Traumatologia, il colpo di frusta nello sci (rachide cervicale).
Nello sci gli infortuni più conosciuti sono quelli a carico dell’articolazione di ginocchio e della spalla, ma molto frequenti tra gli sciatori, sono anche traumi a mani e polsi, al collo e alla schiena.
In questo articolo tratterò dei traumatismi del rachide cervicale durante la pratica dello sci. L’uso del casco ha senza dubbio costituito un’importante svolta in termini di prevenzione in traumi interessanti il cranio. Non preserva tuttavia da traumi cervicali e anzi, in certi casi può amplificare, le forze agenti in questo distretto anatomico.
Una caduta all’indietro con perdita di controllo dello sci, magari a causa di una gobba data da accumulo di neve, determina una iperestensione dei muscoli del collo che come reazione si contraggono, accorciandosi.
Questo trauma, conosciuto come colpo di frusta, non è appannaggio solo degli incidenti stradali, ma anche di attività sportive come lo sci. La dinamica è caratterizzata da due tempi precisi:
1) Il primo momento determinato dall’allungamento delle fasce muscolari anteriori del collo e accorciamento di quelle posteriori.
2) Il secondo in cui la testa viene portata in avanti e con conseguente accorciamento di muscoli anteriori e allungamento dei muscoli posteriori del collo.
La sintomatologia nella fase acuta è caratterizzata da dolore spontaneo e ai movimenti articolari del capo. Ma è a distanza di tempo, dopo qualche giorno, che compaiono sintomi maggiori come vertigini, importante difficoltà a ruotare il capo, tensione muscolare persistente, sensazione di instabilità soggettiva.
Nei casi più gravi possono insorgere formicolii a carico delle mani, cefalea.
La diagnosi deve essere confermata da visita specialistica ortopedica (pronto soccorso) e da esame radiografico.
Spesso questo esame mostra la perdita della lordosi cervicale (curva anteriore del rachide cervicale), a conferma della contrattura antalgica della muscolatura paravertebrale e sub – occipitale.
Nei casi più gravi in cui si associano disturbi nervosi periferici, è utile eseguire esame rmn, per escludere interessamento delle radici nervosi. Il trattamento si basa sull’uso di collare ortopedico per qualche giorno (non per periodi troppo lunghi di tempo), farmaci miorilassanti e antinfiammatori.
A questo periodo di riposo seguiranno trattamenti riabilitativi di mobilizzazione attiva e passiva del rachide cervicale, massoterapia decontratturante.
Anche se il più delle volte usato per abitudine il calore è controindicato. Meglio usare il ghiaccio con applicazioni frequenti durante il giorno. La distorsione del rachide cervicale costituisce, unitamente ai traumi cranici, circa il 10% di tutti i traumatismi dello sci.
Pertanto è da trattare in modo adeguato, con il sicuro inquadramento da parte di specialisti medici ortopedici e neurochirurghi, al fine di evitare conseguenze spesso invalidanti a distanza di tempo. colpo di frusta sci