Roberto Visentin, candidato per il “cambiamento” nel Comitato Veneto.
Roberto Visentin, classe ’62 (sessanta a ottobre), trevigiano doc, “Potrebbero però darmi anche la cittadinanza bellunese, perché son sempre qui!”, si candida alla presidenza del Comitato Veneto Fisi.
A livello professionale conduce col fratello Gianni un’azienda di produzione macchine e impianti per lo stacaggio dei cereali (creata 70 anni fa dal papà), ma l’intera famiglia è totalmente votata allo sci, alla neve e allo sport in generale. Suo fratello è maestro, così come la figlia Giulia, moglie di Andrea Ballerin, che è anche allenatrice di secondo livello. L’altra figlia, Chiara è fidanzata di Lorenzo Uglietti, giocatore del Napoli basket. “Purtroppo mentre seguivo da ragazzo, il corso maestri, mi son fatto male e tra studio e lavoro non sono più riuscito a conquistare la cosiddetta patacca. Tuttavia, il mondo dello sport non l’ho mai abbandonato, dedicandomi alla parte politichese”.
La famiglia Visentin, da sinistra, Chiara col fidanzato Lorenzo Uglietti, Roberto in versione nonno di Carlotta, Giulia e Andrea Ballerin
Roberto, guida dello Sci Club Treviso, ha fatto quattro mandati come segretario e braccio destro di Dino Spinelli, presidente della Fisi provinciale di Treviso, che poi gli ha lasciato l’incarico negli ultimi otto anni, “Ma non essendo tipo che si incolla alla poltrona, pur avendo a disposizione la possibilità di un terzo mandato avevo comunicato al consiglio l’intenzione di farmi da parte”.
Beh, in un certo senso è accaduto!
Eh, ma l’idea non era lascio la provincia per entrare in regione!
Cos’è accaduto?
Con l’impossibilità di Roberto Bortoluzzi di poter proseguire la presidenza che dura da ben 26 anni, sono stato contattato da tutti gli altri Presidenti provinciali. Inizialmente c’erano altre idee, poi decadute, da Renzo Minella a Luca Bertagnoli. “È un’occasione da non perdere”, mi hanno detto. Solo che giorno dopo giorno quei primi approcci sono diventati sempre più pressanti. Una telefonata via l’altra, Vanni Ceccarello (Padova), Marta De Manicor (Venezia), Federica Monti (Belluno), Luca Lagnerini (Vicenza)… A quel punto ha prevalso la mia totale devozione per lo sport.
Durante una premiazione
Hai già ricevuto feedback positivi?
Non ho mai parlato così tanto in vita mia, tra telefonate e incontri e di feedback positivi ne ho ricevuti tanti, poi però bisognerà vedere come si concretizzerà il tutto il 10 settembre. Quello di cui mi sento di essere certo è che c’è molta voglia di cambiamento. Se la base veneta lo vuole questa è l’occasione giusta. Se invece desidera che le cose rimangano così come stanno, significa che non abbiamo capito niente e che non comprendiamo come funziona il sistema.
Cosa vorresti cambiare?
Tante cose, a cominciare dal sistema! L’idea nostra è quella di creare sinergie importanti con gli sci club. Il rapporto che esiste ora non è né carne né pesce. Mi spiego, se uno degli obiettivi è quello di portare i nostri ragazzi nelle squadre nazionali giovanili credo si debba agire in un altro modo. E ritengo di aver individuato anche la persona giusta per portare avanti un progetto di rinnovamento. Si chiama Giulia Gianesini, che certo non ha bisogno di presentazioni. Ha disegnato un programma a medio-lungo termine dove è possibile lavorare con tutti i crismi. Le esigenze di chi entra al primo anno e chi invece abita nel comitato da più stagioni, spesso non si possono allineare. Allo stesso tempo a chi non riesce a fare il fatidico salto di qualità non si può dare il benservito.
Roberto e le sue “bambine”
Ok la squadra di Comitato, ma sotto?
