Il pensiero di un maestro di sci di oggi si intitola “Sciare è un diritto del maestro di sci”
La professione di maestro di sci è alquanto complessa e si può sintetizzare in due fondamentali momenti, dei quali il primo è la spiegazione, cioè il trasferimento all’allievo delle nozioni relative ad un determinato movimento o esercizio. In questo caso il maestro deve avere buona capacità comunicativa e soprattutto deve essere in grado di entrare in sintonia con l’allievo da un punto di vista psicologico.
Il secondo momento è quello relativo alla dimostrazione sul campo dell’esercizio, dove la perfezione del gesto è un obbiettivo al quale il maestro di sci deve tendere in nome della professionalità. Nello sci, così come in qualunque altro sport, l’allenamento è un fattore determinante per consentire al maestro di mantenere un ottimale livello tecnico, contrastando anche gli effetti negativi dovuti al trascorrere inevitabile degli anni.
A causa della pandemia COVID la stagione invernale 2020-21 è saltata con la chiusura delle stazioni e la impossibilità per i maestri di esercitare la professione. Tuttavia, nella emanazione delle regole prodotte dal Governo a mezzo DPCM, vi è stata una fondamentale mancanza laddove, di concerto con la FISI, si è deliberato che potevano accedere agli impianti di risalita ed alle piste gli atleti di interesse nazionale, compresi gli atleti di Sci Club e i Master e tutti i relativi allenatori. Non si è fatta invece menzione dei Maestri di Sci che sono gli unici ad averne titolo in quanto professionisti e inquadrati, dal punto di vista giuridico in un albo professionale.
Come indicato nelle premesse di questo articolo, viste le modalità dell’esercizio della professione, è implicita la conseguenza che il Maestro di sci debba essere messo nelle condizioni di potersi mantenere in forma andando a sciare.
La discriminazione che si è determinata tra maestri di sci ed allenatori (che è bene precisare sono anch’essi nostri colleghi, cioè maestri di sci) ha determinato un incalcolabile danno di immagine a tutta la categoria. Nell’immaginario collettivo dei nostri Clienti e degli sciatori amatoriali in genere, i Maestri di sci vengono ora classificati in maestri di classe “A” cioè quelli che possono prendere gli impianti funzionanti e andare a sciare, e quelli di classe “B” ai quali il sacrosanto diritto di tenersi allenati è vietato.
Trovo anche insopportabile la polemica che è prodotta tra allenatori e maestri, gli uni in grado di allenare e quindi di percepire un reddito, gli altri ancora in attesa dei tanto sospirati ristori. E’ chiaro che questa disparità di trattamento deve essere risolta soprattutto in prospettiva della prossima stagione (dove molto probabilmente dovremo ancora combattere contro il COVID) identificando opportuni protocolli che consentano l’esercizio della professione di maestro di sci in sicurezza. Nel frattempo, è opportuno porre rimedio alla discriminazione in atto, modificando la normativa e consentendo quindi l’accesso agli impianti ed alle piste per i Maestri di Sci e per gli Atleti di interesse nazionale.
Roberto Tomatis
#Sciareèunnostrodiritto