Professione Montagna

Case history: un nuovo destino per le stazioni invernali?

L’acquisizione di Crans Montana da parte della società americana Vail Resorts testimonia un fenomeno crescente, l’acquisto di domaine skiables da parte di grandi gruppi economici e finanziari che portano con sé specifiche logiche di gestione. Si tratta di una evoluzione del mercato auspicabile o da temere? Ne ha parlato la rivista svizzera  «Swissquote»  in un documentato servizio che proponiano qui con il consenso della direzione e che, partendo dal «caso» della celebre località vallesana, estende l’indagine ad una serie di altri operatori del settore

di Julie Zaugg – foto di Patrick Guller


Annunciata a fine novembe 2023, la notizia ha avuto l’effetto di un colpo di fulmine negli ambienti svizzeri dello sci e del turismo invernale: la società americana Vail Resorts sta per acquistare Crans Montana! Nei fatti, per il gruppo americano si tratta di acquisire 84% della società che gestisce gli impianti di risalita  e l’80% della società a cui fanno capo una scuola di sci, 4 negozi di articoli sportivi e 11 ristoranti situati sulle piste. Il montante della transazione che diventerà esecutiva entro questo 2024 si stima essere  di 118,5 milioni di Franchi. «Questo acquisto mette fine a un periodo di turbolenza per la stazione, segnato da una mancanza di professionalità e da una visione  a breve termine», dice Laurent Vanat, autore di un importante rapporto annuale sulle stazioni di sci. Dal 2013 le infrastrutture della stazione elvetica erano nelle mani del miliardario ceko Radovan Vitek con la partecipazione del CPI Property Group. Quest’ultimo non ha smesso di urtarsi con le autorità locali arrivando perfino a chiudere le piste  durante le vacanze di Pasqua nel 2018 in seguito ad un conflitto finanziario con il comune.

Ma il caso di Crans Montana non è che la punta di un iceberg. L’universo della montagna bianca vive da una decina d’anni un’ondata di trasformazioni che comincia proprio a raggiungere la Svizzera. Vail Resorts, il più grande operatore di stazioni di sci al mondo, ne possiede 41 su scala globale negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e ora in Svizzera, dove nel 2022 aveva già acquisito il 55% degli impianti di risalita della stazione di Andermatt-Sedrun per 149 milioni di Franchi. La sua principale concorrente è l’americana Alterra, che detiene 17 stazioni di sci divisi tra Stati Uniti e Canada. Più vicino a noi la francese Compagnie des Alpes gestisce 10 domaine skiables in Francia e possiede delle partecipazioni in 5 altre, tra le quali «pesi massimi» come Megève, Avoriaz, Chamonix Mont Blanc. Essa ha anche contribuito a creare le stazioni di Vidoutchi in Cekia e di Thaiwoo in Cina. Tra gli altri attori più importanti di questo mercato figurano la svedese Skistar (6 stazioni in Svezia e Norvegia e 1 in Austria), l’austriaca Schröcksnadel (azionista degli impianti di Saas Fee e Savognin) e gli imprenditori greci Philipp e Spyros Niarchos (che hanno acquisito Corvatsch e Diavolezza-La Galb nei Grigioni). Un nuovo venuto si appresta a fare affari in questo settore. È il francese Christian Mars, la cui società e-Liberty, specializzata nella vendita di ticketing per lo sci, ha la sua base a Neuchatel. «Io ho scelto di entrare nel mercato nordamericano attraverso il Quebec perché Vail Resorts e Alterra sono meno presenti lì», racconta. Dopo qualche mese di ispezioni cade sulla «montagna perfetta» e nell’autunno del 2023 conclude con la stazione di Mont Grand Fonds un contratto di 99 anni con diritto di costruzione. Meno di tre mesi più tardi annuncia l’acquisizione di un secondo domaine, le Mont Lac-Vert, sempre nel Quebec . «Sono stati i dirigenti di Mont Lac-Vert a cercarci perché si trovavano in difficoltà finanziarie».  Rapporti si stanno sviluppando anche in altre località in Svizzera e Francia

Le ragioni delle crisi e le proposte di rilancio

Le località oggetto degli acquisti sono in generale indebitate a causa di un calo della frequentazione da parte degli sciatori, dall’aumento del costo dell’elettricità e degli altri oneri di gestione e dalla precarietà dell’innevamento naturale causata dal mutamento climatico. L’aspetto economico è dunque cruciale. «Al momento dell’acquisto i grandi gruppi come Vail Resorts si impegnano in generale ad avviare investimenti importanti soprattutto per modernizzare gli impianti», dice Paul Golding, un analista che si occupa del gruppo americano presso Macquaire, il più grande gestore di asset infrastrutturali al mondo. A Crans Montana Vail Resosrts investirà 30 milioni di Franchi in 5 anni.

