Professione Montagna

Funivia Lana-San Vigilio: cent’anni e non sentirli

Dopo più di cento anni dalla prima costruzione, la funivia Lana-Monte San Vigilio è ancora all’avanguardia per la tecnica. Questa funivia ha percorso tutta l’evoluzione funiviaria in Italia e la struttura in cui è collocata è nata in un periodo in cui c’era grande attenzione sia alla tecnica sia all’ambiente sia ai manufatti in cui la tecnica veniva inserita. Grazie all’ultimo aggiornamento tecnico generale, Doppelmayr ha potuto infatti inaugurare qui, a pochi passi dalla sua sede di produzione italiana, una delle prime funivie con sistema di soccorso integrato e sistema di gestione integrata «Clair» con libro-giornale digitale che garantiscono la massima sicurezza attuabile con la possibilità di gestire tutto l’impianto attraverso una sola persona posizionata nella stazione di comando a monte con operatività 24 ore su 24. La prima funivia per il trasporto di persone (seconda in assoluto in Italia) entrò in funzione nella tratta Lana- Monte San Viglio nell’estate del 1912. Era un periodo di grande fervore, spinto da una smisurata fiducia nella tecnica e da volontà di espansione e sviluppo. Stavano nascendo le prime centrali idroelettriche private e il trasporto su rotaia stava avvicinando luoghi un tempo lontani. Lana, dal canto suo, era già allora uno dei più vasti comuni dell’area con un importante hinterland tra l’Alta Val di Non e la Val d’Ultimo e notevoli risorse per il lavoro, mentre il Monte San Vigilio era una apprezzata meta turistica e di pellegrinaggio per il meraviglioso panorama sulle valli circostanti e su Merano e per la presenza della chiesetta di origine medioevale dedicata a San Vigilio, protettore del tempo meteorologico.

Una lunga storia a tappe

In particolare Monte San Vigilio è una pregevole meta turistica tanto in inverno quanto più in estate raggiungibile con la sola funivia.  Qui è possibile svolgere molte attività ricreative e sportive di montagna in un ambiente discreto e confortevole. Ci sono diverse case di villeggiatura e strutture ricettive immerse tra i boschi, in particolare spicca l’Hotel Vigilius Mountain Resort a 5 stelle che è posto proprio accanto alla stazione di monte della funivia ed appartiene alla stessa società che gestisce gli impianti di risalita.  La storia di questa funivia nasce come detto nel primo decennio del 1900 grazie alla realizzazione della ditta milanese Ceretti & Tanfani su progetto dello svizzero Emil Strub e del viennese Walter Conrad e alle migliorie apportate dall’Ing. Luis Zuegg. In quel momento il progetto prevedeva una stazione intermedia e una linea sostenuta da 39 sostegni in acciaio composta da un complesso sistema di funi che prevedeva una portane e una traente, una fune zavorra, una fune freno e una fune guida laterale.

Il 31 agosto 1912 in sistema entrò in funzione. In quel momento era la seconda funivia per il trasporto di persone in Italia e la terza in Europa con un dislivello da primato di ben 1113 m.  Il progetto, di grande valore architettonico, fu affidato all’Arch. tedesco Gustav von Birkenstaedt che si ispirò per l’edifico al linguaggio formale tipico del romanticismo regionale per integrare le funzioni tecniche e la modernità con i materiali e le tradizioni locali. Come si legge nel libro che racconta i cento anni di questo impianto, «verso il 1900 in tutto il Tirolo si assiste alla nascita di una vera rete di funivie e collegamenti stradali.

Se oggigiorno gli impianti di risalita a fune sono soprattutto un trampolino di lancio per i redditizi sport invernali – base di un diffuso benessere nell’arco alpino – spesso si tende ad ignorare che le funivie usate come mezzo pubblico di trasporto sono decisamente migliori dei collegamenti stradali relativamente ai costi, al rispetto dell’ambiente e alle emissioni. Gli impianti a fune sono sinonimo di futuro nell’arco alpino e aprono, proprio nell’epoca della mobilità individuale sempre più costosa e sempre più impattante, nuove prospettive e quindi di sicurezza occupazionale anche nei posti di lavoro più decentrati.

L’idea di funivia quale mezzo di accesso a luoghi d’alta montagna non è stata di aiuto solo al turismo, ma ha facilitato notevolmente la gestione di molti masi di montagna, contribuendo al mantenimento di un antichissimo paesaggio culturale, oggi divenuto d’importanza vitale per l’industria del turismo». Nel 1952 l’impianto fu ristrutturato e modernizzato secondo i progetti dell’Ing. Zuegg. Venne abbandonata la stazione intermedia e i 39 sostegni in acciaio vennero sostituiti da 4 in cemento armato. Vennero sostituite le funi introducendo il rivoluzionario sistema brevettato «Bleichert-Zuegg» e vennero installate cabine più capienti.  In seguito, grazie all’imprenditore meranese Ulrich Ladurner, nel 2007-2008 ci fu un nuovo intervento di ammodernamento, realizzato sulla base della situazione del 1952 per poi arrivare al progetto che ha preso le mosse nel 2021 e ha portato alla situazione attuale inaugurata il 3 agosto 2023. Dal punto di vista tecnico il nuovo impianto è quanto di meglio si possa oggi applicare alla tecnica funiviaria e grazie al caposervizio Alex abbiamo potuto apprezzarlo a fondo.