È forse ancora più importante, tant’è vero che non si può prescindere dal mettere in campo azioni nelle scuole. Anche in questo caso è fondamentale individuare la persona giusta – e noi ce ‘abbiamo – che conosca perfettamente i meccanismi che muovono il provveditorato, il Miur, gli stessi presidi. C’è una totale dicotomia tra gli atleti di club e i ragazzi di montagna che sciano sempre meno. Non si può far finta di niente, questo bacino dev’essere considerato e rivalutato. Ma bisogna creare un legame forte con tutti i soggetti principali di una stazione. Primi tra tutti i gestori delle società impianti. Un Comitato regionale non dovrebbe pensare solo alle proprie squadre, ma facilitare l’organizzazione degli sci club, specie quelli più piccoli che non hanno la stessa forza.
Ti riferisci alla possibilità di sfruttare le piste?
Non solo. Significa disegnare una serie di linee guida. Seguire a tutti i costi le varie tipologie di gare Fis non è sempre conveniente. Quelli che al secondo anno non riescono a concretizzare i risultati, spesso decidono di lasciare. Purtroppo, non abbandonano solo le gare, appendono proprio gli sci al chiodo e questo è assolutamente da evitare. E allora perché non dirottarli in circuiti Fisi di buon livello? Da noi c’è l’Autodrive Ski Cup, circuito di qualità dove prevale l’entusiasmo.
Roberto, in occasione della presentazione della 3Tre e dei Mondiali di Cortina avvenuta a Treviso, tra Lorenzo Conci e Giorgio Gasperi
C’è anche una sorta di conflitto tra pianura e montagna
Quando negli sci club di città, Treviso, Padova, Venezia… c’è un cucciolo di buone prospettive parte l’idea di passare da parte dei genitori a una società di montagna ben strutturata, dove è tutto obiettivamente più facile. Nell’età evolutiva questo è da evitare. Perché è così che si spiegano tanti abbandoni. È paradossale, ma è più facile che diventi maestro l’atleta da gare provinciali rispetto al presunto talento che nelle Fis non ha poi trovato lo sbocco per salire. Questo lo sci non se lo può permettere
Una serata del Panathlon di Treviso, da sinistra, Luigi Alverà vice sindaco di Cortina fino alla primavera ’22, Luca Lagnerini (Fisi Vicenza), Roberto Visentin (Fisi Treviso), Federica Monti (Fisi Belluno) e i giornalisti Matteo Pacor, Stefano Vegliani e Andrea Vidotti
Non sarà anche che lo sci prevede costi non indifferenti e una certa fatica per essere praticato?
È sicuramente più semplice indossare un paio di scarpette di tela e andare nella palestra o al campo di basket, tennis o calcio sotto casa. La questione non si può però banalizzare in questo modo e il mondo dello sci deve prendersi le sue responsabilità. Se non si creano stimoli e presupposti giusti, la fatica diventa insopportabile. Io però ricordo bene quando ero ragazzo. Non mi ha mai pesato nulla, le sveglie alle 5 del mattino, spingere il pulmino perché non riusciva a salire sulle stradine piene di neve… Tutto veniva ripagato ampiamente, anche se in gara ero tutt’altro che un fenomeno.
Anche per fare il presidente del Comitato veneto servono stimoli…
Infatti, con chi mi ha convinto a mettermi in gioco sono stato molto chiaro: io ci sono se ci siete anche voi, che siate dentro al Consiglio o fuori. La risposta è stata unanime. Ho la certezza che tutti si darebbero da fare per concretizzare tutte le idee che abbiamo messo sul tavolo. Ecco, l’entusiasmo riscontrato è lo stimolo di cui avevo bisogno.
Un gran bell’Assegno in compagnia di “Lady Winter” Deborah Compagnoni per la “Città della speranza”
Che Presidente saresti, onnipresente o delegante?
