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Sofia Goggia “sui pedali” a Bergamo Alta col pensiero già a Milano-Cortina 2026

Sofia Goggia “sui pedali” a Bergamo Alta col pensiero già a Milano-Cortina 2026.  Tra le vie del centro storico di Bergamo Alta in sella a una e-bike, l’azzurra dello sci Sofia Goggia si racconta tra una pedalata e l’altra. Alle spalle l’ultimo grave infortunio, ma in testa un unico obiettivo: Milano Cortina 2026. Perché “non c’è nulla come l’oro olimpico…”.

Sofia Goggia si muove tra le vie di Bergamo Alta spingendo sui pedali della sua eSPRESSO Merida, modello urban elettrico che la sciatrice usa per spostarsi agevolmente tra le vie ciottolate del borgo che è felice di chiamare casa: «Città Alta è il cuore pulsante di Bergamo.

Cinta dalle mura, è un borgo medioevale dove in ogni vicolo ti perdi e trovi bellezza. Quando entro in Città Alta non c’è stata una volta in cui non abbia pensato quanto sia bella. Io poi sono una bergamasca convinta, e mi rispecchio molto nella mia città che amo infinitamente».

Ma la bicicletta diventa anche uno strumento di allenamento utile da affiancare agli sci quando l’oro olimpico di Pyeongchang è lontana dalle piste.

Come ambassador Merida, infatti, Sofia ha “in garage” una bicicletta per ogni evenienza:

dalla city bike per gli spostamenti e le commissioni quotidiane alla mountain bike per le sessioni di allenamento intenso sui sentieri delle montagne che circondano la città orobica, passando per l’ultima attrazione, una bici gravel.

«Tutti noi atleti usiamo la bicicletta per fare dei lavori aerobici oppure per un’attività cardio più intensa. Personalmente preferisco la bici elettrica, perché mi piace stare in giro a lungo, andando anche un pochino più veloce in salita, però sempre mantenendo i battiti sotto controllo e soprattutto per fare un recupero muscolare dopo un impegnativo lavoro in palestra con dei carichi importanti».

A seguito della frattura di tibia e malleolo rimediata in allenamento lo scorso febbraio, Sofia si avvia alla conclusione della fisioterapia

e ha già iniziato la preparazione atletica, dopo aver bruciato i tempi di recupero inizialmente ipotizzati, «ma senza forzare, solo mettendo un po’ di fieno in cascina con tanto lavoro. E di questo sono molto contenta».

Naturalmente i pensieri sono già indirizzati al 2026, quando avranno luogo i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina, e se dopo l’ennesimo infortunio in carriera dell’atleta bergamasca qualcuno può essersi preoccupato per la sua partecipazione alla competizione casalinga, ci pensa lei a dissipare ogni dubbio.

«Il mio ultimo infortunio è stato molto difficile da accettare, ma ho imparato che quando si è in crisi ci si deve fare una domanda e ripartire da quella risposta. La domanda è: cosa vuoi davvero? Io voglio tornare al top, tornare a vincere, e soprattutto ho l’obiettivo dell’Olimpiade in casa che è un sogno enorme. A livello sportivo non c’è nulla come l’Olimpiade, è una giornata in cui ti giochi moltissimo, anzi in cui ti giochi tutto».

E se le si chiede quali sono le possibilità di vincere il secondo oro olimpico della sua carriera dopo quello di Pyeongchang nel 2018, che fa compagnia all’argento di Pechino 2022, risponde così: «Provare a vincere l’Olimpiade in Italia sarebbe una cosa enorme. A distanza di due anni, tornando poi da un infortunio, qualcuno farebbe già la firma per una medaglia. Però, mi ripeto: non c’è nulla come l’oro».

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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