“Sono una maestra dell’Appennino Emiliano”
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera ricevuta da una giovane maestra dell’Appennino Emiliano. È solo uno dei tanti messaggi che finiscono nella nostra casella di posta ogni giorno e questo riassume i concetti espressi da tanti suoi colleghi.
“Il 15 febbraio il mondo della neve e la categoria professionale dei maestri di sci è stato nuovamente calpestato. A 12 ore dalla tanto attesa apertura ci avete comunicato che dovevamo stare chiusi, vanificando tutto il lavoro fatto negli ultimi giorni per adeguarci e accogliere i nostri clienti in sicurezza.
Non riusciamo a capire e abbiamo diritto a spiegazioni: noi esistiamo solo per pagare le tasse? Per adeguarci ai Vostri parametri nonostante le ultime stagioni, almeno per quanto riguarda gli Appennini, sono state più corte e con poca neve?
È un anno che siamo a casa, senza lavorare e vi siete dimenticati i nostri codici ateco in diversi Ristori…
In Italia siamo circa 15000. 15000 famiglie in grosse difficoltà, che hanno sempre creduto e saputo l’importanza della loro Montagna. Montagna che rispettano e che fanno amare con passione.
Ci avete umiliati e distrutti;prima paragonandoci a una semplice sciata, classificandoci come un’attività non essenziale. Illudendoci per ben 3 volte per poi lasciarci sempre a casa…
Ma Voi sapete cosa vuol dire aspettare i Vostri grandi Ristori per poter comperare i regali di Natale ai propri Figli? Ristori non arrivati, però il cash back e la lotteria degli scontrini sono state attivate subito. Nei negozi e nei centri commerciali il Covid non c’è, solo sulle piste da sci.
Come sportivi abbiamo sempre rispettato e tenuto alto il valore dell’Italia e adesso siamo i primi lasciati in un angolo assieme a tutto lo sport dilettantistico e alle persone con disabilità!
Vergognatevi e finitela di fare proclami, sappiamo e sapete che gli aiuti non ci saranno per Tutti!”.
(Foto di repertorio AMSI)Sono una maestra dell’Appennino Sono una maestra dell’Appennino