamento ricevuto sarà stato adeguato, puntuale, cordiale e tecnicamente ineccepibile, l’intera esperienza nel comprensorio risulterà positiva, indimenticabile.
Viceversa, in presenza di un approccio negativo, penalizzante, l’intera immagine della stazione ne soffrirà lasciando nella mente dell’ospite un pregiudizio generalizzato che potrebbe portarlo, verosimilmente, a scegliere un’altra località per la sua prossima vacanza, anziché ricercare un altro punto noleggio.