Con l’arrivo dell’estate si è concluso il percorso (iniziato in maniera univoca e solitaria, di riavvicinamento da parte di ARPIET ad ANEF con il conseguente abbandono da parte degli esponenti piemontesi delle cariche in seno a Federfuni Italia.
Era una questione che si stava trascinando ormai da oltre un anno a seguito di diversi incontri bilaterali tra i rappresentanti di ARPIET e quelli di ANEF di cui Federfuni era venuta a conoscenza solo durante il consiglio tenutosi a ottobre nel corso di Skipass.
È una decisione che, per quanto riguarda Federfuni, non rallenterà il suo percorso di crescita e di aggregazione, di tutela degli interessi delle società presenti nelle Regioni a Statuto Ordinario e delle realtà più disagiate, né fermerà la propria incidenza nei rapporti istituzionali che ogni giorno ci vede protagonisti con iniziative importanti sia a livello tecnico che economico.
Certamente vi è l’amarezza per l’aspetto formale.
Abbiamo sempre creduto, infatti, che potesse essere possibile trovare una linea di condotta unitaria tra le due Associazioni, Federfuni ed ANEF, al fine di poter lavorare insieme, pur nel rispetto delle singole rappresentanze, ma che ciò dovesse avvenire in maniera chiara e trasparente e che, soprattutto per coloro che avevano fatto la scelta di fondare Federfuni, in maniera unitaria ma evidentemente ciò non era quello che pensavamo tutti.
L’amarezza di veder perdere delle risorse umane importanti, per l’intero settore che in questi anni hanno contribuito in maniera importante alla risoluzione di tante problematiche.
Sono ormai passati sei anni dalla nascita di Federfuni Italia, le cui motivazioni erano incentrate sulla necessità di avere la stessa quantità e qualità di opportunità economiche e legislative su tutto il territorio italiano.
Sono gli stessi stimoli che determinano la nostra volontà nel continuare questa splendida avventura, le cui prime avvisaglie sono nate in corrispondenza dell’emanazione delle Leggi 140/99 e 166/02, due leggi che hanno consentito investimenti per oltre 400 miliardi di Lire per il rinnovo del parco impianti di risalita nelle regioni a statuto ordinario con un contributo da parte dello stato di circa 150 miliardi, e che quindici anni dopo con la costituzione della nostra associazione hanno visto l’eliminazione del concetto di «Fine vita tecnica».
Sono due provvedimenti che hanno cambiato il corso della storia dell’intero movimento impiantistico dell’Italia delle Regioni a Statuto Ordinario che sono nati e sviluppati all’interno del coriaceo «Sistema Appennino», cuore del nucleo costituente di Federfuni Italia.
Questa è la linea tracciata da Federfuni italia, le motivazioni per cui è stata fondata, quelle che ne hanno consentito l’esistenza fino ad oggi e quelle che ne fanno prefigurare un roseo futuro.
Le nostre caratteristiche sono l’impegno la passione la coerenza, la perseveranza, la competenza e…..il volontariato, una parola che forse non è ben compresa ma che è la grande forza della nostra Associazione e non la sua debolezza, come invece qualcuno spesso rimprovera.
Con queste caratteristiche anche in questi mesi il lavoro della nostra Associazione sta continuando su proroghe, riaperture, sostegno economico al settore, senso di appartenenza alla montagna e difesa delle sua prerogative, delle sue caratteristiche ma sempre con la filosofia che debbano essere rispettate le minime regole comportamentali con la la collegialità delle decisioni, la condivisione degli argomenti ed infine forse la cosa più importante il senso di appartenenza vero nei confronti dell’Associazione.
Crediamo che su queste basi molte aziende piemontesi, se non legate ad una decisione collegiale (che però non vi era stata nel momento della fondazione di Federfuni Italia ) sarebbero rimaste all’interno della nostra organizzazione con una presenza attiva e continua per un tempo maggiore dei due anni di permanenza statutaria a cui saranno obbligate le aziende che hanno dato le dimissioni.
A queste aziende vogliamo mandare un messaggio importante che è quello che in ogni caso nel tutelare gli interessi degli associati rimasti in Federfuni e di quelli che stanno aderendovi saranno difesi anche i loro diritti con la stessa convinzione di prima e le nostre battaglie saranno anche le vostre.
E rimarrà immutato il nostro impegno rivolto principalmente alle questioni nazionale con una presenza costante a Roma, a portare la voce dei proprietari e gestori del mondo funiviario, a portare una voce che non avevano mai sentito e a scoprire orecchie pronte ad ascoltare e condividere; a dare concretezza a un mondo che sembrava migliaia di chilometri, di anni luce lontano da Roma, dal parlamento, dal Governo, dai Ministeri con la consapevolezza e la serenità tipica del nostro essere uomini di montagna, prima, e poi uomini azienda.
Questa è la nostra convinzione, quella dei nostri associati, dei nostri tecnici, dei nostri dipendenti consapevoli che solamente lavorando in prospettiva di un nuovo modello gestionale delle nostre società, di un nuovo assetto partecipativo potremmo garantire un futuro alle nostre aziende ed alle nostre montagne.