Il 6 giugno l’ ANEF ha firmato il rinnovo del Contratto Collettivo nazionale di lavoro per gli addetti agli Impianti a fune che riguarda circa 15 mila lavoratori in tutta Italia.
La firma, alla presenza delle sigle sindacali nazionali FILT-CGIL, FIT-CISL, UIL Trasporti e SAVT, è avvenuta nella sala Stucchi del Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo alla vigilia dell’assemblea annuale.
Il rinnovo del contratto riguarda il triennio 2019 – 2022 ed è stato concluso nei termini di legge, entro la scadenza formale dell’accordo precedente.
Più tutele in caso di malattie, un ritocco economico all’insù, maggiore attenzione al welfare, uguaglianza di diritti fra part time e full time: avere trovato un accordo triennale in tempi contenuti, nonostante il delicato momento economico, sia nazionale sia internazionale, significa poter garantire certezze per le aziende e rispetto per i lavoratori.
«Per questo – ha detto la presidente di ANEF Valeria Ghezzi – lo consideriamo un risultato estremamente importante a cui arriviamo con orgoglio, forse come unica categoria nazionale, entro i termini di scadenza». Fondamentale l’impegno di tutte le parti coinvolte «nel rispetto dei nostri dipendenti, che restano la nostra più grande risorsa».
Per FILT CGIL, Domenico D’Ercole ha parlato di spirito di montagna: «Grazie al quale per la terza volta siamo arrivati ad una firma entro la scadenza di legge, ponendo grande attenzione anche ad aspetti che riguardano i casi di malattia più delicati e tipologie usuranti di lavoro».
«Ritardi nei rinnovi e problemi di comunicazione gravano molti settori del Paese – hanno sottolineato Eliseo Grasso e Francesca di Felice per FIT CISL – ma questo contratto è riuscito a creare una sintesi concreta ed efficace implementando anche aspetti del welfare contrattuale».
Roberto Napoleoni di UIL Trasporti ricorda i suoi 10 anni di esperienza nelle trattative sindacali: «In un mondo di precari e rider, i nostri lavoratori sono, invece, tutelati in modo adeguato».
Gli fa eco Alberto Montanaro di SAVT TRASPORTI: «Questo è un accordo che da valore e qualità al lavoro». Fra i punti che hanno richiesto una riflessione articolata c’è quello che riguarda gli effetti del decreto dignità sul contratto collettivo.
La norma, infatti, non riconosce come stagionali ricorrenti i dipendenti del settore, nonostante sia di tutta evidenza che, in quasi tutte le società coinvolte, due terzi dei lavoratori lo siano, invece, effettivamente.
Questa misura fa sì che il personale vada riassunto ogni anno come si trattasse di precari: «Con oneri aggiuntivi e periodici, che si aggiungono agli aumenti contrattuali che abbiamo concordato per il triennio – piega ancora Ghezzi – imponendo ulteriori costi e maggiorazioni che gravano sulla categoria».
Per questo ANEF e le parti coinvolte hanno firmato un avviso comune per portare all’attenzione del Governo questa situazione: «È un punto condiviso con il quale lavoreremo, immediatamente, da domani ancora più uniti, per far comprendere le nostre motivazioni ed il contesto in cui operiamo».
Il risultato rappresenta un punto di incontro armonico e soddisfacente da cui ripartire per progettare il futuro: «Per questo desidero ringraziare – conclude Ghezzi – tutti i partecipanti che hanno lavorato compatti per raggiungere questo importante obiettivo comune».