Rossignol Italia, i primi 10 anni del country manager Alessio Meda che ha quadruplicato il fatturato
Rossignol, Dynastar e Lange, i tre maschi del Gruppo Rossignol, in Italia vivono da sempre la gestione della filiale di Formigliana, piccolo paese di 500 abitanti del vercellese ma molto attiva sul piano industriale con due realtà: il riso e la Rossignol!
Oggi Rossignol Italia è guidata da Alessio Meda che con questa stagione compie 10 anni di gestione. Una conduzione assolutamente vincente considerando che in questo periodo è riuscito a quadruplicare il fatturato. ma per capire meglio quanto successo una rapidissima sintesi storica.
La storia italiana di Rossignol inizia con Luciano Nicola, figlio di Aristide che aveva a Biella un negozio di casalinghi. Luciano, appassionato di sci come tanti, incontra Abel Rossignol, il falegname che nel 1907 a Voiron diede vita ai primi sci ovviamente di legno, e si misero d’accordo per vendere qualche modello che Luciano mise in un angolo del negozio. Ebbene, andarono subito a ruba, sull’0nda dei successi di Emile Allais, tanto da aprire la Aristide Nicola guidata da Luciano.
Siamo negli anni 60 e Abel, nel 1957 vende la società a Laurent Boix-Vives. Formigliana non è solo un punto di distribuzione ma anche di produzione e lo sarà fino agli anni 90.. Arriva Gaetano Coppi che diventa l’anima commerciale e uomo simbolo del marchio in Ita, ma nel 2000 deve lasciare l’incarico per evidenti conflitti di interessi dal momento che nel 2000 diventa Presidente della Fisi. Inizia l’era di Vittorio Tallia e da distributore l’azienda diventa agente. Inizia un periodo difficile del mercato.
Boix-Vives lascia l’azienda a Bruno Cercley nel 2008 e dopo 5 anni in Italia arriva Jean Luc Louis Gaydon. I numeri non erano più quelli di un tempo con una contrazione del mercato mondiale. È necessaria una gestione amministrativa e strategica molto forte e oculata, così la proprietà individua in Alessio Meda, che lavorava nello stabilimento francese, la persona giusta per condurre le operazioni a Formigliana e migliorare il comparto finanziario.
In un mercato che si contrae, si può crescere. E lo si può fare giorno dopo giorno, disegnando una linea costantemente in salita sui grafici. Una salita regolare, senza impennate. È la parabola di Rossignol Sci srl, la filiale italiana del Gruppo Rossignol, che distribuisce i marchi Rossignol, Dynastar, Lange, Kerma nel Belpaese. Dalla stagione invernale 2011/12 alla 2021/22 la quota di mercato dei tre marchi sciistici del gruppo – Rossignol, Dynastar e Lange -, mettendo insieme sci e scarponi, è arrivata al 22%, in un periodo nel quale le vendite di attrezzatura sciistica in Italia hanno proseguito il trend di calo rispetto agli anni del boom, per poi assestarsi su valori notevolmente inferiori a quelli degli anni d’oro.
Alessio Meda Country manager e direttore generale di Rossignol Sci srl
La filiale italiana, nella quale lavorano 60 persone divise tra gli uffici amministrativi di Formigliana (VC), quelli retail ed e-commerce di Milano e i negozi a gestione diretta, è passata dai 7,5 milioni di fatturato dell’esercizio 2012 ai 32 milioni previsti per il 2023/24, mentre l’anno fiscale che si chiuderà al 31 marzo 2023 farà segnare valori di poco inferiori ai 27 milioni.
La torta dei numeri è composta da 18,5 milioni di vendita all’ingrosso di attrezzatura sciistica, 6,5 milioni di vendita all’ingrosso di abbigliamento e 7 milioni di vendita al dettaglio nei sette Pro-Shop italiani e nei due outlet. Una filiale, quella italiana, strategica nei piani del Gruppo con sede nei pressi di Grenoble: d’altronde l’Italia è uno dei Paesi europei più importanti per fatturato della multinazionale francese.
«In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e coi denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, tra vivere e morire».
Alessio Meda, country manager e direttore generale di Rossignol Sci srl, dalla primavera 2020 alla guida anche della filiale svizzera (14,5 milioni di fatturato), ama ripetere spesso questa frase recitata da Al Pacino nel film Ogni maledetta domenica, perché rappresenta proprio il percorso della filiale italiana negli ultimi dieci anni. «La crescita costante porta più risultati di quella improvvisa ed è il frutto di un lavoro di gruppo» dice il manager veronese dal 2006 in azienda, dal 2009 CFO della filiale italiana, della quale ha preso le redini nel 2012.
C’è molto della visione di Meda dietro a questa crescita e alla riorganizzazione della filiale, ma i risultati ottenuti sono il frutto del lavoro di un team costruito negli anni e molto affiatato. «Abbiamo costruito il nostro successo grazie a un team molto forte, ognuno nelle sue aree di competenza, perché prima del prodotto, c’è l’uomo, c’è lo spirito di squadra: ognuno ha saputo sacrificarsi anche per gli altri e abbiamo remato tutti nella stessa direzione, anche chi era meno motivato da un singolo progetto».
