Più volte ci è capitato di raccontare la genesi di alcune pagine presenti su Instagram e facebook dedicate allo sci. Iniziative non di editori, ma di appassionati più o meno impegnati, sicuramente pazzi per lo sport più bello del mondo. Non ci stupisce il fatto che ognuno abbia la propria identità e obiettivi diversi. Sfumature distinte, senso critico ora ironico, ora analitico, più fotografico o meglio raccontato. Non si tratta solo di passione, perché l’impegno è profondo. Assomiglia a un lavoro ma quasi mai lo è: è il caso di Sputar_Sentenze_sullo_ sci di Luigi Grasscutter. Per la Treccani lo sputasentenze è una persona che sentenzia presuntuosamente su tutto, che parla di tutto con sussiego e con autorevolezza gratuita.
LUIGI, SEI COSI?
Ironicamente, sì. Ti spiego. Si tratta di un’idea che ho avuto nel 2020. Avevo appena concluso un’esperienza di 13 mesi col Guru dello Sci. Sapendomi libero, Matteo Pavesi, direttore di Fantaski, mi chiese di collaborare dal momento che il grande Carlo Gobbo aveva deciso di ritirarsi dalla scrittura. Così, da quel gennaio iniziai a firmare la rubrica “Il taglio di Grasscutter”, che, come si può immaginare, è il frutto di un gioco di parole…
CHE NOME È GRASSCUTTER?
È il mio pseudonimo, inventato una domenica a casa di Maria Giovanna Maglie, durante una delle immancabili feste a base di Dom Perignon e camerieri in divisa, perché mi era stato detto per scherzo che il mio cognome vero non funzionava.
DI CHE SCRIVEVI SU FANTASKI?
Atleti, soprattutto i più giovani, la centralità della Coppa Europa, mi occupavo esclusivamente di sci agonistico, per un totale di settanta pezzi in sei mesi.
POI HAI FATTO INCAVOLARE MATTEO ED È FINITA…
Figuriamoci, no. Le cose iniziano e finiscono quasi sempre in pace. Più che altro fui raggiunto da una telefonata.
Luigi Grasscutter oggi e ieri
ODERMATT?
No, no, era un atleta, un velocista, anche bravo, ma non abbastanza da arrivare all’alto livello. Fu lui a consigliarmi di aprire una pagina di approfondimento su Instagram, perché apprezzava la mia attitudine nell’affrontare senza paura gli argomenti scomodi. Questioni che tutti gli addetti ai lavori ben conoscono, ma che nessuno vuole affrontare mettendoci la faccia.
CI HAI DORMITO SU E…
Per due notti, poi gli ho detto, ok, la apro, ma con un indirizzo non ancora tracciato sulle mappe. Va bene trattare temi scottanti, ma con la straordinaria partecipazione dei follower. Significa, in poche parole, che io pubblico i loro pensieri, a richiesta anche in forma anonima.
LE SENTENZE PERÒ ARRIVANO ALLA FINE DI UN PROCESSO IN UN’AULA DI TRIBUNALE!
Generalmente chi sputasentenze dice cazzate con la presunzione di dire l’unica verità possibile. Io sono l’opposto, ma credo che l’autoironia che risulta dal nome che ho scelto per la mia pagina sia sempre apprezzata. Quindi, non indosso nessuna toga, anche se a dir la verità sono laureato in Legge!
PERÒ NON TI SEI MAI RIVELATO
Per camuffarmi, nel primo periodo, mettevo qua e là nelle frasi qualche errore di ortografia. Per un po’ ha funzionato, poi l’ho smessa, perché altre persone venivano identificate negli autori della pagina e non mi sembrava né carino né corretto. Da quel momento, l’ortografia, la grammatica e la sintassi sono nettamente migliorate!
IL PROGETTO FUNZIONA?
Ha iniziato a girare bene fin da subito proprio per la sua peculiarità. Chi mi segue non si limita a commentare. In molte storie i follower stessi diventano gli autori di pensieri e di sondaggi. Forse perché non sono poi così scarso e con una buona dose di fortuna, che nella vita è sempre necessaria, Sputar Sentenze ha pian piano acquisito una certa autorevolezza, specialmente con atleti e allenatori di fascia A. E questa è la mia più grande soddisfazione.
MA COME, NON TI INTERESSANO I NUMERI?
L’obiettivo, ovvio, è quello di continuare a crescere. Se vedi non ho così tanti follower, ma attenzione, gli insight mostrano una verità ben diversa. L’ingaggio è impressionante, più di un milione di visualizzazioni nell’ultimo mese tra storie e post. È di gran lunga più numeroso il pubblico che mi legge senza farsi vedere rispetto a quello che non si fa problemi a dichiarare di seguirmi. A qualche atleta dire “Sputar Sentenze ha ragione” potrebbe essere sconveniente a livello personale, o addirittura per la carriera.
TI SCRIVONO IN PRIVATO?
Il traffico è sempre sostenuto, si confidano, si incazzano o condividono la loro gioia.
MA TU CHE NE SAI DELLO SCI?
Sono un ex atleta dello sci club Aosta nelle categorie Ragazzi e Allievi. Parliamo dei tempi di Roger Pramotton, Giorgio Piantanida, e Ghedina, che però non conobbi perché sciava in un’altra regione. Ricordo gli allenamenti a Pila col compianto Roberto Fiabane, che portò all’oro olimpico a Torino 2006 Antoine Deneriaz. Nell’anno della quarta ginnasio, nella gara sociale a Cogne, mi è partito un ginocchio. Mettendo in fila tutto, non ultimo l’impegno del liceo Classico, ho lasciato perdere le gare.
