Abbiamo raggiunto Valeria Ghezzi, Presidente Anef (le società impianti) per ulteriori chiarimenti in merito alla chiusura/riapertura e il suo primo commento è stato: “Diciamo che ci siamo salvati in corner!”.
C’è molta confusione, gli appassionati non hanno compreso bene cosa ne sarà della stagione sciistica.
Lo capisco, perché sono momenti di grande tensione e dinnanzi a tanta incertezza poi ognuno tira le proprie conclusioni. Che poi sono considerazioni a volte logiche, a volte fuorvianti. Ma tutte comprensibili.
È che al di là di quanto riporta il Dpcm nessuna voce ufficiale riesce a spiegare bene.
Perché non c’è un attimo di respiro. Stiamo tutti lavorando ininterrottamente per raggiungere l’obiettivo
Della riapertura…
Proprio quella. Veniamo al dunque. Da lunedì gli impianti di risalita sono chiusi. E su questo non ci piove. Cosa è stato chiesto alla Conferenza delle Regioni da parte del Governo? Di presentare al CTS un protocollo comune, ovvero che possa essere seguito indistintamente da tutte le Regioni.
Perché a oggi ognuna ha il suo regolamento?
In alcuni punti sì. Soprattutto sulla capienza delle funivie. Chi aveva optato per il 100% chi per l’80%. Noi come Anef abbiamo a suo tempo interpellato l’UNI per redigere un protocollo. Questo va a intrecciarsi con altri protocolli fatti singolarmente da alcune Regioni. Tenendo poi conto che anche la Fisi ha una parte importante in questo.
Ci sono punti discordanti?
Poca roba e soprattutto facilmente risolvibile. Qualcuno dovrà a un certo punto fare un passettino indietro, ma lo farà. Ad esempio ci sono sostenitori dell’utilizzo delle sole mascherine chirurgiche. Altri dicono che sia sufficiente utilizzare quelle certificate. Poi c’è il discorso della capienza. L’osservazione qual è? Se in una telecabina ci stanno dieci persone che non sono pigiate una sull’altra e non una di fronte all’altra, conviene farne entrare otto con i due rimasti fuori che poi si ritrovano in coda?
Già, la coda, quella di Cervinia è diventata virale…
Spesso le immagini non dicono tutto, ma non voglio entrare in questa polemica. Diciamo che Cervinia si è sobbarcata sulle spalle una sorta di prova generale e ha messo in luce quelli che possono essere gli anelli deboli della catena. Bene, ora sappiamo con certezza quali sono. Non ci resta che risolverli.
In quanto tempo?
Non posso dire il giorno e l’ora, ma garantisco che non stiamo con le mani in mano. Accontentati di un “al più presto possibile”
Perché Cervinia, Solda, Tonale e altre stazioni sarebbero pronte per aprire già il prossimo week end.
Noi faremo il possibile perché questo accadere, ma non dipende solo da noi, o meglio dalle Regioni. Hai presente su quanti tavoli il CTS è chiamato a effettuare verifiche? La montagna è importante, certo, ma lo sono tanti altri settori industriali.
Si potrebbe arrivare fino alla fine del Dpcm, quindi un mese?
Il Governo si prenderà il tempo necessario, noi non possiamo interferire in questo. Però abbiamo messo in luce una questione importante. Le stazioni devono attrezzarsi per iniziare a far neve. E nessuno parte con l’innevamento programmato se non ha la certezza di aprire. Questo è pacifico. E accendere i cannoni a dicembre potrebbe essere tardi. Poi, per carità, magari saremo sepolti dalla neve naturale. Però le località devono muoversi in anticipo.
Oggi comunque a Cervinia nessun problema
Esatto, anche se ho visto il mondo social muoversi molto meno rispetto a ieri. Ma è normale, quando va tutto bene è prassi, e la notizia non c’è! La località valdostana oggi ha adottato un sistema di contenimento interessante. Per evitare assembramenti alle casse e all’impianto che porta in quota, il personale gestiva i parcheggi. Faceva scendere gli appassionati dalle auto con uno scaglionamento commisurato alla presenza presso la stazione di partenza. Stiamo parlando di pochi istanti.
Le istituzioni vi sono vicine?
Direi proprio di sì. L’intervento di ieri da parte di Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, è stato provvidenziale. Allo stesso modo anche Marco Bussone, presidente dell’Uncem (Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani). Oggi c’è stato un incontro virtuale molto importante per incanalarci verso la strada giusta. Ora però è fondamentale che tutte le parti in causa si diano da fare più in fretta possibile per raggiungere l’obiettivo. E sono certa che lo centreremo!
Valeria Ghezzi ci lascia ma le sue risposte hanno stimolato un’ ipotesi spontanea. Come abbiamo compreso, le stazioni non si mettono a innevare le piste senza la certezza di un’apertura. Bene, ma in questo caso come sarebbe possibile organizzare le gare di Coppo del Mondo in Italia? Per non parlare dei Mondiali?
La Coppa è importante, certo, ma senza lo sci per tutti, siamo certi che le località aprirebbero piste, impianti, alberghi per ospitare un centinaio di persone o giù di li? Abbiamo cercato, invano il Presidente Fisi Flavio Roda per una risposta, ma anche lui si trova evidentemente seduto ai tavoli delle trattative. Siamo abbastanza certi che questo argomento Flavio lo abbia fatto presente. E che la questione abbia avuto un peso assolutamente rilevante.
In definitiva, diciamo che lo sci è momentaneamente chiuso per restauri. Sulla porta un cartello con scritto: “Torno subito”.