«Questi soldi serviranno verosimilmente a migliorare gli impianti di risalita, le nostre capacità di innevamento artificiale e a creare un’offerta oltre la stagione invernale con delle piste ciclabili o VTT», dice Bruno Huggler, direttore di Crans Montana Turisme & Congrès. Il gruppo americano spera che   ciò permetterà all’Ebidta della stazione di passare da 5 a 15 milioni di Franchi da qui alla fine del decennio. La società americana metterà anche 110 milioni di Franchi a disposizione di Andermatt-Sedrun. Seguendo la stessa logica, e-Liberty prevede di investire almeno 150 milioni di dollari nelle sue due stazioni del Quebec. «Costruiremo 50 chalet a Mont Grand Fonts – spiega Christian Mars – E a Mont Lac-Vert ci sono 170 lotti da costruire in cimA alla montagna». L’operatore francese conta di trarre profitto da queste stazioni con quello che ha appreso da e-Liberty «Abbiamo sviluppato un modello di forfait ispirato dalla tariffazione dinamica praticata da Easy Jet», spiega. Quando la domanda è bassa i prezzi scendono e viceversa, al fine di massimizzare il numero degli sciatori sulle piste. «L’applicazione di questo modello ha permesso a Chamonix di aumentare le sue entrate del 40%», dice. Per quanto riguarda Crans Montana, Bruno Huggler spera di beneficiare dell’esperienza di Vail Resorts in materia di organizzazione di grandi avvenimenti sportivi e di turismo quattro stagioni. «I suoi siti hanno ospitato i Giochi Olimpici invernali a Whistler Mountain e più volte i Campionati del Mondo di sci alpino a Vail». Queste stazioni nordamericane sono inoltre diventate delle destinazioni molto apprezzate per cerimonie e conferenze al di fuori della stagione invernale.

Le politiche di ticketing tra l’America e l’Europa

Ma il cambiamento più importante per la stazione vallesana verrà dalla sua integrazione nel Epic Pass di Vail Resorts. Questo abbonamento annuale venduto per circa 900 Franchi permette di accedere a tutte le stazioni di sci del portafoglio di Vail Resorts come pure una ventina di altri domaines coi quali il gruppo ha concluso degli accordi tra cui Verbier 4 Vallées in Svizzera, 3 Vallées in Francia, Ski Arlberg in Austria o Skirama Dolomiti in Italia. Vail Resorts ha venduto 2,4 milioni di abbonamenti di questo tipo in questa stagione. Il mercato svizzero ha perso il 30% della sua clientela tra il 2008 e il 2017. Alterra possiede anch’esso un pass annuale, si chiama L’Icon Pass le cui prestazioni sono simili. In Svizzera il Magic Pass, lanciato nel 2017, include 69 stazioni di sci e costa 899 franchi. L’obiettivo è aumentare il numero degli sciatori sulle piste. «Il mercato svizzero dello sci ha perso il 30% della sua clientale e il 2008 e il 2017 passando da 30 milioni ai 21 milioni di giornate di sci per anni essenziamente a causa della debolezza dell’Euro rispetto al Franco svizzero», dice Sébastien Travelletti, vice presidente del Magic Pass. Per ricreare i volumi bisognava dunque incoraggiare gli sciatori che si mettono gli sci solo quando è molto bello  o solo quando c’è ottima neve. Ricorda che se uno sciatore genera 30 Franchi di ricavo in media, questa cifra sale a 150 franchi se si includono la ristorazione e l’alloggio e questa scommessa è riuscita. «Siamo passati da 4 giorni sciati in media per persona e per stagione a circa 10 giorni» , dice. Presso Vail Resorts «Le Pic Pass rappresenta circa 900 milioni di dollari di entrate ossia la maggioranza dei ricavi generati dagli impianti di risalita –  dice l’analista Paul Golding –  e siccome la maggior parte di questi abbonamenti sono venduti prima dell’inizio della stagione, questo assicura un flusso di entrate costante e prevedibile» . Egli mette tuttavia in guardia contro una erosione dei margini legati alla proliferazione di questi tipi di abbonamento: «Si può ormai comnprare il Pic Pass solamente per qualche giorno o per un dato numero di stazioni», dice. Questa formula ha fatto precipitare le entrate dei pass giornalieri. Da parte del Magic Pass, Sébastien Travelletti ha calcolato che i suoi proprietari non devono servirsene più di dodici volte per stagione per mantenere la cifra magica di 30 franchi di incasso per visita. Le stazioni sperano di beneficiare di una più grande visibilità sui mercati xtraeuropei e sull’afflusso di visitatori stranieri detentori del pass. «Noi pensiamo che ciò possa portarci clienti americani soprattuttoquelli che provengono dalla costa Est per il quali la Svizzera non è più distante della Columbia britannica o del Colorado», sottolinea Bruno Huggler. La clientela che proviene dagli Stati Uniti rappresenta solo il 3% dei visitatori di Crans Montana.

