Erik Svab è un vulcano quasi biondo e quasi cinquantenne (« Sono nato a Capodistria, in Slovenia, il 2 dicembre 1970») che guida insieme a tre altri soci il Gruppo Euroservis (tre aziende con sede a Trieste, Udine e in Slovenia specializzate in finanza agevolata, progetti europei e internazionalizzazione) entrato con successo nel mondo della montagna bianca con il progetto Neve 4.0 e oggi più che mai impegnata nell’emergenza da coronavirus («Questa crisi può diventare un’occasione di rilancio se si sapranno cogliere le opportunità di impegno assunte a livello nazionale ed europeo per la liquidità e gli investimenti futuri»).
L’uomo è un amante appassionato della montagna («Sono stato alpinista per una vita e Accademico del CAI anche se adesso non arrampico più»), ottimo sciatore e snowboarder («Ho imparato a cinque anni con i miei genitori sulle piste di Kranjska Gora»), ex biker spericolato («…e ho smesso anche di fare downhill dopo essermi frantumato il polso con una caduta»), ex campione italiano di arrampicata su ghiaccio ( «Sono stato il primo campione italiano della specialità e ho conquistato un terzo posto anche nella Coppa del Mondo»).
Merita di essere raccontata la storia di questo scatenato sportivo approdato al ruolo professionale di consulente che, con il suo solido pedigree di amante e conoscitore della montagna, alle aziende e agli enti locali della montagna si rivolge per rendere ammissibili le molteplici agevolazioni del Piano Industria 4.0 «di cui molti non usufruiscono semplicemente perché non dispongono delle necessarie informazioni».
Una vita sul confine tra Italia e Slovenia
Una storia che lui potrebbe raccontare in sette lingue («Parlo italiano e sloveno, inglese, tedesco, francese, croato e serbo. Capisco anche un po’ di russo e spagnolo…»).
Naturalmente ci accontentiamo dell’italiano, la sua seconda lingua madre dopo lo sloveno, per sapere che il padre Corrado, appartenente alla minoranza slovena in Italia, era un agente delle Assicurazioni Generali di Trieste e che la madre Antonia lavorava all’Ospedale Ortopedico di Ancarano in Slovenia e si sono conosciuti per una storia di autostop… («I miei genitori sono morti entrambi di cancro nel 2013 a un mese di distanza l’uno dall’altra, anche per questo oggi lavoriamo sui progetti di ricerca in oncologia con AIRC»).
Il bambino Erik cresce nel paesino sloveno di Ancarano «dove fino ai sei anni non sapevo una parola d’italiano», pochi chilometri a Ovest di Capodistria, pochi chilometri a Est del confine con l’Italia oltre il quale c’è la cittadina di Muggia, affacciata sul Golfo di Trieste.
Per studiare lì alle elementari e imparare l’italiano, dai sei anni in poi si muove per raggiungere scuola e tornare a casa in una laboriosa combinazione di trasferimenti chilometrici in pullman («Da solo») e in macchina (taxista papà Corrado) «che oggi i miei figli si sognano…».
Già: diciamo subito, già che ci siamo, che Erik ha tre figli maschi («Danjel di 18 anni e Simon di 15 fanno il Liceo, Jan ha 6 anni, è arrivato perché… volevamo la femmina e mantenerci giovani ed è l’unico a lamentarsi di non poter andare a scuola per colpa del coronavirus»); sono il frutto dell’amore per Tanja, coetanea conosciuta sui banchi di scuola a 13 anni, appassionata di musica e danza moderna, sposata nel 2002 quando era già arrivato il primogenito per concludere in gloria sull’altare («Sono legato alle tradizioni e alla nostra cultura ») una romantica storia costellata di dolorosi abbandoni («Ognuno ha fatto le sue esperienze…») e felici ricongiungimenti.
