Quest’anno Prowinter, la fiera di Bolzano dedicata al business degli sport invernali che era in programma dal 7 al 9 aprile, è saltata «fisicamente» come tanti altri eventi a causa della pandemia da coronavirus ma non ha esitato a trasferirsi virtualmente sul web per proporsi con efficacia in versione digitale recuperando tutte le sue iniziative.
Tra queste Ski Rental Summit, il lavoro di ricerca sulla realtà del noleggio in Italia condotto da Prowinter Lab, l’equipe designata da Fiera Bolzano per svolgere l’indagine iniziata d quattro anni.
Quest’anno la terza edizione di Ski Rental Summit si è svolta il 30 aprile in modalità digitale, e ha virtualmente riunito 200 utenti tra noleggiatori, produttori, responsabili della sicurezza, istruttori e tanti altri player che operano nel settore.
Così come per lo Startup Award, un’altra delle iniziative della fiera di Bolzano, Prowinter ha organizzato questa convention digitale che ha messo sotto la lente di ingrandimento il comparto del noleggio sci e altre tematiche a esso connesse quali le nuove normative europee per il rental, le responsabilità legali del noleggiatore, la formazione e l’inquadramento del personale e l’importanza di fare squadra unendo i propri interessi in una vera e propria associazione.
I dati relativi all’attività di noleggio durante l’inverno 2019/2020 sono stati esposti da Alfredo Tradati, coordinatore di Prowinter Lab.
«Lo studio ha seguito due metodologie parallele – ha detto Tradati – Al contatto diretto con i noleggiatori abbiamo affiancato l’analisi dei dati ufficiali delle Camere di Commercio italiane, incrociandola con la ricerca per codice Ateco».
I dati di entrambi i canali sono stati alla fine confrontati e integrati, dando origine ad un unico dettagliato database dei noleggi italiani.
Sono 981 i noleggi «censiti» da Prowinter Lab, numero che comprende tutte le strutture di rental, anche quelle che non affittano esclusivamente attrezzatura per discipline invernali.
Concentrandosi sulla stagione invernale 2019/20, i dati rivelano un incremento del pubblico di sciatori presenti sui comprensori italiani.
«Nonostante la stagione sia finita in anticipo a causa della pandemia mondiale possiamo affermare che l’inverno è andato bene, soprattutto sull’arco alpino. Meno sugli Appennini, data la carenza di neve iniziale – ha detto Geraldine Coccagna, Exhibition Manager di Prowinter – Gli sciatori che hanno trascorso le giornate in pista sono stati più di 11 milioni, segnando un aumento del 50% rispetto agli scorsi inverni».
Alla luce delle ricerche di Prowinter Lab si stima che, rispetto al totale di sciatori presenti in pista, il 44,8% utilizza un servizio rental.
Questi numeri, se confrontati con una spesa media pro capite pari a 60 euro, generano un volume d’affari complessivo intorno alla realtà del noleggio pari a 372 milioni di euro.
Il pubblico dei noleggianti è composto al 70% da stranieri che utilizzano questo servizio per motivi di trasporto e perché culturalmente più abituati alla realtà del rental.
Dotazione e turnazione dell’attrezzatura
Benché la maggior parte dei centri noleggio offra ormai un’ampia gamma di prodotti per diverse discipline, sono lo sci alpino, lo snowboard e lo scialpinismo (sempre più in crescita) i settori più remunerativi per i noleggiatori.
Dalle indagini condotte da Prowinter Lab emerge come ogni noleggio disponga, in media, di 495 paia di sci. Il 23% viene sostituito ogni anno.
«Di particolare rilevanza è il dato che riguarda il numero di sci che vengono venduti dai produttori ai noleggiatori – analizza Tradati – Secondo i dati FESI (Federation of the European Sporting Goods Industry) sono 111.765 le paia di sci venduti ai noleggi italiani, pari al 50% delle vendite sci totali».
In modo equivalente ai numeri degli sci, i dati riferiti agli scarponi segnano una presenza media di 476 paia per noleggio, con un tasso di turnazione stagionale pari al 22%.
Il tema più caldo: la sicurezza dell’attrezzatura
Quando si parla di discipline invernali la sicurezza è uno dei temi cardine.
«Fondo, lamine e attacchi sono i componenti su cui gli addetti ai lavori devono prestare maggiormente attenzione per garantire la sicurezza degli utenti – dice Geraldine Coccagna – specialmente gli attacchi sono oggetto delle uniche due norme vigenti che ogni noleggiatore dovrebbe rispettare: la ISO 11088 che indica i parametri su peso, altezza, età, livello e lunghezza della suola dello sciatore, indispensabili per la regolazione a norma degli attacchi da sci e la ISO 13993 per la manutenzione pre-stagionale dell’attacco».
Dal lavoro condotto da Prowinter Lab, tuttavia, emerge come la maggioranza dei noleggi non rispetti pienamente le indicazioni dell’unica norma «certa» riguardante il noleggio.
Infatti, solo il 46,6% dei noleggiatori si avvale di software specializzati per la regolamentazione ISO 11088, mentre il restante 53,4% si basa sulla propria esperienza.
Riguardo alla norma ISO 13993 i dati sono ancora più preoccupanti: stando alle indagini solo il 2,14% del totale dei noleggi dispone e utilizza un’apparecchiatura elettronica per controllare la regolarità di funzionamento degli attacchi.
Questi numeri, inoltre, non vengono mitigati dai dati relativi allo strumento di sicurezza per eccellenza: il casco. Prowinter stima che siano 196.000 i caschi presenti nel sistema di noleggio italiano per una media pari di 200 caschi a noleggio e il tasso di turnazione di questi ultimi, a precisa domanda, non è stato espresso.