Sofia Goggia incanta non solo sugli sci…
Dura e spietata quando deve combattere con le forze tremende della velocità, tenera e visibilmente emozionata per un atto che l’ha toccata enormemente nel cuore. Questa mattina si è svolta a Roma la cerimonia della consegna del Tricolore agli atleti che ci rappresenteranno alle Olimpiadi di Pechino. E come si sa, Sofia sarà portabandiera, cosi come lo sarà Giacomo Bertagnolli, anche lui atleta delle Fiamme Gialle, per le paralimpiadi. Sofia col microfono in mano e lievi lacrime che le inumidivano le guance ha iniziato a parlare senza nulla di preconfezionato a studiato a casa.
“Mi piace pensare che questo ruolo non sia partito dalla mia vittoria in Corea, ma anche da quella chiamata che lei Presidente Mattarella mi face dopo l’infortunio che mi impedì di partecipare ai Mondiali di Cortina. Lei mi disse parole che ho vivide nella mente, mi esortò ad andare oltre, verso traguardi lontani, verso Pechino 2022.
Mi esortò a guardare nel mio cuore, ad andare avanti incurante degli ostacoli sul mio percorso e io credo di aver fatto così. Essere la portabandiera non significa solo sventolare il tricolore durante la cerimonia apertura, ma essere garante di valori etici, non solo sportivi, che bisogna saper adottare sempre, con la tuta da gara ma anche in abiti civili. Le prometto che lo faremo tutti”.
L’intera platea è rimasta fissa e immobile affascinata da quel momento che forse si attendeva diverso. Ha catalizzato l’attenzione per i minuti concessi e ha fatto venire a tutti i brividi sulla pelle. Cosa che dunque non accade solo quando affronta gli schuss a 100 all’ora. A Pechino anche nei momenti istituzionali, siamo certi che saremo rappresentati alla grande! Brava Sofia! Sofia incanta non solo