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Traumatologia: rottura del menisco, ecco come viene trattato oggi

Traumatologia: rottura del menisco, ecco come viene trattato oggi
La rottura del menisco oggi viene trattata chirurgicamente solo in casi eccezionali poiché l’evoluzione nell’uso delle cellule staminali può contribuire al miglioramento. Questa la sintesi del tema trattato dal Dott. Fabio Verdoni, responsabile unità operativa Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano (Gruppo San Donato), nonché maestro di sci.

Dopo tanti anni di collaborazione con la nostra Rivista Sciare, mi appresto con rinnovato grande entusiasmo, a scrivere nella mia rubrica. I temi da sempre affrontati nel tempo, hanno interessato sia le patologie ortopediche del bambino e dell’adulto che quelle a carattere traumatologico.

Le novità tecniche sia in un campo che nell’altro non sono assolute, ma senz’altro un continuo miglioramento tecnico da parte dello specialista ortopedico, ha contribuito a ridurre l’impatto chirurgico e a ridurre i tempi di recupero post intervento.

Un grande miglioramento negli ultimi tempi si è avuto nelle tecniche di rigenerazione tissutale della cartilagine articolare, tessuto importantissimo nella biomeccanica delle articolazioni. Grazie a queste innovazioni (conosciute come cellule staminali), i danni cartilaginei post- traumatici e lo stato artrosico possono essere controllati.

Altri grandi capitoli già trattati, ma sicuramente da riproporre, sono la prevenzione e le patologie da sovraccarico in particolare in età adolescenziale. Oggi inizierò con un argomento forse sottovalutato, come le lesioni isolate dei menischi del ginocchio.

I menischi sono formazioni anatomiche costituiti da fibrocartilagine. Sono due, uno mediale e uno laterale, a forma di C il primo e O il secondo. Il loro compito è quello di evitare l’attrito a livello articolare, preservando il consumo della cartilagine, di distribuire il carico su tutta la superficie del ginocchio e di ottimizzare la mobilità dell’articolazione.

Tuttavia, a seguito di traumi in particolare distorsivi, di sollecitazioni meccaniche importanti e ovviamente di degenerazione legate all’età, possono degenerare e fratturarsi. Consideriamo il fatto che queste strutture anatomiche non sono vascolarizzate e pertanto non vanno incontro, se lesionate, a riparazione spontanea.

Rotture composte dei menischi e soprattutto lesioni degenerative, non sono meritevoli di trattamento chirurgico. Al contrario, fratture complesse e la presenza di «flap» richiedono il loro trattamento. Si tratta sempre di regolarizzazione della parte rotta lesa del menisco ovviamente in artroscopia, preservando così la gran parte della sua struttura. Quando la rottura interessa la parte del menisco inserito a livello capsulare, si pratica la sutura della stessa con tecnica chirurgica microinvasiva, sempre artroscopica.

Regola fondamentale per la buona riuscita dell’intervento, sia che si tratti della sutura o della regolarizzazione selettiva, è l’integrità delle strutture legamentose come il crociato anteriore, in quanto un’instabilità articolare sconsiglia tale procedura. Pertanto, l’approccio al trattamento di questa patologia, erroneamente considerata minore, è notevolmente cambiata negli ultimi anni.

Sicuramente noi ortopedici riserviamo il trattamento chirurgico a casi altamente selezionati, in quanto la conservazione dei menischi è fondamentale al fine di evitare precoci usure e pertanto a danni permanenti la cartilagine articolare. Traumatologia: rottura del menisco

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Fabio Verdoni

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