Scelte diverse per diversi modelli di gestione

Malgrado le speranze suscitate, l’arrivo dei grandi gruppi all’interno dello sci svizzero  non crea soltanto soddisfazione ma anche qualche perplessità . «Imponendo il loro forfait mondiale alle stazioni hanno fatto perdere loro una parte della loro sovranità», denuncia Christian Mars di e-Liberty. Laurent Vanat ricorda che per spingere i suoi clienti a comprare il Pic Pass, Vail Resorts non esita a praticare prezzi per il pass giornaliero proibitivi, arrivando a farlo pagare fino a 270 dollari. Se riconosce che il prezzo del giornaliero è effettivamente aumentato nelle stazioni affiliate al Magic Pass, Sébastien Travelletti non pensa che la Svizzera si appresti a vivere una evoluzione simile. Contrariamente agli Stati Uniti in cui le stazioni si trovano spesso parecchie ore di distanze le une dalle altre, gli sciatori hanno più scelte in Svizzera. «Se Crans Montana fa passare il  prezzo del suo giornaliero a 300 franchi e Anzere resta a 63 Franchi pochi clienti saranno pronti a sborsare quella cifra». Negli Stati Uniti certe stazioni si lamentano inoltre della congestione sulle piste, delle stagioni accorciate, degli impianti fermi e di una mancanza di prsonale in ragione delle cattive condizioni di lavoro da quando è subentrata Vail Resorts. Nel 2021 i residenti di Stevens Pass, nello stato di Washington, hanno lanciato una petizione on line che ha raccolto 46440 firme per lamentarsene. Il modello di resort integrato all’americana fondato sulla gestione integrato delle scuole di sci, dell’alloggio, dei negozi di sport, dei ristoranti e degli impianti di risalita suscita ugualmente delle lamentele. «Questo modello non è trasportabile in Svizzera – dice Laurent Vanat – Le nostre stazioni sono completamente atomizzate con una moltitudine di piccoli commercianti». Alterra, la Compagnie des Alpes e SkiStar l’hanno pertanto anche adottata. Di fronte a queste paure invece Bruno Huggler vuole essere rassicurante: «Vail Resorts ci ha assicurato a più riprese che non sono venuti da noi per cambiare tutto. Sanno che le nostre stazioni hanno una lunga storia e una base economica locale vivace».

Un player forte che vuole ancora crescere in Europa

La storia di Vail Resorts comincia nel 1957 quando Earl Eaton, un residente di questo villaggio del Colorado, conduce  il promotore immobiliare Pete Seibert sui fianchi della montagna di casa. I due uomini decidono di crearvi una stazione di sci fondando la Vail Associates. Il domaine skiable è nato nel 1962. Nel 1997 il gruppo è stato quotato in borsa e rinominato Vail Resorts.  Si è allora lanciato in una serie di acquisizioni inglobando 41 stazioni di sci di cui 2 in Svizzera, 3 in Australia e una in Canada, il gigantesco comprensorio di Whistler Blackcomb. Utilizzando più di 6000 persone, il gruppo ha anche acquistato la catena di alberghi Rcok Resort, i negozi di sport Speciality Sports Venture, il promotore immobiliare Slifer Smith e  Frampton, a Vail, e il Grand Teton Lodge Company nel Wyoming. Per l’anno compiuto al 31 luglio 2023 il gruppo ha realizzato un’entrata di 2,88 miliardi di dollari, in aumento del 14,4% rispetto all’anno precedente. L’arrivo di questo gruppo in Europa si spiega con la saturazione del suo mercato di origine. «Vail Resorts e Alterra hanno acquistato tutte le stazioni di sci di primo piano in America del Nord e Australia – dice Paul Golding, analista presso Macquarie che copre il gruppo – Per continuare a crescere gli restava solo l’Europa». Le opportunità qui sono enormi. «L’Europa accomula 240 milioni di giornate sciate per stagione contro gli 80 milioni dell’America del Nord», dice Laurent Vanat, autore di un rapporto annuale sulle stazioni di sci. Nonostante queste prospettive allettanti , Paul Golding ha emesso un avviso «neutral» su Vail Resorts in ragione dell’erosione dei suoi margini e della stabilizzazione del numero dei suoi clienti. Più allarmante, «il riscaldamento climatico – dice –  ha ridotto la stagione inverale e obbliga le stazioni a investire sempre di più nelle costose attrezzature di neve artificiale».

I numeri di Crans

Crans Montana, celebre stazione sciistica svizzera situata nel Canton Vallese, sviluppa il proprio comprensorio tra i 1500 e i 3000 metri di quota.  Il suo parco impianti è composto da:

8 telecabine

7 seggiovie (5 a 4 posti, 2 a 6 posti)

7 skilift

4 tapis roulant

140 sono complessivamente i chilometri di piste battute così suddivisi:

70 km per 20 piste rosse

55 km per 17 piste blu

15 km per 4 piste nere

35 sono gli hotel che dispongono di 2.475 posti letto

1 il Campionato Mondiale di sci alpino organizzato nel 1987

53 le gare della Coppa del Mondo di sci alpino ospitate:

16 maschili (4 DH, 4 SL, 4 GS, 4 SG)

37 femminili (16 DH, 5 SL, 2 GS, 6 SG, 8 K)

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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