Ruspe sul ghiacciaio per la Coppa del mondo a Cervinia, quattro indagati. Dopo la chiusura dell’inchiesta sui lavori per la pista italo-svizzera da parte della Procura di Aosta, il PM Giovanni Roteglia non è rimasto fermo, aprendo un’azione legale.
La contestazione – precisa l’Ansa – riguarda la realizzazione senza autorizzazione di uno scavo trasversale alla lingua del ghiacciaio lungo 330 metri e largo otto sulla pista che avrebbe dovuto ospitare le discese libere maschili e femminili di Coppa del Mondo. Com’è noto l’evento non c’è mai stato e mai ci sarà. Due anni fa non ci fu neve, l’anno scorso tornarono tutti a casa per cattivo tempo e per la prossima stagione la Fis non ha inserito l’appuntamento in calendario.
Così risultano indagate quattro persone: il presidente degli impianti di risalita di Cervinia Federico Maquignaz, il suo predecessore Herbert Tovagliari, l’operatore dell’escavatore – e il presidente svizzero dell’OK Franz Julen ( 65). Sono accusati di aver effettuato scavi nella parte italiana dell’area senza autorizzazione.
Secondo gli inquirenti, si tratta di una pista di collegamento, tra quella principale e il ghiacciaio di Plateau Rosà, che non risulta nei progetti autorizzati. La contestazione riguarda in particolare l’articolo 181 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ovvero ‘Opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa’.
La questione era stata sollevata da alcune associazioni ambientaliste svizzere nell’autunno 2023. Denuncia che aveva portato allo stop parziale di alcuni lavori. Il comitato organizzatore aveva rassicurato che avrebbe proceduto “alla dovuta correzione, lasciando inalterato il percorso dal punto di vista sportivo“.
L’accusa è “fortemente respinta”
Franz Julen non commenta personalmente il procedimento. David Taugwalder, direttore media del Matterhorn Cervino Speed Opening, ha dichiarato in un comunicato: “È vero che ad Aosta sono in corso dei procedimenti. L’accusa secondo cui una pista di collegamento temporanea, realizzata ingiustificatamente dalle ferrovie di montagna di Cervinia, responsabili della realizzazione della pista di Coppa del Mondo in territorio italiano, consentendo ad atleti, allenatori e battipista l’accesso alla pista di Coppa del Mondo, è categoricamente respinto.”
Si ritiene che “la legalità dell’opera sarà confermata” nel corso del procedimento. Al momento non vogliono fornire ulteriori informazioni.
Si difendono dalle accuse anche in dirigenti italiani:
“Noi respingiamo ogni addebito, riteniamo di aver operato nel pieno rispetto della legalità”. Così sentenzia l’avvocato Corrado Bellora, difensore di Federico Maquignaz, Herbert Tovagliari, e dell’operatore della pala meccanica che ha scavato il ghiacciaio“
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