Il marchio ha il suo peso nella ricetta della crescita: «Il Gruppo Rossignol esisteva, esiste ed esisterà, ma noi possiamo farlo crescere nel numeri e nell’immagine costruendo rapporti basati sulla chiarezza, sulla fierezza di lavorare per un brand nato nel 1907 e che ha fatto la storia degli sport invernali. Fierezza che non vuol dire presunzione, ma consapevolezza dell’importanza e della missione di Rossignol, Dynastar e Lange: un atteggiamento che ci ha portato a guadagnare in credibilità, a costruire rapporti solidi con i nostri partner, che sono partner non solo nei momenti belli, ma anche in quelli difficili» aggiunge Meda.
Guardando indietro a questi dieci anni indimenticabili, ci sono due ricordi indelebili: la nascita del primo Pro Shop – i negozi a gestione diretta – nel 2010 a Formigliana (VC), la prima rete di negozi multimarca Rossignol al mondo, e il grande evento di Venezia dell’autunno 2021 per la presentazione della collezione 2022/23, in un palazzo sul Canal Grande. Un evento difficilmente immaginabile, per il quale ha lavorato tutto un team, spinto dalla visione “fuori dagli schemi” del country manager.
Ci sono anche altre pietre miliari dello spirito innovativo della filiale italiana, per esempio la creazione dei concessionari racing, una selezione di negozi (una trentina in Italia) con il migliore assortimento di attrezzatura da gara, un’idea nata osservando l’organizzazione della rete vendita nel mondo automobilistico.
Ma anche il progetto “Ripresa sci”, che prevede il recupero di sci e scarponi al termine del ciclo di vita del noleggio per sostituirli con una uguale quantità di prodotti nuovi: in questo modo gli sci non vengono gettati in discarica, ma smaltiti in siti appositi e sfruttati per la produzione di energia; allo stesso tempo, con questa operazione vengono aiutati i negozianti, che possono così rinnovare il parco sci noleggio e migliorare l’esperienza dei consumatori sulla neve.
O ancora idee innovative che strizzano l’occhio al futuro dello sci, come il “Tag & Ride” un nuovo modo di noleggio, con l’applicazione sullo sci di un microchip che permette di registrare ed elaborare tutti i passaggi in pista e fatturare al negoziante solo l’uso effettivo, offrendo anche al cliente il valore aggiunto di avere report ed analisi registrati sullo sci durante l’attività.
«Sono nel mondo dell’articolo sportivo dal 1976 e quello che è successo in filiale negli ultimi dieci anni è stato proprio un continuo tentativo di innovare in un settore poco incline al cambiamento, che è andato di pari passo con il lancio di prodotti innovativi» dice Nicola Galli, agente Rossignol per la Lombardia.
Cambiamento e innovazione che non avrebbero portato risultati senza le giuste motivazioni. «Alessio è un grande motivatore, crede ciecamente nel gruppo e, anche nei mesi duri della pandemia, non ha mai smesso di guardare avanti» conclude Galli, il decano degli agenti insieme a Paolo Cerutti (Dynastar-Lange Lombardia).
«La forza della filiale italiana negli ultimi anni, non facili per il settore, è stata quella di creare le condizioni per aumentare i margini dei negozianti specializzati, in un settore dove notoriamente non sono alti, un lavoro che è andato di pari passo con quello motivazionale interno al gruppo, che è molto coeso» aggiunge Cerutti.
«Gli schiacciatori continuano a parlare dell’alzata e io mi innervosisco. Sono esperti dell’alzata, sanno tutto. Uno li trova al bar e quelli stanno parlando degli alzatori. Allora, io voglio attaccanti che schiacciano bene palloni alzati male. Gli schiacciatori non parlano dell’alzata, la risolvono». Ecco un’altra delle frasi, presa a prestito dal coach di pallavolo Julio Velasco, che Meda ama ripetere nelle riunioni con la sua squadra.
Simone Mancini, marketing manager Italia
Ed è probabilmente una delle migliori metafore per spiegare la crescita costante degli ultimi dieci anni. Puoi non avere sempre la collezione perfetta da vendere, ma lavorando con fiducia, sacrificio, amore, rispetto e spirito di squadra ogni giorno, si risolvono i problemi e si mettono le basi per un successo che dura negli anni.
Nella squadra italiana, insieme a Meda, c’è un gruppo di manager motivati che hanno contribuito a questa crescita: Marco Torello Viera, direttore commerciale winter sport equipment; Marie Armand, direttore commerciale apparel; Alberto Dal Pin, direttore finanziario; Matteo Galli, retail manager Europa; Simone Mancini, marketing manager italia; Enrico Dolci, responsabile logistica italia e servizio post vendita. Rossignol Italia Guido Meda 10 anni Rossignol Italia Guido Meda 10 anni
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