L’alta quota può offrire spazi ampi e tranquilli, al sicuro da ogni assembramento. Al contempo può offrire un momento di vacanza di puro relax, altamente emozionale.
Qualcosa di cui oggi abbiamo più che mai bisogno dopo il lungo periodo di quarantena e spesso di paura.
Dopo la burrascosa chiusura dello scorso marzo, gli impianti a fune, pur chiusi al pubblico hanno potuto iniziare a lavorare alle manutenzioni già nel mese di aprile.
Manutenzioni primaverili iniziate prontamente nella speranza di poter aprire per la stagione estiva.
Perché mentre scrivo gli impianti sono ancora chiusi per decreto.
Dall’8 marzo scorso, ogni DPCM ripete in copia-incolla la frase «Sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici» all’Art. 1, punto h.
In questo momento siamo uno dei pochissimi settori ancora chiusi, senza una data di riapertura e senza dunque una prospettiva.
Non nascondiamo in tal senso la nostra grande preoccupazione.
Certo, alcune regioni hanno preso l’iniziativa di riaprire gli impianti, ma non ci pare che possa bastare… gli impianti spesso travalicano i confini regionali, gli ospiti si muovono sul territorio senza chiedersi se hanno superato il confine regionale.
La regola deve dunque essere una e per tutti, ANEF lo chiede con forza!
La sfida per fornire agli ospiti una offerta il più possibile «normale»
La speranza è oggi quella che il settore venga riaperto dal Governo in modo da poter fare la nostra stagione estiva, che sarà anche un grande test per l’inverno.
Infatti non è difficile immaginare che il futuro sarà diverso dal passato.
Questo periodo di fermo assoluto ci è servito per ripensare procedure, servizi e proposte da fare agli appassionati e a chi magari coglierà proprio questa difficile situazione per scoprire la montagna.
La sfida sarà consentire ai nostri ospiti di vivere la montagna, la vacanza, l’esperienza in modo il più «normale» possibile, sentendosi nel contempo sicuri e protetti. Molti ritengono, ed a ragione, che la montagna offra spazi grandi, aperti e sicuri.
Spazi ideali per tornare a «respirare» dopo questi mesi di quarantena.
L’estate è ormai da qualche anno una stagione in crescita e mai come in questa situazione, l’ambiente montano con i suoi territori immensi, la sua aria purissima permetterà non solo di rispettare il distanziamento sociale che ormai fa parte della nostra quotidianità, ma di vivere un’esperienza unica ed emozionale, di spazi infiniti, paesaggi incontaminati e mozzafiato.
Tutto questo sarà possibile grazie agli impianti di risalita, che in pochissimi minuti portano le persone in alto permettendo di vivere l’alta quota anche a chi non riesce a compiere grandi ascese e grandi fatiche.
La collaborazione con UNI per la formulazione di un protocollo di comportamenti
ANEF sta dunque lavorando ad un protocollo per la gestione del trasporto in sicurezza.
Abbiamo predisposto una prima proposta per la commissione Colao.
Abbiamo aperto una serie di confronti sui nostri territori di montagna con le Aziende Sanitarie Locali. Oggi con tutti questi testi stiamo predisponendo un documento insieme all’Istituto UNI, l’Ente Normativo nazionale.
L’obiettivo è scrivere procedure che garantiscano in primissimo luogo la sicurezza sanitaria ma anche una gestione fluida e sostenibile, sia per il turista, evitandogli lunghissime attese, che per le aziende che devono preservare anche la «salute economica».
Vorremmo presentare al governo il testo che uscirà dal tavolo Federturismo-ANEF -UNI, auspicando di trovare la disponibilità al confronto e il dialogo necessari per far ripartire il settore garantendo a 360° la sicurezza del trasporto, conditio sine qua non per godersi una bellissima giornata in montagna.
Le proposte di ANEF sono semplici e possiamo riassumerle sinteticamente in una riorganizzazione di tutti i flussi della stazione creando percorsi di avvicinamento e di allontanamento a e dall’impianto che non si incrocino, evitando insomma il classico via-vai di persone.
Il distanziamento in tutto il percorso che va dalle casse all’impianto, e poi la salita.
Nessun problema per le seggiovie che sono all’aria aperta, mentre in cabina si salirà alla massima portata e alla massima velocità, con finestrini aperti per garantire la circolazione dell’aria.
La breve durata della risalita, mediamente tra i 6 e i 9 minuti dovrebbe ulteriormente garantire la sicurezza. Stiamo inoltre studiando le opportune misure di igienizzazione.
Fin dal rientro al lavoro abbiamo pensato alla sicurezza del nostro personale e altrettanto faremo con i clienti, con il presupposto che la distinzione tra personale e cliente, quando si parla di tutela della salute, non esiste: quello che conta sono le persone!
Resistenza, resilienza e solidarietà si aggiungono con forza alla passione e all’entusiasmo che da sempre caratterizzano l’agire di noi funiviari.