Descrizione
Professione Montagna – Maggio / Giugno 2020
L’ultimo numero di «professione Montagna» della tribolata stagione 2019/20 segnata dal blocco degli impianti di risalita a causa della pandemia, dedica non a caso una buona parte della foliazione a verificare quali siano state le conseguenze del coronavirus nel mondo professionale della mongna bianca.
E a questo argomento sono naturalmente dedicati gli editoriali di Roberto Della Torre, di Valeria Ghezzi (presidente ANEF) e di Andrea Formento (Federfuni).
Prima di entrare nell’argomento clou del numero è però doveroso un omaggio al protagonista della copertina: il PistenBully 600, ammiraglia delle flotta di battipista di Kässbohrer.
Nel servizio dedicato alla «cover guest» si parla del modello 600 E+ elettrificato, un altro passo in avanti nel percorso di conquista per un utilizzo dei mezzi battipista dell’azienda tedesca sempre più orientato alla ecosostenibilità e alla riduzione dei consumi emergetici.
Nello stesso spazio si ripropone l’attenzione sul cambio avvenuto al vertice della filiale italiana di Kässbohrer tra Valter Tura e Florian Profanter nell vesti di amministratore delegato.
Un grande servizio firmato da Andrea Bagnoli è dedicato al trasporto urbano, un ambito dove gli impianti a fune stanno conquistando uno spazio sempre maggiore in tutto il mondo, rivelandosi efficacissimi alleati nella soluzione di problemi legati al traffico e all’inquinamento. S
i parla di famosi impianti realizzati in numerose megalopoli ma si ipotizza anche che certe installazioni starebbero bene per superare certe congestioni da traffico anche in alcune celebri stazioni invernali.
Una proposta da girare, ad esempio, a Bormio e a Cortina in previsione delle Olimpiadi bianche del 2026…
Dopo questa «ouverture» il numero di pM entra nel vivo del problema coronavirus con una serie di indagini, svolte tramite questionari, che toccano diverse categorie di operatori del turismo invernale.
Si parte con i gestori degli impianti di risalita che si sono visti interrompere l’attività agli inizi di marzo nel mezzo di una stagione che avrebbe potuto essere ottima per tutte le stazioni dell’arco alpino e avrebbe potuto consentire un recupero anche alle stazioni del centro-sud penalizzate invece da una «partenza» non buona.
Nonostante la chiusura anticipata, il bilancio economico della stagione non può dirsi disastroso per molte stazioni invernali ma tutte le preoccupazioni sono concentrate ora sul prossimo futuro e sul prossimo inverno, su cui incombono numerose incognite
Altri interlocutori importanti sono le aziende che operano nel settore. In un primo «capitolo» di questo segmento d’inchiesta si traccia un bilancio consuntivo dell’andamento commerciale della stagione trascorsa e si annunciano le novità produttive già programmate che saranno immesse sul mercato.
In un secondo capitolo i titolari o idirigenti delle aziende che hanno risposto al questionario loro sottoposto ragionano invece sulle conseguenze che ha avuto l’esplosione della pandemia sulle loro produzioni, sulle prospettive per il futuro e sulle misure da prendere per affrontare la delicata situazione di incertezza.
Anche per il maestri di sci il coronavirus ha significato l’interruzione dell’attività, un blocco del reddito delle scuole. Il presidente dell’AMSI (Associazione Maestri di Sci Italiani) spiega in un’intervista quali passi bisognerà intraprendere per adattare le modalità di insegnamento alle esigenze di convivenza con il virus, garantendo nelle lezioni sulla neve le norme di comportamento a tutela della sicurezza.
Ultimo settore considerato in questa indagine sulle conseguenze del coronavirus è il noleggio, attività sempre più rilevante nel quadro del sistema di accoglienza delle stazioni sciistiche.
Ski Rental Summit, il forum specialistico sull’analisi del noleggio in Italia promosso da Prowinter Lab, si è svolto quest’anno in forma digitale nella sua terza edizione e ha ribadito il rilievo del settore nel mercato dell’attrezzo.
