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Ultimo aggiornamento: l’obbligo non cambia

È un giorno di lutto per la Scuola Italiana di Sci con la scomparsa, stamane, di Ferruccio Tomasi, che i giovani colleghi maestri non hanno avuto la fortuna di conoscere. Per anni “Deus ex machina” della COSCUMA e Presidente del Parco Nazionale dello Stelvio, oltre che console onorario di Malta. Nei tanti anni trascorsi in FISI, ha saputo valorizzare la figura del maestro di sci in ambito professionale.

Con importanti riconoscimenti e attestati di stima per una lunga carriera tutta votata allo sci. Sempre con passione e dedizione. A noi della “vecchia guardia” ci mancherai.

Dopo questo doveroso riconoscimento a Ferruccio, il pensiero serale di oggi mi porta a una considerazione. A volte lo sci é proprio strano. O quanto meno lo sono le sue leggi. Per i turisti é vietato sciare, lo stesso impedimento vale anche per i maestri di sci. Che non possono insegnare e neppure sciare da soli. In compenso, sono permesse selezioni, corsi di formazione e aggiornamenti. Qualcosa proprio non torna.

Considerando anche il fatto che gli “atleti di interesse nazionale” possono allenarsi e disputare gare. Per i maestri tutto vietato, se non l’obbligo, se si vuole mantenere il “patentino”, di partecipare ai corsi di aggiornamento.

Dove sta il controsenso? Semplicemente nel fatto che se al maestro di sci è stato fatto divieto di sciare per tutto l’inverno, anche da solo (lo ricordo nuovamente!), non si capisce perché questo divieto non sia valido per gli aggiornamenti. Vietato sciare, ma obbligati a frequentare i corsi di aggiornamento.

Altra considerazione. Una stagione fermi e ci si aggiorna. Sicuri poi di poter tornare a lavorare? Francamente sarebbe stato più logico rinviare il tutto a date certe di apertura degli impianti ai turisti. Questi aggiornamenti, per dirla con tutta franchezza, non hanno proprio alcun senso. Se non quello di sciare tra noi, visti i divieti.

Parlando invece di ristori, il Presidente del Collegio Nazionale, Beppe Cuc, in una intervista di oggi al quotidiano “La Stampa” ha parlato di: “Richieste al Governo di indennizzi equi, non ristori a cascata ma una somma equa per chi fa della professione di maestro di sci la sua unica fonte di sostegno”.

Parole sacrosante e condivisibili. Collegio Nazionale e Amsi saranno stati ascoltati? Lo sapremo presto. Come nelle gare, che contano sono i risultati, qui gli indennizzi.

Walter Galli
P.S. “Negli uomini, non esiste veramente che una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni”. (Guido Morselli). Vale anche per lo sci.

@foto: scuola sci Verena Ultimo aggiornamento l’obbligo non

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).