E QUESTO FA DI TE UN ESPERTO?
Per assurdo, dopo aver abbandonato le gare, ho seguito l’ambiente agonistico molto più rispetto a quando ne ero attore. Probabilmente ho cercato di nascondere la mia delusione di non essere diventato forte tuffandomi nelle vicende di Coppa del mondo. Per dirti, da neo patentato, a 19 anni, presi l’auto per raggiungere Saalbach nell’88, dove Tomba si stava giocando la Coppa, poi persa proprio lì e vinta da Pirmin Zurbriggen, uno dei cinque, o tre, migliori polivalenti di ogni tempo.
La mia formazione culturale, poi, mi porta a costruire un solido impianto critico per qualsiasi argomento.
Con lo sci faccio lo stesso. Lo smonto, analizzo tutte le parti e rimetto i pezzi al loro posto, per ricomporlo. E mentre cerco di capire come funziona il motore del giocattolo e perché gira in quel modo, si apre una specie di match tra la parte razionale e quella emotiva, ma… basta così, stiamo per entrare in uno slalom complicatissimo, ne parleremo un’altra volta, se vorrai.
ED EMETTI LE TUE SENTENZE…
Dopo essermi confrontato con molti addetti ai lavori, dall’allenatore più celebrato a quello che non conosce nessuno ma calpesta la neve da 40 anni. Non creo e non cerco la verità assoluta, rispetto chi esprime pareri anche inaccettabili secondo la mia visione. Infine dico la mia.
SCRIVERE PERÒ PRESUPPONE IL POSSESSO DI UNA CERTA VENA, TU HAI IL SANGUE DELL’AUTORE?
Lo faccio da una vita. A Roma ho ricoperto il ruolo di editor e responsabile della narrativa per una casa editrice dedita a pubblicazioni di carattere politico, ma non solo: romanzi, raccolte di racconti, biografie, tra le quali quella del compositore e interprete musicale Toscanini. Questo mi ha portato anche ad assumere l’identità nascosta del ghostwriter. Nel lontano passato ho avuto esperienze televisive come suggeritore di testi. La pandemia nel 2020 ha bloccato una mia opera che raccontava della tragedia di Ustica con la formula del reading recitato. Il teatro sarebbe stato al completo, avevo 150 prenotazioni. Adesso sta lì, pronta, con un cast di grande qualità, spero di rimettere tutto in piedi e di metterla finalmente in scena.
COSA TI PIACE VEDERE SUL PALCOSCENICO DELLO SCI?
L’entusiasmo, i sogni e le motivazioni dei giovani, la velocità e anche un po’ il rischio controllato, ma questo credo dipenda dal mio trascorso militare nella Brigata Paracadutisti Folgore. Mi piace seguire la carriera degli atleti puliti, quelli che non fanno niente per ottenere un vantaggio ingiusto. Per intenderci, tipo Giovanni Franzoni, Pippo Della Vite, Tobias Kastlunger.
O Dominik Paris, per il quale stravedo, la quintessenza del discesista.
Più è difficile, più gli scappano gli sci sotto i piedi, più sbattono sul duro, più è contento. Ama sfidare la precarietà! Lo so per certo, è un genio della velocità. Al femminile, Federica Brignone non ha rivali. Solo Deborah Compagnoni mi ha emozionato allo stesso modo. Ma apprezzo le grinta di una Asja Zenere o di una Elisa Platino: per arrivare dove sono oggi hanno dovuto conquistare l’Everest! Ti faccio questi nomi perché sono i primi che mi vengono in mente, ma Sputar Sentenze ama parlare di chi il nome ancora non se l’è fatto.
MA I GIOVANI HANNO SEMPRE LO SMARTPHONE IN MANO…
Prima cosa, il mondo che vivono non l’hanno fatto loro ma glielo abbiamo confezionato noi. E poi è una falsa verità. Io vedo più adulti che ragazzi smanettarci sopra. Con la differenza che i ragazzi sperimentano, cercano; gli adulti, invece, si rimbecilliscono sullo schermo, ci passano ore inutilmente.
TI PIACE QUESTA GENERAZIONE DI GIOVANI ATLETI?
Non è forse la migliore, ci sono state nel passato generazioni di super-atleti. Oggi, tuttavia, c’è un maggior dibattito perché la gente ha facili strumenti per leggere, informarsi ed esprimere un parere, seppur spesso con grande superficialità. Ma io sono cresciuto con Tomba, Zurbriggen, Girardelli, Aamodt, Kjus, Herminator… Non riesco ad essere obiettivo, mi prende la nostalgia…
PERCHÉ NON LA DESCRIVI IN UN BEL ROMANZO?
Magari lo metto in coda, prima deve uscirne uno di prossima pubblicazione, poi verrà un lungo romanzo storico ambientato nel XV secolo, già scritto, poi un romanzo che introduce la figura di Beatrice P, sarà una saga, infine potrò dedicarmi forse a raccontare lo sci nella forma “alta” del romanzo.
MA IO SCHERZAVO!
Io no. Uscirà per la ‘Lepre edizioni’, al più tardi sarà in libreria ai primi di marzo. L’immagine di copertina è firmata da Piero Gemelli, vent’anni di Vogue, una leggenda della fotografia di moda e dello still life. Il titolo del mio romanzo in uscita sarà “Senza nemmeno un graffio” e, all’interno di una storia che non posso rivelare, racconta i caratteri dei personaggi della Roma di oggi e di ieri. Se i miei romanzi avranno fortuna, forse ne scriverò uno anche sullo sci, ho già un’idea che potrebbe andare bene, ma ci lavorerò seriamente tra non meno di un anno. E questa è la mia sentenza!
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