Ma, chiusa la non trascurabile parentesi famigliare, torniamo al ragazzino che i genitori, nel frattempo trasferitisi definitivamente a Muggia, portano a sciare a Kanjska Gora («Partivo da solo alle 8 del mattino e sciavo ininterrottamente fino alla chiusura degli impianti, ogni giorno»), in colonia con lunghe passeggiate in montagna; il ragazzino che gioca anche a pallavolo e che a 16 anni, dopo una escursione quasi iniziatica tra le Dolomiti bellunesi, si iscrive a un corso di arrampicata contraendo una folgorante passione che lo prenderà fino ai quarant’anni.
Il Liceo Scientifico si conclude brillantemente («60/60, ci tengo…»).
Il tempo dell’avventura e il tempo del lavoro
Per non abbandonare i suoi posti, le sue montagne e i suoi tempi, dice di no a papà Corrado che gli propone generosamente di fare l’Università all’estero pur di rispettare tempistiche canoniche e riportare voti di eccellenza.
Si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza a Trieste dove si laurea nel 1998 in Diritto Internazionale.
Ma nel frattempo «ho fatto oltre 500 ascensioni in montagna; ho aperto una ventina di vie nuove in Dolomiti e sul Monte Bianco e una di 10° grado in Madagascar; ho ripetuto tutte le vie più importanti delle Tre Cime di Lavaredo sulle quali ho anche scritto una guida di arrampicate; ho partecipato ad alcune spedizioni in Pakistan e in Karakorum e ho fatto il giornalista/pubblicista collaborando con tutte le riviste di montagna e arrampicata italiane ed estere».
Poi, dopo la laurea, «per tre anni ho fatto il professionista, supportato dalle migliori aziende italiane come sponsor: Montura, La Sportiva, Grivel».
E poi…??? Poi era venuto il momento di darsi una calmata, tra l’esigenza di trovarsi un lavoro meno aleatorio e il legame ormai definitivo con Tanja che aveva regalato la nascita di Danjel.
«Mi sono rivolto a Vojko Kocjancic, amico e appassionato di montagna come me, direttore della Associazione degli imprenditori della minoranza slovena in Italia, prospettandogli la possibilità di lavorare sul tema dei progetti europei di cui allora si sapeva pochissimo».
L’idea è accolta. Erik comincia a lavorare all’interno dell’associazione ed è così bravo da convincere il suo capo a costituire una società ad hoc a cui partecipa all’inizio con una piccola quota di proprietà.
Euroservis Srl nasce così nel 2004 e non ci mette molto a crescere. Superate alcune «incomprensioni» con il direttivo, dal 2007 acquisisce in due step prima il 51%, poi l’80% delle quote sociali. Infine, dal 2017, in compartecipazione con altri tre soci, comprano tutta la società.
Oggi il Gruppo Euroservis è una realtà importante costruita grazie al lavoro di 30 collaboratori e il supporto di 10 consulenti esterni.
All’interno di questa struttura il Team Industria 4.0 segue i settori specifici: sanità 4.0, agricoltura 4.0, ma soprattutto neve 4.0 ed è nato sulla base di due considerazioni: il processo inarrestabile di automatizzazione, innovazione e digitalizzazione cui le imprese dovranno adeguarsi, ma anche i dati statistici dai quali emerge che solo poco più del 2% delle aziende italiane sta utilizzando le molte agevolazioni vigenti.
Euroservis considera innovazione e trasformazione digitale indispensabili per restare competitivi in uno scenario economico in continua evoluzione: con questo obiettivo ha costituito nel 2019 a Udine la start-up innovativa Friulinnova, un progetto di impresa nato per dare alle aziende una consulenza di alto livello grazie ai tool digitali sviluppati con machine learning e intelligenza artificiale.
«Il mio rapporto con la montagna – conclude Erik – è sempre forte anche se non faccio più vie di grado estremo su roccia e non arrampico più sulle cascate di ghiaccio. Faccio trekking con i miei figli, vado in sci e snowboard spesso, giro per le stazioni invernali e vedo che c’è molto da fare sul fronte dei finanziamenti e delle agevolazioni per le società degli impianti e per tutti i servizi accessori, dai sistemi di accesso all’innevamento tecnico, dalla preparazione delle piste ai noleggi, agli alberghi, alla ristorazione. Abbiamo già acquisito numerosi clienti ma c’è ancora moltissimo da fare… E noi ci siamo».