P otevamo iniziare da quella indimenticabile copertina del 1 dicembre 1966 che ritrae Carletto Senoner sul gradino più alto del podio sulla neve di Portillo e la sua medaglia d’oro Mondiale. Ma poi proseguire avrebbe significato scrivere un libro di migliaia di pagine. Ma come si fa a scrivere la cronistoria di 49 anni di sci, che poi sono anche i 49 anni di Coppa del Mondo Fis? Il taglio che daremo a questo emozionante viaggio nel passato è una raccolta di momenti che per noi sono stati indimenticabili, a partire dalle firme che la Rivista ha avuto l’onore di ospitare. Proprio sui primi numeri della rivista, inventata da Massimo Di Marco, ce n’è una che mette i brividi, Walter Tobagi. Già, l’indimenticabile giornalista dell’Avanti, dell’Avvenire, del Corriere della Sera, insegnante universitario di storia moderna, autore di ben 7 libri.
E poi quel terribile assassinio del 28 maggio 1980, firmato Brigata XXVIII marzo dell’estrema sinistra capeggiata da Marco Barbone, per le sue indagini così serrate sul terrorismo. Walter a vent’anni aveva una scrivania in via Vitruvio 43, la prima redazione di Sciare. Si dedicava all’agonismo. Nell’articolo «Le speranze di Nogler» (Allenatore nonché talent scout della nazionale Azzurra) inizia il pezzo di presentazione delle Olimpadi di Grenoble, in questo modo: «Il conto alla rovescia è
cominciato. Mancano pochi giorni all’ora X. Il cronometro non avrà pietà per i deboli…». Questo e tanti altri pezzi fanno lo slalom con pagine pubblicitarie che oggi, a vederle, mettono un po’ di brividi. Scarponi Caber, attacchi Cober, sci Attenhofer, calzaturificio San Giorgio… un elenco infinito. Intanto Jean Vuarnet sul numero di gennaio 1970, insegna, anzi spiega ai lettori come si fa a vincere in discesa libea, attraverso un parallelo fotografico tra Claudio Detassis e Karl Schranz. Nomi celebri che
possono ricordare soltanto gli appassionati che hanno tanti capelli bianchi o che non ne hanno neppure uno, nemmeno neri o castani. Parliamo di 45 anni fa, ma leggete questo passo di un articolo a firma Massimo Di Marco: «Noi siamo decisamente schierati con quel gruppo di Homme de Ski che combatte i punti Fis, le gare con più di 30 concorrenti, le follie di un calendario agonistico che sembra inventato da una diabolica agenzia di viaggi più che da esperti di sci. Mille massacranti chilometri per una gara di due minuti. Questo non è più sport e anche il turismo si fa in un modo diverso. Noi siamo con gli innovatori che hanno creato lo slalom parallelo (Honorè Bonnet), che progettano la libera in due manche di mille metri ma con il ritorno alla difficoltà tecnica, con chi ha avuto il coraggio di promuovere il professionismo in Europa (Guy Perillat)». Ma guarda un po’, cose che compaiono nella lista delle probabili innovazioni scritte oggi dalla Fis!
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