Ci tengo a dire che non sarei un Presidente di pianura ma regionale. Io sono di Treviso ma la sede rimarrebbe a Belluno, il cui valore è più del doppio rispetto alla mia città natale (8.000 voti contro 3.400). Le nomine del vicepresidente vicario e vicepresidente si fanno a scrutinio segreto, ma mi batterei affinché il primo incarico sia assegnato a Federica Monti che di fatto sarebbe la sostituta in caso di mia assenza. Dunque, non passerei le mie giornate in sede, poiché solo chi è in pensione può permetterselo. Ti dirò, anche se abitassi al piano di sopra della sede non sarei mai un Presidente accentratore. Sono previsti incarichi ben definiti sia per i consiglieri che per i volontari esterni. A tutti chiederei apertura mentale, massima trasparenza e programmazione. Nessuno deve tenersi le cose per sé. La pandemia poi ci ha fatto capire che molti incontri si possono fare a distanza.
I rapporti con i poteri forti della politica territoriale chi li terrebbe?
Non mi è dato svelare il nome in questo momento, ma la persona giusta ce l’abbiamo. Si è resa disponibile e vanta rapporti decennali con il mondo del turismo e della politica. Instaurare la giusta sinergia è importantissimo anche per capire come il Comitato può e deve collaborare con le istituzioni per il grande appuntamento del 2026.
Ancora un ritratto di famiglia. Anche mamma Paola, come la figlia Giulia, è maestra di sci, avendo lavorato per anni a Madonna di Campiglio e ad Alleghe
Probabilmente riuscire a portare sulle Tofane più Azzurri veneti possibili…
Abbiamo parlato di tante cose, ma è chiaro che questo rimane il focus principale e questo sarebbe uno degli obiettivi principali di Giulia Gianesini. Credo però che la Regione possa rallegrarsi se riusciamo a portare sulla neve tanti ragazzi delle scuole. Ce l’ho fatta come comitato provinciale, possiamo riuscirci sull’intero territorio. Non sarebbe una medaglia anche questa?
Non voglio ripetermi, ma dobbiamo impegnarci per mantenere e possibilmente aumentare i numeri. Bene, anzi, benissimo se alcuni ragazzi diventeranno campioni. Altrettanto bene se qualcuno si appassionerà talmente tanto da diventare un giorno presidente di sci club, provinciale o regionale. Perché anche per la parte gestionale – organizzativa, c’è sempre meno gente disposta a dedicare il proprio tempo.
Per vincere dovrai (o dovrete) battere Nicola De Martin e la sua cordata…
Che poi è la cordata di Roberto Bortoluzzi, altrimenti chi ha condotto il comitato per 26 anni non avrebbe voglia di candidarsi come consigliere.
Renè De Silvestro è uno degli atleti più amati del mondo bianco veneto. Uno scatto durante la festa dello sci veneziano. Da sinistra, Marta De Manicor, (Fisi Venezia), Roberto Visentin (Fisi Treviso), Renè De Silvestro, Federica Monti (Fisi Belluno) e Vanni Ceccarello (Fisi Padova)
Stai dicendo che in realtà il presidente continuerebbe a essere Bortoluzzi?
Non lo dico, ma lo penso, lo pensano tutti e credo che lo facciano intuire loro stessi. Inutile girarci intorno, la mia candidatura nasce proprio da questo disegno che non credo piaccia così tanto alla base. Bortoluzzi lo abbiamo anche incontrato e credo che ciò che ha saputo costruire in 26 anni di presidenza non vada affatto buttato alle ortiche. Tant’è vero che gli avevamo offerto la posizione di past-President che non è un ruolo onorifico, ma attivo. Invece ha scelto di proseguire per la sua strada con chi lo ha seguito finora. Però, ci tengo a dire, stiamo parlando di sport e di programmi, dunque non indosserò l’elmetto, caso mai il casco, come in una gara di sci! Onori a chi vincerà ma anche a chi non ce la farà! Roberto Visentin candidato per Roberto Visentin candidato per
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