Pubblichiamo la relazione che il direttore del Centro Addestramento Alpino di Moena ha letto a Prowinter nel presentare i risultati dell’attività svolta nell’inverno 2018/19 al servizio della sicurezza degli sciatori.
Un’attività che si tramanda da sessant’anni, gestita da grandi appassionati della montagna altamente qualificati, usciti da specifici corsi di formazione che hanno il compito di sorvegliare sul traffico sciistico e di intervenire in caso di incidenti e infortuni
In qualità di Direttore del Centro Addestramento Alpino della Polizia di Stato di Moena, rivolgo il mio saluto a tutti i presenti, in occasione della annuale presentazione dei dati inerenti il servizio «Sicurezza e soccorso in montagna» che la Polizia di Stato espleta nella stagione invernale nei comprensori sciistici. Ringrazio in particolare l’organizzazione della fiera Prowinter in persona del direttore Thomas Mur che anche quest’anno , è il terzo anno consecutivo, ci ha concesso uno spazio in un ambiente particolarmente favorevole per discutere di tematiche della montagna e dello sci in particolare, luogo quindi che aggiunge un valore in più a questo evento. Ringrazio il Commissario del Governo per la provincia di Bolzano, Prefetto Vito Cusumano, il Commissario del Governo per la provincia di Trento, Prefetto Sandro Lombardi, il Questore della provincia di Bolzano, la Questura di Trento con il dr. Ascione.
Spendo solo poche parole per illustrare l’attività della Scuola che ho l’onore di dirigere. Si tratta dell’ unica scuola della Polizia di Stato che tiene corsi specialistici nelle discipline alpine. Fu fondata nel 1948 a San Candido e successivamente spostata nel 1952 a Moena La Scuola tiene corsi durante tutto l’anno, d’inverno prevalentemente corsi di sci e d’estate corsi di alpinismo. I clienti del Centro sono, prioritariamente, poliziotti di reparti ad alta operatività, per i quali si ritiene utile l’acquisizione di nozioni e di pratica nel superamento di ostacoli e nella progressione in ambienti impervi. La formazione si rivolge anche a polizie straniere e, in alcuni casi a Enti pubblici e privati con i quali stipuliamo apposite convenzioni. Il Centro è accreditato dalla provincia di Trento anche per la formazione di lavoratori e preposti per lavori in quota con l’uso di imbracature e funi ai sensi del D,Lgvo 81/2008. Inoltre è accreditato anche per la formazione all’uso del defibrillatore semiautomatico per personale non sanitario. Oltre a ciò il Centro è in grado di collaborare ad operazioni di soccorso in montagna con personale qualificato ed è sede di una sezione cinofila abilitata alle ricerche in valanga. Presso il Centro risiede il Centro Nazionale FF.OO per gli sport invernali. Infine, da sempre, il Centro è incaricato della formazione, aggiornamento ed equipaggiamento del personale inviato in servizio sulle piste da sci , servizio nei confronti del quale la Scuola mantiene poteri di controllo e di coordinamento tecnico.
Anche nell’anno in corso la Polizia di Stato ha operato uno sforzo logistico importante per porre un rilevante numero di uomini, quasi 200, a presidio delle principali stazioni sciistiche del territorio nazionale. Sono poliziotti che vengono sottratti alle loro ordinarie incombenze e che appartengono ai più svariati reparti , reparti mobili, polizia stradale questure etc.. per essere aggregati agli U.P.G. eS.P. delle questure con territorio montano. Per cinque mesi ,dalle prime ore del mattino alla chiusura degli impianti, questi operatori esercitano i loro compiti di controllo del territorio, nelle stazioni sciistiche. E’ un’attività che la Polizia di Stato assicura da oltre sessant’anni, con un unico intervallo avvenuto negli anni più bui dell’emergenza terroristica. L’entrata in vigore della Legge 363/2003 sulla sicurezza nella pratica degli sport invernali ha espressamente contemplato la presenza delle forze di polizia nell’attività di vigilanza e soccorso sulle piste da sci. È comunque lecito chiedersi, anzi è doveroso, se dopo più di sessant’anni, questo impegno sia ancora utile e se risponda alle esigenze che mutano; cambiano le abitudini cambia il tipo di turismo, cambiano gli attrezzi usati; qualcuno, anche in posizione di vertice della nostra Amministrazione, potrebbe fondatamente ritenere che questa attività non rientri tra quelle prioritarie, tipicamente istituzionali per la Polizia di Stato. Ebbene, nel mio ruolo, non posso essere imparziale ma, a parte la semplice considerazione che si tratta pur sempre di controllo del territorio, sia pure di una particolare forma di c.d.t., sottolineo che i numeri altissimi inerenti ai passaggi nelle diverse stazioni giustificano, di per se, la presenza e l’attività delle forze dell’ordine. Aggiungo che la ampiamente analizzata «percezione di insicurezza» che caratterizza i tempi che viviamo e la costante domanda di sicurezza specie in quelle attività ludico/ricreative che mal si sposano con l’accettazione di rischi e pericoli di qualsivoglia natura (per l’incolumità )mi convincono della validità della figura che da anni impieghiamo con successo. E se è vero che anche una sola vita salvata, giustificherebbe il dispositivo in atto, e quando parlo di vita salvata non parlo in termini metaforici ma assolutamente reali, giacché i nostri uomini intervengono costantemente con rianimazioni cardiopolmonari e defibrillazioni in loco nell’immediatezza dell’incidente….non è a queste tragiche eventualità che mi riferisco quando valuto l’efficacia del servizio di cui parliamo. Mi piace qui evidenziare come la figura dell’operatore di polizia nei comprensori sciistici costituisca una delle forme più riuscite, secondo me la meglio riuscita, di polizia di prossimità. Un poliziotto tra la gente, vicino alla gente che aiuta la gente , secondo quelli che sono un po’ i motti che aiutano di delineare il concetto di polizia di prossimità. La valenza di questo servizio si misura, essenzialmente, con il numero elevatissimo degli interventi effettuati, che siano di soccorso, di repressione o altro. i nostri operatori assicurano il rispetto delle regole, spesso con la loro sola presenza, in altri casi con la contestazione dell’infrazione al responsabile. Contribuiscono ad assicurare e migliorare la sicurezza delle piste fornendo utili indicazioni ai gestori; a fronte di incidenti si attivano per la ricerca di testimoni, compiono i necessari rilievi descrittivi e fotografici , cristallizzano la situazione e redigono atti che a distanza di tempo divengono fondamentali per l’accertamento delle responsabilità. Oltre a ciò hanno una sufficiente competenza in materia sanitaria che spesso si rivela utile se non indispensabile perché messa in campo nell’immediatezza dell’occorso.
Nel 2016 il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha stipulato un protocollo di intesa con il Capo della polizia polacca per prevedere dei pattugliamenti congiunti in alcune stazioni sciistiche dove è maggiormente presente il turismo di quella nazione. Per la terza stagione sono state espletate pattuglie congiunte in diverse stazioni sciistiche delle province di Trento, Bolzano e Belluno. È un esperimento che sta dando riscontri positivi tanto che alcuni gestori si sono offerti per assicurare ospitalità alla polizia polacca in modo da poter contare su una presenza che garantisca al meglio la comunicazione con il turismo polacco. In conclusione ritengo che la figura del poliziotto sulle piste sia ancora oggi assolutamente valida ed efficace, che necessiti forse di una ulteriore regolamentazione ma che sia più che mai attuale e rispondente al comune sentire.