Il maledetto virus ha messo in ginocchio l’economia ma in montagna e sulla neve gli operatori del turismo invernale vogliono reagire.
Un esempio significativo arriva dall’investimento complessivo di 60 milioni di Franchi svizzeri che la società degli impianti di Zermatt ha messo in campo con il sostegno delle banche per installare una nuova cabinovia e per concludere il grandioso progetto del Matterhorn Glacier Ride con l’installazione di una funivia trifune che collegherà l’Italia con la Svizzera tra la Testa Grigia sopra Cervinia e la cima de Piccolo Cervino.
Un’opera che vede protagonista Leitner, l’azienda di Vipiteno impegnata non soltanto a Zermatt ma che ha messo in cantiere anche una nuova cabinovia nel comprensorio delle 3 Cime e un nuovo impianto a Cortina.
Nella sezione «Servizi alla clientela», la multinazionale francese MND presenta le ultime realizzazioni nei diversi settori di cui si occupa e che interessano tutte le necessità operative di una stazione invernale, dagli impianti di risalita agli impianti di innevamento tecnico, dalle installazioni per la messa in sicurezza delle piste ai sistemi antivalanghe.
Euroservis è un’agenzia di consulenza aziendale che si occupa di finanza agevolata e gestione di fondi e investimenti europei.
Il suo fondatore è Erik Svab, cinquantenne italo-sloveno con un passato di grande sportivo e una storia personale che merita di essere raccontata
Eurogripp è invece l’azienda di Tesero guidata da Isacco Gilmozzi che produce pali da sci per allenamenti e gare, installazioni per la sicurezza, reti di tutti i tipi, comprese quelle ad installazione fissa di tipo «A».
Negli ultimi anni l’azienda è molto cresciuta in produzione e fatturati grazie anche ad una elasticitò che le consente di adeguarsi alle richieste della cleintela.
Neveplast, azienda bergamasca che produce piste da sci in materiale sintetico, è diventata famosa nel mondo per avere attrezzato Copenhill a Copenaghen, una vera e propria stazione sciistica sul tetto dell’inceneritore della capitale danese.
Ma il suo prodotto che consente consente di sciare anche in città ha permesso anche lo svolgimento di una gara di biathlon nel cuore di Aosta.
Il Dolomiti Superski è il megacomprensorio tra le province di Trento, Bolzano e Belluno che non ha eguali per la sua offerta sciistica e per il fantastico ambiente, patrimonio UNESCO, in cui è inserito.
Il suo presidente Sandro Lazzari ha scritto per pM un articolo in cui ripercorre la storia del consorzio nato nel 1974 e sottolinea lo spirito di imprenditorialità e di tensione verso un nuco scopo che è stato all’origine dell’impresa e continua ad essere una garanzia del suo successo.
Di turismo invernale si parla anche nel servizio dedicato a Carezza, la prima località italiana ad impegnarsi per garantire entro tre anni l’abbattimento di CO2 rendendo «neutrale» la propria impronta aziendale, e in quello dedicato all’Abruzzo, una regione del centrosud che vanta una notevole offerta sciistica ma che quest’anno è stata particolarmente penalizzata prima da un’inizo di stagione senza neve naturale e poi dal blocco degli impianti causa coronavirus
Tra le notizie di Panorama, la rubrica dove c’è di tutto un po’, spiccano soprattutto due passaggi di testimone a livello dirigenziale: in Demaclenko, l’azienda specializzata in innevamento tecnico del gruppo Leitner, cambia l’amministraore delegato: esce Andreas Dorfmann, entra Andreas Lambacher; alla direzione della società Funivie Campiglio SpA Bruno Felicetti sostituisce Francesco Bosco.
Chiude il numero la consueta rubrica «Osservatorio legale» curata dall’avvocato maestro di sci Marco Del Zotto.
Si parla di un incidente particolare occorso in prossimità della biglietteria di un impianto di risalita: l’infortunato, travolto da uno sciatore, fa causa alla società di gestionedella skiarea ma la perde. Perché?