Modernità fa rima con semplicità

Si tratta di una funivia «va e vieni» 3S con sistema di soccorso integrato. L’azionamento è collocato a monte, mentre il rinvio è a valle. Le funi portanti da 44 mm sono realizzate dalla Redaelli e sono fisse sia a monte sia a valle, mentre la traente ad anello chiuso da 30 mm di diametro è realizzata da Fatzer con tenditrice a valle. I sostegni in linea in cemento armato sono stati completamente demoliti e sostituiti con tralicci in acciaio. Il sistema di frenatura agisce sulle pulegge di azionamento senza freni in linea sulle rulliere, per maggior semplicità di gestione e affidabilità. Il sistema di azionamento, che permette alle cabine una velocità massima di 10 m/s, ha tutta la componentistica doppia e facilmente intercambiabile. Il sistema di soccorso è integrato con una dotazione doppiamente ridondante costituita da 2 motori di recupero con doppia centrale di alimentazione posizionata in locali completamente separati per la massima sicurezza in caso di incendio.

A loro volta i generatori di emergenza con sistema di preriscaldamento sono doppi e collocati in ambienti insonorizzati per ridurre il rumore. Doppi sono pure i compressori. Inoltre tutta la componentistica elettronica e gli inverter di ABB sono tra loro compatibili in modo che, in caso di guasto, sia possibile interscambiare i pezzi con facilità. Ogni gruppo di soccorso è in grado di operare in autonomia per una giornata. Particolarità che dimostra la grande cura messa in questo progetto, le pulegge e gli elementi meccanici di azionamento sono stati dipinti in color verde menta per coordinarsi con gli elementi cromatici storici di tutta la funivia.

Tutto l’impianto è automatizzato e videosorvegliato e può essere gestito da una persona sola dalla stazione di monte senza vetturino, anche se c’è la possibilità di governare le cabine anche da bordo. L’impianto è a servizio anche dell’Hotel posto a monte, quindi può operare 24 ore su 24 ed è presente un macchinista di servizio h24 in caso di emergenza. Durante la notte sono illuminate solo le stazioni e le cabine. Sono state evitate luci in linea per ridurre l’inquinamento luminoso e non recare fastidio alle abitazioni poste in prossimità. La trasmissione dei dati tra la stazione di comando, dotata di pulpito standard Funitek e le cabine avviene attraverso fibra ottica via fune attraverso un sistema induttivo e capacitivo.

Architetture nel rispetto della continuità

Gli ammodernamenti realizzati nel tempo hanno portato a cabine sempre più grandi, lo spazio nelle stazioni era però ridotto e c’era necessità di conservare il fabbricato di grande valore storico e l’impossibilità di aumentare in modo significativo i volumi tecnici, in particolare nella stazione di valle.  Per questo motivo sono state adottate pedane di sbarco mobili che consentono di avere le cabine a minor distanza riducendo l’ingombro di tutta la struttura tecnica di stazione. Questo grado di innovazione ha richiesto adeguamenti significativi anche per l’edificio. Il risultato finale ha, a mio giudizio, un grande garbo architettonico.

Come detto, le stazioni raccontano un’epoca storica di grande valore, inoltre, quella di monte è collocata accanto alla struttura dell’Hotel e si inserisce in un contesto ambientale di notevole pregio. Per questo motivo si è cercato di realizzare un progetto in continuità con le preesistenze. L’incarico è stato affidato ad un team di progettisti che ha operato per valorizzare al meglio l’esistente. Hanno fatto parte di questo team l’Arch. Bruno Franchi di Monaco di Baviera, che aveva già lavorato in passato sull’edificio dell’Hotel e conosceva perfettamente le logiche espressive che lo caratterizzano, l’Ing. Fritz Stark, che è esperto di edifici funiviari e vive nelle vicinanze, l’Ing. Erwin Gasser, esperto di progettazione funiviaria e Christina Biasi-von Berg, che si è occupata del design interno degli edifici.

