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Sta arrivando Luca Ballaré, il Bertagnolli di domani!

Sta arrivando Luca Ballaré, il Bertagnolli di domani! Ha solo 15 anni ma ha già fatto la valigia per intraprendere un viaggio di cui conosce le tappe ma non ancora la destinazione finale. Assieme alla tuta da gara, al casco con l’interfono e alla sua attrezzatura rigorosamente Rossignol, ci ha infilato dentro una buona dose di sogni. Quelli veri però, realizzabili e concreti. E perché si avverino è disposto a metterci una volontà di ferro . Tutta quella che possiede nel fisico e nella testa.

Luca è nato a Casablanca, in Marocco nel gennaio 2009, ma vive in Italia da quando ha 4 anni. Dice: “La mia malattia di certo non mi impedisce di vivere una vita “normale”, seppur non senza difficoltà”. Quel brutto mostro che combatte ogni giorno da quando è nato si chiama retinite pigmentosa. Gli impedisce la visione periferica. È come vedere tutto attraverso un binocolo, man mano che progredisce il campo visivo si riduce sempre di più fino alla completa cecità.

L’oro di Luca Ballaré ai campionati studenteschi

Al momento non ci sono cure né interventi chirurgici che possano guarirlo, ma: “Io non mi scoraggio per niente perché la vita è straordinaria e voglio godermela tutta!”. Da questa frase che vale mille vittorie, si plasma la sua tenacia. La volontà di farsi largo non solo nella vita ma anche nello sport. Fino a 14 anni si è dato al rugby, forse anche per prendere a spallate il destino: “Poi però i medici mi hanno consigliato di cambiare strada perché l’eccessivo contatto fisico di questo sport non avrebbe giovato ai miei occhi”. In contemporanea si dedica all’atletica leggera. Nel 2023 vincerà i campionati Italiani studenteschi di corsa campestre e nel maggio 2024 a Pescara il titolo sui 100 Mt piani. Non contento si dedica alla moto enduro e alla bicicletta.

Tra le varie passioni di Luca c’è anche l’enduro e l’atletica leggera (qui con l’oro vinto nei 100 metri!

Ma papà Franco ha un’idea ulteriore che proviene da una sua antica passione: lo sci! Così quando Luca ha 7 anni lo porta sulla neve, iscrivendolo a un corso. Gli piace e non ha paura., così gli insegna i rudimenti della tecnica agonistica mettendogli in testa un casco adattato in modo che possa sentire “gira a destra, vai a sinistra, frena, ora a tutta velocità”. Le stesse indicazioni che Giacomo Bertagnolli accoglie dalla voce della sua guida Andrea Ravelli, la coppia d’oro dello sci paralimpico azzurro.

Ecco l’obiettivo di Luca. Arrivare lì, sul tetto del mondo della categoria Visually Impaired.

Diventare un campione non è per Luca, come detto, uno di quei sogni che tanti ragazzi fanno guardando il poster del campione-eroe, appeso in camera. È un vero obiettivo, ma siccome non è né banale né facile, è perfettamente conscio che dovrà sputare sangue per riuscirci. Solo in questo modo potrà essere comunque soddisfatto di sé stesso se non dovesse riuscirci.

Luca col Ministro dello Sport Abodi che lo premia nell’ambito del rugby

Diciamo che questo può essere un chiaro esempio di sport antico. Quando, 15.000 anni fa (così raccontano le antiche tracce paleolitiche) l’uomo si dedicava ad attività fisiche come allenamento per migliorare le tecniche di caccia e sopravvivenza. Questa è la traduzione delle parole di Luca: “Ringrazio lo sport perché è fondamentale per superare difficoltà e insicurezze. Anche per questo non ho paura di mettermi alla prova nella vita di tutti i giorni!”. Insomma, dentro al cuore di Luca, brucia quell’ardore lì.

La sua progressione è appena cominciata, ma i risultati già sono evidenti. Nel 2023 vince i Campionati Italiani studenteschi. La classifica finisce sul tavolo di Paolo Tavian, Presidente Fisip, che lo invita a partecipare a un opening di 5 giorni a Bormio per sottoporsi ad alcuni test tecnici. Li supera tutti, e allora dal tetto del palazzo federale si alza un’antenna per seguirlo come Osservato. Si notano solo passi in avanti, così nel febbraio scorso arriva una “chiamata” piuttosto importante: l’ingresso in squadra B, anche perché non si può entrare in A se non si hanno compiuti i 16 anni.

Luca in azione assieme alla sua guida Asia Zanotti

Su un foglietto immaginario Luca ha disegnato il logo di Milano-Cortina 2026. L’appuntamento forse è troppo vicino: “ma se non ci riuscirò, mi concentrerò sulla Coppa Europa e Coppa del Mondo in attesa delle Paralimpiadi del 2030”.

In tutto questo, Luca non è da solo, ma è come se appartenesse a un piccolo ma fondamentale Team. In primis, la famiglia con papà Franco, mamma Michela e il fratello maggiore Lorenzo. Lo accompagnano in ogni sua avventura. Quando era alle Medie di Mongrando ha conosciuto una specie di grillo parlante: Silvia Viale, la sua insegnate di educazione fisica, oggi in pensione. Più volte lo ha accompagnato a sciare a Bielmonte, la stazione più vicina e ideale per la sua progressione tecnica.

Nella squadra c’è anche la Rossignol di Formigliana (a 30 km da casa sua) che gli fornisce l’intera attrezzatura.

Questo è anche uno dei pochi “bonus” che ha, perché per il resto tutto cade sulle spalle della famiglia. Tra Piemonte, Lombardia e Valle D’Aosta esiste solo una stazione sciistica attrezzata per accogliere disabili e ipovedenti. A Prato Nevoso, grazie all’impegno della società sportiva Discesa Liberi, che mette a disposizione guide per ipovedenti, maestri di sci che li accompagnano durante gli allenamenti. C’è una pista riservata a loro e la giornaliera è gratuita.

La squadra ha anche una “sede”: si chiama Ski Passion, la sua attuale società, anche se è in Val Seriana, quindi non proprio vicina. Luca è seguito da un grandissimo come Marco Zanotti (con un passato paralimpico) e dalla figlia Asia in settimana mentre durante i raduni ci sono Luca Cominetti e l’immancabile Tomaso Tomasetti.

Preziosa è anche la collaborazione della “Clinica dello Sport” di Vittorio e Andrea “Bambi” Caruso della vicina Occhieppo inferiore, che gli preparano sempre l’intera attrezzatura.

Andrea e Vittorio Caruso della Clinica dello Sport di Occhieppo Inferiore (BI) assieme a Luca

Poi ci sono i fan: tutti all’Istituto Eugenio Bona con indirizzo Turistico che frequenta Luca, tifano per lui. Professori compresi che ammirano anche la sua dedizione allo studio che certo non passa in secondo piano rispetto allo sport.

Luca si è recentemente confrontato con Giacomo Bertagnolli e Andrea Ravelli agli ultimi Campionati Italiani in slalom a Pontedilegno. Assieme ad Asia, che gli fa da guida, gli è arrivato alle spalle. Un secondo posto di grandissimo valore che lo ha portato dinnanzi alla porta di ingresso di una probabile carriera felice. Poi, si sa, allo sport non si comanda, ma quando ci sono volontà, impegno e sudore, nulla rimane intentato. E in questo Luca, non ha bisogno di alcuna guida!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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