Soprattutto nei week end, le piste dei nostri comprensori sono sempre più affollate. Il che, intendiamoci, rappresenta un bene per l’intero settore che gravita attorno al pianeta montagna, ma può essere fonte di rischi per la sicurezza. Sciatori, snowboarders, a volte telemarkers, sciatori alpinisti che risalgono i margini delle piste con le pelli etc., insomma un coacervo di appassionati che affollano le nostre stazioni.
E allora ecco che si impongono alcune regole, prima ancora che di legge, di corretta e doverosa condotta. La prima di queste, forse, è quella che se si è sciato dal mattino presto, si può anche essere soddisfatti e dunque lasciare i campi da sci quando le eventuali condizioni dei luoghi li rendano insidiosi per affollamento e conseguente anche mutazione del terreno e delle condizioni della neve. In second’ordine ognuno dei soggetti citati innanzi è tenuto ad adottare una condotta che sia immune da censure e dunque, nell’ordine.
A) sciatori: moderare la velocità nei casi di affollamento, nei tratti di pista con visuale ridotta, in presenza di strettoie o incroci di piste, in presenza di classi di scuola sci, prestare attenzione, questo sempre, ai margini delle piste ove possono essere presenti insidie o ostacoli dati da alberi, vegetazione di altra natura, pietre o altro.
B) snowboarder: anch’essi devono moderare sensibilmente la velocità, devono prestare particolare attenzione alle traiettorie di curva che, il più delle volte quando in backside, non sono agevoli da interpretarsi per la ridotta naturale visibilità, evitare di avere musica nelle orecchie a volume tale da impedire una corretta percezione dell’ambiente circostante e degli altri sciatori in pista, evitare di utilizzare i bordi delle piste come half pipe, per questo ci sono le aree dedicate in pressochè ogni stazione, ove poter praticare al meglio e con maggiore soddisfazione questa disciplina.
C) alpinisti: risalire le piste in senso contrario a quello della discesa è pratica scorretta e, vietata dalla nostra legge nazionale n.363 (art. 15.4); tale condotta costituisce pericolo per se stessi e per gli altri sciatori e, a mio personale parere, vanifica anche il senso vero e intrinseco della disciplina che vuole muoversi al di fuori dei tracciati battuti e dedicati alla discesa. È dovere di tutti impegnarsi per la propria e altrui sicurezza; talvolta basta poco ma è determinante.
Alle Forze dell’Ordine presenti in pista è poi demandato il compito ed hanno il dovere di vigilare su tutto questo e sanzionare le pratiche scorrette. Ai professionisti maestri e allenatori è rimesso un compito determinante, quello dell’istruzione; e non intendo solo quello tecnico che ovviamente è quello per cui sono abilitati, ma quello relativo all’istruzione della sicurezza.
La parola dell’insegnante, dell’allenatore e il ruolo del maestro hanno una valenza importantissima, a volte più efficace di quella di mamma o papà.
Tutti noi genitori ci aspettiamo che il maestro faccia anche questo, ossia insegni ai nostri figli si a sciare ma anche a saper rispettare le regole di sicurezza di questa disciplina.
Allora ecco che iniziative quali quella messa in atto da un paio di anni dalla struttura MysicFreeride di Gianandrea Lecco, dedicata alla pratica del freeride, sono da prendere ad esempio: Mysticfreeride Camp, ossia delle «clinic» dedicate alla sicurezza e all’apprendimento delle regole di base per una sciata in sicurezza. Per chi volesse interessarsi a questa esperienza potrà visitare il website www.mysticfreeride.com.
Dunque perchè non anche uno «SkiSecurityCamp» dedicato agli sciatori? L’idea è lanciata, nell’interesse di ciascuno di noi per meravigliose sciate.
Con questo contributo si conclude la stagione editoriale 2011/2012 ma non le discese in pista, dunque buon divertimento a tutti all’insegna della responsabilità!
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