Urs Lehmann e i quattro pilastri della sua candidatura alla Presidenza Fis
Il Presidente della Federazione Svizzera, com’è noto da tempo, è uno dei quattro candidati alla prossima Presidenza Fis. Assieme a lui scenderanno in campo, il prossimo 4 giugno, anche Mats Arjes, Johan Eliasch e Sarah Lewis.
Urs, classe ’69, è sposato con l’ex atleta di freestyle Conny Kissling, un mito della storia mondiale del freestyle e ha Nina, figlia nata nel 2004. Una famiglia di sciatori naturalmente.
È stato protagonista delle gare di velocità per una decina d’anni. Nel 1987 si rivelò con la vittoria in discesa ai Mondiali Junior. Non è mai salito sul podio di coppa del mondo che ha sfiorato una volta nel dicembre del ’92 nella discesa della Gardena.
Un quarto posto seguito il giorno dopo da un settimo nella libera replica. Ma nella sua bacheca splende l’oro conquistato ai Mondiali di Morioka, sempre in quella stagione, a febbraio ’93. Decise di ritirarsi alla fine della stagione 96/97.
Rimane comunque nel giro perché si infila nella cabina dei commentatori di Eurosport e diventa subito direttore racing della Salomon dal 1997 al 2002. Per il marchio francese segue in particolare alcuni atleti elvetici come Didier Cuche, Corinne Rey-Bellet, Nadya Styger e tanti altri.
Si dà poi agli studi e nel 2001 cconsegue un master in ecomomia presso l’Università di San Gallo nel 2001, proseguendo altri corsi di specializzazione in Francia e in Svizzera. Parla cinque lingue: tedesco, inglese, francese, italiano e spagnolo!
Membro del consiglio di amministrazione della Laureus Sports for Good Founda in Svizzera. Entra come Ceo in Similasan, azienda farmaceutica che fa letteralmente esplodere.
Una situazione un po’ critica della Swiss Ski lo porta a diventare prresidente nel 2008 della “sua” federazione che conduce, dunque, da ben 13 anni. Durante l suoi mandati, il fatturato di Swiss-Ski è raddoppiato, assestandosi sui 60 milioni di franchi svizzeri.
Questo in grande sintesi, il profilo di Urs Lehmann, ma per saperne di più su questa nuova sfida
lo abbiamo intervistato per fare focus sulla sua candidatura
Quando e perché hai deciso di candidarti alla presidenza?
È stata una decisione che è venuta da sé negli anni anche in accordo con Swiss-Ski che mi ha supportato.
Come vedi la Fis in futuro?
Vedo un futuro solido per la FIS. Quello a cui punto è una FIS unita, che serva sia gli atleti che le Associazioni Nazionali di Sci.
Durante le mie numerose discussioni con le parti interessate nel periodo che precede l’annuncio della mia candidatura e durante lo scorso anno, c’è sempre stato un messaggio conduttore: abbiamo bisogno di una famiglia FIS che trasmetta il senso di unità, eccellenza e innovazione per padroneggiare il sfide di ogni giorno.
Quali sono i punti / elementi principali del tuo programma?
La combinazione del mio passato come atleta e la mia esperienza come dirigente aziendale e presidente di un’importante federazione nazionale. Con questa formazione ho definito i quattro pilastri come le fondamenta della mia presidenza:
1) Promuovere una FIS altamente coesa e unita.
2) Migliorare l’organizzazione e le strutture della FIS.
3) Elevare il nostro sport sia per gli atleti che per gli appassionati.
4) Sfruttare il potenziale commerciale, ad oggi ancora poco utilizzato, degli eventi FIS.
Questi quattro pilastri rappresentano le basi necessarie per rafforzare in modo più efficace il nostro sport. E per gli agonisti e per gli appassionati per costruire un’istituzione più forte. Un’associazione che funzioni per tutti e nell’interezza di quello che lo sci rappresenta.
Hai qualche idea per limitare o fermare il numero di incidenti che continuano ad aumentare?
Il crescente e consistente numero degli incidenti in pista è tra le maggiori preoccupazioni da affrontare. Ci sono alcuni progetti in corso a livello nazionale e internazionale.
Per il momento, però, non abbiamo ancora una soluzione velocemente attuabile per migliorare la situazione.
Dal mio punto di vista, dovremmo riunire le varie idee proposte e raggruppare i nostri sforzi di ricerca. Ad esempio, tra i vari punti, l’indicazione che gli sci sono troppo aggressivi e andrebbero adattati nella loro struttura.
Poi la lunghezza minima degli sci da slalom femminile: potrebbe essere aumentata da 155 cm odierni ad almeno 165 cm. Si potrebbe addirittura decidere anche per un raggio minimo maggiore.
Un altro aspetto sono anche gli attacchi: è da anni, se non addirittura decenni, che non si interviene su questo.
Poi c’è sempre l’elemento neve, sicuramente determinante. Bisognerebbe lavorare le piste da gara in modo che non siano troppo aggressive. Ecco, ci sono molte idee e probabilmente una serie di contromisure su queste indicazioni porterebbe a stabilizzare la situazione.
Ti piace il modo di comunicare FIS? Cambierà qualcosa?
Alcuni aspetti della comunicazione sono buoni, ma anche molto buoni. D’altra parte, su altri aspetti c’è ancora spazio per miglioramenti. Proprio di recente ho ricevuto un’analisi della comunicazione delle federazioni internazionali nel contesto dell’OWG Pyeong Chang 2018. Ebbene, è emerso che la FIS è stata una delle federazioni leader per quanto riguarda il lavoro fatto sui Social Media.
A fronte di questo c’è una costante richiesta, e soprattutto aspettativa per intensificare la comunicazione e le informazioni verso le federazioni nazionali. Che vogliono essere maggiormente coinvolte e ottenere maggiori informazioni sulla vita quotidiana della FIS.
Il calendario prevede più gare delle specialità tecniche rispetto a quelle di velocità…
Ci dovrebbe essere un equilibrio uniforme tra la velocità e le discipline tecniche, su questo siamo tutti d’accordo. In realtà però, negli ultimi anni, questo non è avvenuto. Le ultime proposte di calendario vanno verso quest’obiettivo. Insomma, apparentemente la FIS sta lavorando per trovare il giusto equilibrio.
La polemica scoppiata alla finale di Lenzerheide?
Le condizioni meteorologiche erano estremamente sfavorevoli nei primi giorni delle finali. Le abbondanti nevicate e la cattiva visibilità hanno reso impossibile la disputa di gare sicure e corrette per discesa e superG. D’altronde non c’era altra scelta.
La decisione di mantenere l’ordine delle gare, così come è stabilito dal regolamento, è stata l’unica possibile. Quello a cui dovremmo pensare è aggiungere un giorno di riserva o anche iniziare con plan innovativi nel caso si dovessero ripetere situazioni simili. Di conseguenza anche la flessibilità delle finali aumenterebbe.
Perché le federazioni dovrebbero votare per Urs Lehmann?
Come ex sciatore agonista, ho provato la gioia di vincere il più grande trofeo delle gare FIS. Così come ho imparato l’umiltà di fronte alla sconfitta. I miei 10 anni di carriera nello sci mi hanno dato un’esperienza inestimabile e diretta delle esigenze che un atleta deve affrontare, giorno dopo giorno. Urs Lehmann e i Urs Lehmann e i