La stazione di valle è stata quasi integralmente conservata nella parte frontale, mentre è stato rifatto l’involucro degli elementi tecnologici creando un nuovo volume con struttura in acciaio e capriate del tetto in legno, mentre  le facciate sono state rivestite con tavole verticali di larice pre-patinato di colore grigio-marrone su un sottofondo grigio antracite e il tetto è stato coperto da lastre di zinco titanio grigio in sostituzione delle vecchie scandole di larice in modo che la leggibilità architettonica delle diverse fasi di costruzione fosse ben visibile.  Gli stessi materiali ed elementi costruttivi sono stati impiegati anche a monte e si ritrovano anche in alcuni elementi formali dell’Hotel, mentre in questa stazione alcuni volumi sono stati modificati in modo più marcato per consentire di portare l’uscita dalla funivia alla quota della camminata che porta all’ingresso dell’Hotel stesso. Gli impianti sono stati collocati in massima parte in vani interrati per essere il meno visibili possibile.

Per gli interni l’obiettivo delle nuove stazioni della funivia era quello di far rivivere ai visitatori il fascino delle stazioni originali. La storia di questo mezzo di trasporto doveva svolgere un ruolo importante, e questo si può anche osservare dal design della grafica e dalla presenza di una linea del tempo dipinta sulla parete principale della sala di accesso. Era al contempo importante rendere visibile la parte esistente dell’edificio all’interno, così il rivestimento in legno verde dell’edificio esistente è stato rimosso, restaurato e parzialmente ripristinato.  Un intervento incentrato sulla cura del dettaglio in cui nuove tecnologie e retaggi storici convivono con una armonia che si apprezza in ogni parte per una funivia che non fa dei grandi numeri, ma piuttosto della qualità dell’ambiente in cui si trova il suo punto di forza.

LA SCHEDA TECNICA

Costruttore: Doppelmayr
Quota stazione di valle: 328,50 m s.l.m.
Quota stazione di monte: 1485,90 m s.l.m.
Dislivello: 1157,60 m
Lunghezza orizzontale: 1879,69 m
Sostegni in linea: 3
Viaggiatori per veicolo: max 40
Velocità massima di esercizio: 10 m/s
Velocità massima col motore di recupero: 1 m/s

Il sistema «Clair»

Il sistema «Clair» è una piattaforma informatica che offre agli operatori dei resort la perfetta visione d‘insieme dei loro impianti e sistemi. Impianti a fune, battipista, attrezzature per l‘innevamento e edifici di servizio sono mostrati centralmente e integrati in un’unica interfaccia utente basata su cloud. Il risultato è la massima trasparenza ed efficienza nell’esercizio e nella manutenzione, sempre e ovunque. Il sistema permette di integrare in forma elettronica il «Libro giornale», la visualizzazione dei dati e rapporti automatici di esercizio e dei macchinari consentendo una manutenzione più controllata in cui avere facilmente a disposizione documentazione integrata, funzioni di visualizzazioni intelligenti e chiara pianificazione dei compiti. Il progetto è nato nel 2018, quando è stato costituito il team di progetto. Lo sviluppo è iniziato nel 2019 e il prodotto è stato lanciato nel 2021. Gli obiettivi iniziali erano la digitalizzazione della manutenzione di Doppelmayr e del registro giornale obbligatorio e la fornitura al cliente di uno strumento con cui poterli documentare e firmare. L’idea iniziale è stata estesa all’intero comprensorio e si è trasformata in un sistema di gestione del comprensorio, che offre la possibilità di digitalizzare non solo la funivia, ma tutte le attività e la manutenzione dell’intera area sciistica. Da qui il nome diverso da Doppelmayr. «Nel periodo 2020-2022 – si comunica da Dopplemayr –  abbiamo avuto vari clienti pilota in diversi Paesi. Questo ci ha permesso di raccogliere in anticipo molte informazioni sui diversi metodi di lavoro e sulle e di adattarci di conseguenza se necessario.

L’esigenza è stata determinata dal mercato. Come in ogni settore, la digitalizzazione è inevitabile. I nostri clienti sono felici di avere uno strumento che consente loro di risparmiare risorse e di mantenere una panoramica completa. Il feedback dei clienti è stato molto positivo e ampio. Prendiamo ad esempio San Vigilio: con la costruzione della nuova funivia, il cliente ha deciso di introdurre “Clair” e ora ha già digitalizzato l’intero comprensorio. Dagli altri impianti di risalita fino al personale. Tutto è centralizzato e conservato in un unico luogo. Nulla può andare perduto, il che può anche fare la differenza in una sentenza in caso di prove».

 

About the author

Andrea Bagnoli

Nato a Varese nel 1970, si è laureato in architettura presso il Politecnico di Milano nel 1995. Dal 1998 è architetto occupandosi principalmente di edilizia residenziale e di servizio. Da sempre grande appassionato di sci e di montagna, oltre che di architettura e di tecnologia, sta svolgendo una ricerca sul tema delle architetture e delle strutture di servizio all’utilizzo sportivo della montagna, quindi sostenibilità, accessibilità, rapporto tra i manufatti e il contesto ambientale in cui sono inseriti, gestione consapevole delle risorse ambientali ed energetiche, qualità architettonica degli interventi e ovviamente … funzionalità per lo sciatore.

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